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La Fidapa di Molfetta presenta "Il ruolo delle donne nella Marina Militare"
27 maggio 2017

MOLFETTA - Il lavoro e la donna. Un connubio discusso e non sempre facile da analizzare. Le donne da sempre sono più ostinate, resistenti a livello fisico e mentale, e preparate dei loro colleghi uomini ma ancora oggi, in alcuni ambiti, fanno più fatica ad affermarsi. Ancora oggi infatti, le posizioni di potere sono  quasi per la maggior parte ricoperte da uomini. Ma qualcosa finalmente sta cambiando.

La carriera militare è uno degli ambiti sopracitati. Solo da pochi anni è una strada percorribile anche dalle donne. Questo il tema discusso dalla Fidapa di Molfetta, nell'ambito delle iniziative del Maggio Molfettese. Testimone, non una donna qualunque, ma niente meno che il Capitano di Corvetta della Capitaneria di Porto di Molfetta Silvia Maria Malagrinò (foto). Ad introdurla, raccontandone la carriera, il Comandante Luigi Amato.

La Marina Militare ha aperto le sue porte alle donne solo nel 2000. L'ultimo Paese europeo a farlo. Non basta, solo il 20% di quelli ammessi potevano essere donne, a prescindere dai punteggi (e di solito le donne avevano dei punteggi superiori a quelli degli uomini). Quindi la Malagrinò, in questo senso, ha fatto un po' da apripista. Tarantina, figlia di un Ufficiale di Marina, ha il mare nel DNA. Un elemento bellissimo ma complicato, con il quale bisogna approcciarsi con sicurezza ma non con spavalderia.

Importante, ha affermato la Malagrinò, è l'aspetto umano che la donna da al suo servizio. E' questo secondo lei la chiave del successo di una donna che aspira a posizioni di una certa importanza. E' questo che la distingue dall'uomo. Superare i pregiudizi degli uomini, dopo il primo anno di accademia non è stato facile. Il Capitano ha raccontato della sua prima esperienza a Manfredonia da Ufficiale (in uniforme bianca veniva guardata in strada da tutti) e poi dei tre anni in Sicilia per il Comando del Circomare, un periodo che si porterà per sempre nel cuore ma difficilissimo.

Ha ricordato, infatti,  come nei primi tempi del suo servizio non potesse concedere un sorriso di troppo, una parola amichevole, per evitare fraintendimenti e conservare quindi il rispetto che le persone con le quali lavorava le dovevano, dato il grado. Lei e le sue colleghe, ha ammesso, hanno dovuto lavorare molto di più degli uomini per raggiungere gli obiettivi prefissatesi.

Le cose però con il tempo sono migliorate. Oggi la presenza delle donne all'interno della Marina c'è (anche se rappresenta sempre una minoranza) e si sente. Le donne sono infatti consapevoli, molto più degli uomini, che un'uniforme fa squadra ma non uniforma. Che il carattere, i bisogni, le situazioni di ognuno non vanno prevaricate da nessuno. Quella militare è una scelta di vita fatta per mettersi al servizio delle persone ed anche se per una donna può essere proibitiva, arrivata ad un certo livello, permette come ogni altro lavoro di dedicarsi, com'è giusto che sia, alla famiglia che a sua volta deve andarle incontro.

Oggi la Malagrinò ricopre un ruolo davvero importante. Il Capitano di Corvetta infatti si occupa, tra le altre cose, di  Pesca, Diporto e Patenti nautiche, di Demanio e di Contenziosi. Ancora nessuna donna è riuscita a ricoprire una carica superiore a questa, ma la situazione sta finalmente cambiando e Silvia Maria Malagrinò è l'esempio ideale di come ogni obiettivo è raggiungibile se si lavora con costanza, pazienza e forza. E di forza le donne ne hanno, certamente,  da vendere.

© Riproduzione riservata

Autore: Daniela Bufo
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