La crisi moltiplica i compro oro. Rischi e pericoli: le regole da seguire
Da circa due anni il proliferare dei «compro oro» sta oramai diventando una vera e propria piaga sociale, complice la forte crisi economica e le quotazioni record che ha raggiunto il metallo giallo negli ultimi periodi. Purtroppo la nostra città non fa eccezione, infatti è sotto gli occhi di tutti come in pochissimo tempo si siano moltiplicate attività commerciali di questo tipo, sbucate come funghi agli angoli di ogni quartiere. Certo, di questi tempi con la forte crisi anche di liquidità, per chi ne ha avuto bisogno i compro oro sono stati mezzi utili per far fronte alle difficoltà economiche che si sono presentate, ma in alcuni casi ci troviamo di fronte a veicoli dell’illegalità. Un compro oro che esercita correttamente la propria attività deve: posizionare la bilancia in modo visibile al cliente, esporre la quotazione dell’oro della giornata, chiedere e fotocopiare il documento d’identità del venditore maggiorenne, compilare modulo d’acquisto e registro di pubblica sicurezza e infine è tenuto a non rivendere il bene per 10 giorni dal momento dell’acquisto. E’ chiaro che anche a queste attività si applica la limitazione all’uso del contante previsto al momento nel nostro paese, ovvero è possibile cedere in contanti fino a 999,99 euro. Il compro oro quindi, in conformità alla normativa in materia antiriciclaggio, non deve pagare in contanti gli oggetti preziosi per un importo superiore a quello indicato, l’eventuale parte eccedente deve essere trasferita attraverso strumenti di pagamento tracciati, quali l’assegno bancario non trasferibile, il bonifico bancario, le carte di moneta elettronica. V’è da segnalare che taluni sostengono come non sia obbligatorio per legge rilasciare al proprio cliente la ricevuta dell’avvenuta compravendita dei preziosi usati, segnalando l’importo pattuito, descrivendo gli oggetti della vendita e individuando venditore (privato) e compratore (compro oro), ma in realtà un commerciante di oggetti preziosi usati, serio e professionale, e che opera nel rispetto della legge, esclusi casi particolari, deve rilasciare la ricevuta. La normativa, spesso frammentaria, dettata per regolamentare il settore, è imposta dall’esigenza di evitare fenomeni come riciclaggio di denaro, ricettazione ed evasione fiscale. Sono tante e numerose le possibilità che si annidano in queste attività per evadere il fisco o compiere reati di riciclaggio di denaro o ancora le sintomatiche truffe ai danni degli stessi compro oro ai quali vengono venduti metalli che di oro hanno ben poco, ma che superano i test per verificarne l’autenticità, senza poi sottovalutare le infiltrazioni della criminalità organizzata che si concretizzano nelle modalità più varie. Inquietante è il dato rilevato dall’osservatorio del crimine: all’esponenziale aumento dei compro oro sul territorio è associato un proporzionale aumento dei furti in appartamento, scippi e rapine. Insomma, un fenomeno dilagante dai risvolti spesso drammatici e farne le spese sono solo e sempre i cittadini colpiti dalla crisi, al cospetto dei quali altra gente continua a speculare. In attesa di una legge auspicabile finalizzata a regolare l’accesso sul mercato dell’attività di compro oro volta anche a dettare rigidamente norme che regolano la fase di compravendita, è bene osservare e fare osservare ove ci si rivolga a questi esercenti, le regole che abbiamo elencato. Essere buoni cittadini significa anche far educare alla legalità