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La danza come mezzo di comunicazione più complesso Il coreografo molfettese Francesco Natalicchio al teatro Kismet di Bari
15 dicembre 2022

L’intento è s e m p l i c e ma rivoluz i o n a r i o : amalgamare innovazione e tradizione, la migliore. La danza non solo come espressione fisica ma mezzo di comunicazione più complesso, che tocca le corde. La danza come ricerca continua, sperimentazione costante, punto di partenza e mai d’arrivo. Coraggio è osare, rischiare, segnare con delicatezza ma decisione un varco, attraverso il quale lasciar entrare una visione propria, personale ma geniale di danza. Fabrizio Natalicchio ci riesce. All’interno della rassegna itinerante di Danza “Esplorare”, Fabrizio Natalicchio, coreografo, alla prima del lavoro “I’ll die for love”, al Teatro Kismet di Bari, coniuga innovazione e tradizione. Il tema, tanto caro alla tradizione ottocentesca, è quello dell’amore e morte, di un sentimento, talmente intenso da portare all’annullamento, alla morte. La giovane sposa, la danzatrice Giulia Marrone, ha consapevolezza dell’intensità del sentimento da lei provato solo quando questo finisce, ed esprime il dolore, la frustrazione, il senso di colpa nei confronti di un amore importante che non ha goduto di meritate attenzioni. L’amore come metafora di una vita, la danza come mezzo per esprimerlo. E non lo si può definire talento promettente, non più. Fabrizio Natalicchio è punto di riferimento nella danza. Lo testimoniano i numerosi premi e riconoscimenti, lo testimonia l’apprezzamento dei cosiddetti tecnici e del pubblico, un successo meritato, frutto di chi rende concreti i sogni e dal nulla crea, e il Collettivo De Motu nasce da un progetto per diventare materia. Non c’è tempo per Fabrizio per godere dei successi, per sentirsi appagato. La sua arte, le sue coreografie sono in progress. Artista poliedrico, mira alla perfezione anche dei costumi: sue le idee, tradotte in concreto dalla sig.ra Anna Spadavecchia. Fabrizio Natalicchio rende la danza non più un’arte per una élite ristretta, ma un’arte pop. Null’altro da aggiungere. © Riproduzione riservata

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