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La croce della discordia Porta: “rischio di opera abusiva, barbarie amministrativa
15 aprile 2019

Monumento della discordia la struttura commemorativa (soprannominata il golgota) della visita di Papa Francesco il 20 aprile scorso a Molfetta in occasione dei 25 anni dalla morte di don Tonino Bello. E quella croce in acciaio cor-ten collocata su uno spartitraffico di Piazza Garibaldi, di fronte al Seminario vescovile, è una croce che divide, al punto che è in corso una raccolta di firme per l’eliminazione del monumento che inaugurato, domenica 7 aprile, in pompa magna con la presenza del sindaco Tommaso Minervini, del vescovo di Molfetta mons. Domenico Cornacchia e perfino del vescovo di Bari mons. Francesco Cacucci. In pratica, c’è l’«imprimatur» della Chiesa sull’opera. Accanto alla croce, che riproduce quella del pettorale di don Tonino, è stato collocato un albero di ulivo, lo stesso che fu sul palco sul quale Papa Francesco celebrò la messa. E per essere ancora più celebrativi, i “creativi” dell’amministrazione comunale hanno pensato di realizzare sull’isola pedonale dove una volta c’erano i cassonetti interrati per la raccolta dei rifiuti, di fronte alla chiesa di S. Stefano, un altro monumento riproducente, in scala, l’altare papale. Il tutto l’assurda cifra di ben 155mila euro. E questo per perpetuare nei secoli il ricordo della storica visita papale. La maggioranza della città si è indignata per questa scelta e per la sua collocazione. Secondo il consigliere comunale di opposizione Gianni Porta (Rifondazione) il monumento sarebbe stato realizzato contro il parere della Soprintendenza per il paesaggio che, ha inviato una nota al sindaco, al dirigente del settore territorio, al comandante della Polizia municipale e al segretario regionale del Mibact (Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia) e alla Procura. Nella nota si lamenta il fatto che non sia stata attivata la procedura autorizzativa prevista dalla legge “per sussistenza vincolo paesaggistico sulla fascia costiera e centro storico di Molfetta… trattandosi di opere localizzate all’interno di una piazza vincolata ope legis ai sensi della lettera g, comma 4, art. 10 del decreto legislativo 42/04)”. Insomma c’è anche il rischio dell’illegalità e, questo spiega l’invio della lettera, del soprintendente Luigi La Rocca, anche alla Procura della Repubblica del Tribunale di Trani. Porta definisce l’operazione la “barbarie amministrativa che avanza” e parla di irregolarità. Una realizzazione come quella del “Golgota”, insomma, non merita nemmeno una “collocazione provvisoria”. © Riproduzione riservata

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