La donna e i conflitti del XX secolo, il ricordo delle associazioni combattentistiche di Molfetta
MOLFETTA - Eredi della Storia, A.N.C.R., Fondazione A.N.M.I.G., Ist. Naz. del Nastro Azzurro ricordano così il ruolo delle donne nella giornata dell’8 marzo. «In questo 2015, nel giro di un mese, celebreremo due importanti anniversari: il 25 Aprile il 70° anniversario della liberazione dal nazifascismo ed il 24 Maggio il 100° anniversario dell’entrata nella Grande Guerra. Milioni di uomini furono chiamati alle armi per combattersi al fronte. Il grande spostamento umano che avvenne negli anni della guerra fu una grande occasione per le donne dell’occidente di emanciparsi. Sin dalla fine dell’ottocento erano nati dei movimenti a sostegno dei diritti delle donne, tra cui uno dei più famosi era quello delle “Suffragette” (da suffragio). Il movimento femminista chiedeva che anche le donne, al pari degli uomini, potessero votare ed avere uguali diritti nelle vicende politiche nazionali.
In tutti i paesi belligeranti, la partenza degli uomini per il fronte lasciò un enorme vuoto di manodopera e professionalità che andava in qualche modo riempito. Tale ruolo fu assunto dalle donne, fino a quel momento relegate per la gran parte a fare le madri e le padrone di casa. Le fabbriche, che dovevano produrre le armi per i combattenti, furono riempite di donne. Così come nei campi, nelle scuole, nelle istituzioni pubbliche, negli uffici ecc. Fu una vera rivoluzione, molto sentita durante la grande guerra, in cui per la prima volta le donne ebbero un posto di rilievo nel buon funzionamento della società.
Non fu tutto rose e fiori. Sul lavoro le donne erano comunque discriminate dai pochi colleghi uomini. Non avevano lo stesso trattamento, né i diritti al giorno d’oggi acquisiti e nemmeno lo stesso salario o stipendio che invece sarebbe spettato ad un lavoratore di sesso maschile. Come se non bastasse, alla fine della prima guerra mondiale, nel 1918, le donne fecero un passo indietro tornando alla vecchia vita. In Italia, la lotta delle donne continuò ancora per decenni, fino a quando nel 1946 ottennero il suffragio universale femminile.
Non dobbiamo dimenticare soprattutto le donne che servirono come crocerossine, che condivisero con i soldati le sofferenze delle battaglie. Oppure delle ragazze che facevano da staffetta, che attraversavano il fronte in lungo ed in largo, tra le bombe e le scariche dei fucili, per portare ordini e vettovaglie.
Molfetta non si è sottratta a questi cambiamenti. Alcune donne sono ricordate con molto affetto da chi le ha conosciute per il brillante lavoro svolto in quegli anni. Donna Pia Maggialetti, che servì come crocerossina durante la seconda guerra mondiale; Caterina Mancini fu una efficientissima sarta durante la grande guerra. Accanto a lei lavorò Irene Gigante, esperta cucitrice. Conduceva un grande laboratorio la signora Carmela Panunzio, che fornì migliaia di divise al regio esercito. Sovente, al fronte, poteva nascere l’amore tra i soldati e le crocerossine, che al ritorno dal conflitto si sposavano mettendo su famiglia. Quando accadeva a Molfetta le crocerossine sposate con i soldati molfettesi erano affettuosamente chiamate “le piemontesi”.
Con l’otto Marzo, festa della donna, vogliamo ricordare tutte le donne che hanno contribuito a fare del mondo un posto migliore, ponendo le basi per un futuro di pace e prosperità.
Andrea de Gennaro».