Il signor Berlusconi Silvio, già più volte Premier di Governo, Presidente del partito “Popolo della Libertà”, proprietario e maggior azionista di Mediaset, è stato riconosciuto colpevole del reato di frode fiscale, per cui aveva subito altri due processi, in due gradi di giudizio precedenti (in Corte d’Assise e d’Appello) e condannato definitivamente ad una pena detentiva di quattro anni di carcere (di cui tre condonati per indulto). La pena accessoria comminatagli nei due precedenti gradi di giudizio: interdizione dai pubblici uffici per la durata di cinque anni, è stata, dai Giudici di Corte di Cassazione, rinviata ad un nuovo processo in Corte d’Appello a Milano per la sua rimodulazione (attenzione, non cancellazione!). Per cui, dopo la celebrazione nei prossimi mesi, di un nuovo processo, la Corte d’Appello emetterà una nuova condanna di interdizione, di minor durata rispetto a quanto deliberato nel precedente processo d’appello; presumibilmente di durata da uno a tre anni di interdizione che si sommerà accessoriamente alla pena detentiva già definitivamente stabilita dalla Corte di Cassazione.
Il signor Berlusconi, ex Premier, Presidente del P.d.L., Senatore della Repubblica quindi, dalle ore venti circa di ieri primo Agosto 2013 è un pregiudicato con condanna definitiva.
Il fatto – ancorché atteso - ha suscitato scalpore a livello planetario: tutti gli organi di informazione hanno ripreso la notizia e l’hanno rilanciata con una vastissima eco in tutto il mondo, data la personalità del condannato e date le possibili ripercussioni che questa sentenza potrebbe riflettere sulla stabilità, invero gracilina, della compagine governativa che regge le sorti della Repubblica italiana, con la famigerata strana coalizione di Centro Destra e Centro Sinistra che governano, sopportandosi, la nostra Nazione, dopo i risultati delle ultime elezioni politiche del Febbraio scorso.
I commenti e le reazioni dei parlamentari di Centro Destra sono stati unanimemente negativi: si è parlato – e lo ha anche chiaramente dichiarato il Condannato, in un video messaggio diffuso, subito dopo una riunione dello “Stato maggiore” del P.d.L. – di giustizia rossa, di sentenza annunciata, di condanna di un innocente, di sfracelli a livello di Governo e di altre cose che potranno verificarsi nei prossimi giorni.
I media italiani hanno organizzato estemporaneamente trasmissioni di approfondimento della materia, in cui diversi Analisti, Opinionisti, Parlamentari ed altre personalità hanno fornito una chiave di lettura dell’evento, ovviamente condizionata dalla loro appartenenza politico-culturale. In uno di questi approfondimenti/dibattiti, siamo rimasti colpiti dalla fantasiosità di alcuni interventi che presagivano scenari diversi, dai più foschi, ai più moderati circa i futuri assetti istituzionali. Poi è stata la volta di un Senatore, autorevole esponente del P.d.L., reduce dalla riunione che si era svolta nella residenza romana del signor Berlusconi presenti tutti i maggiorenti del partito, il quale, giunto piuttosto trafelato ed in ritardo (per il protrarsi della riunione di cui sopra), ha portato, appunto in trasmissione, lo stato d’animo dei “riuniti”, anche dopo aver appreso delle reazioni del mondo politico italiano ed internazionale.
Che l’atmosfera potesse essere surriscaldata e certo non da “cena elegante” (come sono definite le riunioni conviviali e non che si sono tenute negli anni scorsi nella residenza del sig. Berlusconi e per le quali, il medesimo, insieme ad altri, è sotto processo per altri reati) era cosa assodata. Il Parlamentare ne ha dato ampia sintesi, riferendosi ad argomenti oggettivi, quali le critiche alle reazioni degli …alleati dello strano Governo. Ha anche “toccato” un argomento che forse sta sfuggendo all’attenzione della pubblica opinione: la successione del signor Berlusconi (dai suoi Collaboratori, viene spesso indicato come “il Capo”) alla guida operativa e carismatica del P.d.L. (dal prossimo Settembre, dovrebbe tornare a chiamarsi Forza Italia, data la volontà di Berlusconi di rifondare la sua creatura) anche nell’ipotesi concreta che la pena accessoria di Interdizione dai pubblici poteri, possa diventare efficace ed impedire, in forza di una sentenza definitiva, la gestione del Partito. In questo caso, si parla di far succedere a Silvio, la figlia Marina, presidente di una società di proprietà della Famiglia.
