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La fine di Mussolini e le liberazione dell’Italia dal tiranno fascista
21 luglio 2020
ei, nei limiti del possibile, evidenziare gli avvenimenti più significativi del biennio, maggio ‘43 al maggio ‘45 considerato, a ragione, il periodo più doloroso e drammatico del nostro Paese, compreso la incredibile “riconsegna” di Mussolini ai tedeschi. Inizia il 13 maggio con la resa del nostro esercito agli anglo-americani in Tunisia e terminerà il 9 maggio 45 con la resa della Germania, determinando la fine della seconda guerra mondiale. Dopo appena un mese dalla sconfitta in Tunisia, le forze alleate occupano, l’undici giugno Pantelleria e il dodici Lampedusa, l’isola che il regime fascista aveva indicata come inespugnabile. Non passa un mese che gli alleati, il 10 luglio sbarcano in Sicilia. Ormai era chiaro a tutti che l’Italia non poteva continuare a combattere una guerra già perduta. La riprova, si ebbe il 18 luglio, con il durissimo bombardamento di Roma. Un inferno! Più di mille tonnellate di bombe piovvero su Roma. A questo punto era indispensabile “silurare” il Duce ed iniziare a prendere contatti con gli Alleati per un armistizio. Lo si fece attraverso la richiesta della convocazione del Gran Consiglio del fascismo, che Mussolini, convocò a Palazzo Venezia il 24 luglio alle ore 17. In quella riunione, si discuteva l’Ordine del Giorno presentato da Grandi. Alle 2,40 del 25 luglio si ebbe l’esito della votazione con il risultato: Diciannove si, otto no ed un astenuto. Era la fine di Mussolini e del Fascismo. Alle ore 9 del 25/7, Badoglio veniva avvisato di tenersi pronto. Mussolini sperava ancora nella benevolenza del Re, perché era insignito del collare dell’Annunziata e dunque “Cugino” del Re. Alle 16,45, sempre del 25, come da convocazione, con l’immancabile bombetta, era al cospetto del Re, che senza mezzi termini, asseriva: “sono arrivato alla conclusione che l’unica persona che può controllare la situazione è il Maresciallo Badoglio”. Il colloquio durò poco più di 20 minuti per decretare la dine del fascismo e lo strapotere di Mussolini. Appena fuori di Villa Savoia, Mussolini fu avvicinato dal capitano dei carabinieri Vigneri che disse: “Duce, per ordine del Re dobbiamo sottrarvi ad eventuali violenze della folla”. Con un’autoambulanza fu portato, al sicuro, nella caserma Podgora. Mussolini sarà trasferito a Gaeta, poi a Ponza, poi alla Maddalena ed infine il 30 agosto a Campo Imperatore. Il 3 settembre il Generale G. Castellano firmava a Cassibile l’armistizio (breve). L’otto settembre, alle 19,45 Badoglio annuncia alla radio la resa. Già il giorno dopo, per esattezza alle 5 del mattino, numerose macchine lasciano Roma. Sono le macchine del Re, di Badoglio, del Duca Acquarone del Principe ereditario e dei tanti “pezzi grossi” che scappavano da Roma per rifugiarsi a Brindisi. Mentre gli Alleati sbarcano a Salerno e i tedeschi occupano mezza Italia. Un atto disonorevole, mortificante, altamente vergognoso, lasciare il Paese senza nessuna guida, un episodio bruttissimo della nostra storia. I primi ad approfittare del disorientamento generale, sono i tedeschi che, il 12 settembre arrivano al campo Imperatore in compagnia del Generale Soleti per “prelevare” Mussolini. Malgrado l’ordine di uccidere Mussolini, nel caso di tentativo di liberazione, non fu sparato un solo colpo. Dunque, nessun atto eroico da parte dei tedeschi. Appena Liberato, Mussolini costituiva ufficialmente, a Roma, il 29 settembre il nuovo governo “fascista repubblicano” che sarà poi trasferito in varie località del lago di Garda. Altra pagina buia della nostra storia, per le conseguenze che ne derivarono; si pensi alla guerra civile. Conseguenze che durarono fino alla cattura il 27 aprile a Dongo e il 28 fucilato dal col. Audisio, con un fucile automatico francese, per essere poi appeso a pizzale Loreto, in barba alla clausola 29 del lungo armistizio firmato da Badoglio il 29 settembre a Malta.
Vitangelo Solimini
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