Per questa ipotesi, più volte ventilata, ci sono state prese di posizione anche molto dure, soprattutto dagli avversari politici e, forse non solo da loro. Questi sostengono che la leadership di un Partito – ancorché personale e quasi a gestione monarchica, come è oggettivamente il P.d.L. – non può essere trasferita per diritto dinastico, come appunto succede in una Monarchia. Ripetiamo, l’ipotesi è ancora in embrione, ma per il solo fatto che se ne parli, vuol dire che in determinate situazioni future, potrebbe essere necessario il passaggio dei poteri.
Qui l’Esponente, con sufficienza e disinvoltura, liquidava i rumors, affermando che, quand’anche dovesse verificarsi un’ipotesi del genere, non ci sarebbe alcuno scandalo! …è già avvenuto in altre solide Democrazie occidentali che un uomo politico indicasse/nominasse un proprio famigliare a succedergli/collaborare nell’Istituzione o in altre cariche pubbliche. Indicava, ad esempio, I Kennedy, i Clinton, i Bush.
E’ questa, nello stile classico di alcune dichiarazioni di personalità del Centro Destra, una verità non vera! Dichiarazioni che, nella loro ambiguità, creano fraintendimenti che servono solo ad accendere gli animi, ad orientare le opinioni in modo non corretto, senza nulla aggiungere alla ricerca della verità vera.
Vediamo perché la consideriamo una dichiarazione fuorviante:
- I Kennedy – nel 1962 fu eletto John F. Kennedy come 35° Presidente degli Stati Uniti d’America. Contestualmente fu nominato Segretario alla Giustizia (Ministro delle Giustizia) il fratello minore Robert (Bob) che non aveva ottenuto l’investitura per diritto dinastico (fratello del presidente eletto) ma era stato eletto Senatore e quindi aveva il diritto di accedere ad una carica di fiducia nel Governo del fratello.
- I Bush – nel 1989 fu eletto George H. W. Bush come 41° Presidente degli Stati Uniti; nel 2001, vinse le elezioni il Senatore George W. Bush e diventò il 43° Presidente degli Stati Uniti. Anche egli era passato per tutta la trafila delle Primarie, delle Nominations e delle “elezioni di Novembre”, dove i due candidati nominati dai rispettivi Partiti, si sfidano in una competizione a due. Aveva vinto!
- I Clinton – si tratta di William J. Clinton eletto nel 1993 42° Presidente; la moglie Hillary Rodham Clinton, senatrice già all’epoca dell’elezione del marito a Presidente, viene scelta dal Presidente B. Obama, 44° Presidente, a capo della Segreteria di Stato (il Ministero degli esteri).
Tutti questi ruoli, funzioni, cariche istituzionali non hanno alcunché di lontanamente percepibile come successione dinastica e/o nomina per appartenenza famigliare. Come già detto, tutti questi Personaggi ricoprivano cariche pubbliche e per arrivare alle funzioni alle quali sono state chiamate, hanno “subito” la nomina per elezione popolare, con tanto di campagna elettorale e vittoria conseguente.
Adesso, nessuno mette in dubbio le qualità manageriali della signora Marina Berlusconi, nessuno mette in dubbio – salvo prova contraria - la capacità di gestire un Partito politico (soprattutto all’ombra del padre mentore). Quello che ci preme sottolineare è che non si deve far passare una verità, in un contesto completamente diverso, per voler giustificare certe scelte diciamo così …monarchiche che prevederebbero la successione dinastica senza alcuna formalità. E’ del tutto ovvio che messa nel modo prospettato dal Parlamentare, chi potrebbe dubitare, soprattutto in seno ai simpatizzanti del P.d.L., della correttezza della scelta di un padre di opzionare la figlia a dirigere un Partito di proprietà esclusiva del padre medesimo: Silvio Berlusconi?
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