La comunità a venire
LETTERE PERSI ANE
Nei Giardini di Avalon, sulla strada provinciale per Bitonto, si riunisce una piccola comunità di pensiero che nel recente passato ha pubblicato il periodico Terre libere diretto da Giacomo Pisani e alcuni volumi come La conoscenza in una società libera (Levante Editore 2011) di Marino Centrone, Vito Copertino, Rossana de Gennaro, Massimiliano Di Modugno, Giacomo Pisani; Il gergo della postmodernità (Edizioni Unicopli 2012) di Giacomo Pisani e nel mese di dicembre di quest’anno Percorsi nella filosofia e nella logica del Novecento (Mimesis 2012) di Marino Centrone, Rocco Corriero, Stefano Daprile, Antonio Florio, Marco Sergio. Chi scrive ha insegnato Filosofia della scienza presso il Dipartimento di Scienze filosofiche dell’Università di Bari dal 1973 al 2012. Rocco Corriero ha conseguito la laurea magistrale in Filosofia discutendo una tesi sul pensiero complesso e fa il sommelier; Stefano Daprile ha conseguito la laurea magistrale in Filosofia discutendo una tesi sulla teoria delle catastrofi e attualmente vive; Antonio Florio ha conseguito le due lauree in Filosofia (Bari, Amsterdam) discutendo due tesi sulle teorie degli insiemi e fa il vasaio; Marco Sergio ha conseguito la laurea magistrale in Filosofia discutendo una tesi sulle teorie della denotazione e della referenzialità e anche lui cerca di vivere. Quest’ultimo testo è un viaggio nella cultura filosofica del Novecento inteso ad individuare alcuni momenti ed indirizzi di pensiero che ne hanno caratterizzato l’immagine su scala mondiale. Sotto questo profilo non è una storia della filosofia in compendio, ma vuole aprire una prospettiva, un punto di vista, uno sguardo sui principali movimenti culturali che hanno animato il dibattito nel secolo scorso ed ancora oggi si propongono come nodi problematici, sentieri da seguire nella ricerca degli anni a venire. Nel corso della lettura si troveranno alcune reticenze, alcune lacune, ma si troveranno anche autori che sono stati rimossi nei normali manuali di storia della filosofia, autori scomodi, come Lukàcs e Bataille, Cavaillés e Althusser, Foucault e Derrida, autori eretici rispetto al dettato degli apparati ideologici di stato ( scuola e università). Si tratta di una storia delle idee, la History of ideas che hanno rappresentato buona parte della cultura del Novecento. Perché i filosofi sono portatori di idee che vengono elaborate in un contesto societario, mentre la storiografia corrente propone alcuni giganti del pensiero staccati dai movimenti di massa. La storia delle idee, la storia della filosofia è nella sua essenza un confronto dialettico, una battaglia culturale nella teoria: da quale parte stare, dalla parte del pensiero imperiale, il pensiero del comando sociale oppure dalla parte del pensiero turbolento e magmatico della ecceità, le ecceità della storia, gli uomini che a volte nel silenzio fanno la storia, le storie. Karl Marx con le sue insuperabili intuizioni ha sostenuto che la storia del mondo è un rapporto continuo e conflittuale fra forze produttive e rapporti di produzione; l’intelletto generale, il general intellect, si struttura come rapporto dialettico fra i bisogni della forza-lavoro, della multitudo e il piano del capitale mondiale, fra il pozzo e la piramide, fra chi trasporta i cesti di pietra e chi dirige i lavori per la costruzione della piramide. Lo stesso scenario può essere proiettato nella storia del pensiero, il pensiero che governa, la governance e il pensiero lacerato, a volte emarginato delle masse. Fra queste due forme di pensiero non c’è continuità, ma rottura, coupure, opposizione paradigmatica. Nei Giardini di Avalon è stato anche presentato la scorsa estate il volume di un giovane studioso Enrico Mastropierro, Il corpo e l’evento. Sullo Spinoza di Deleuze ( Mimesis 2012) e una serata è stata dedicato al giovane poeta Augusto Maria Ficele. Quelli di Terre libere (Marino Centrone, Rossana de Gennaro, Massimiliano Di Modugno, Silvia La Piana, Giacomo Pisani, Pasko Simone) cercano collaboratori perché hanno progetti ambiziosi primo fra tutti la pubblicazione dei due volumi Della Bellezza con l’editore Mimesis e in secondo luogo la preparazione di un viaggio nel cuore della Padania partendo da Bari con una nave di Costa crociere. Si tratta di un viaggio immaginario per portare in Padania il pensiero dell’alterità e della differenza: il seminario sulla decostruzione praticato nella facoltà di Lettere e Filosofia dell’ Università di Bari negli ultimi vent’anni, si tratta di una pratica teorica che si articola nella visione di un film e in una lettura filosofica. Seminario sulla decostruzione Musica e filosofia Cotton club (F. Lyotard, Rudimenti pagani) Amadeus (F. Lyotard, La condizione postmoderna) Il pianista (J. Derrida, La scrittura e la differenza) The Ballet for life (J. Derrida, La scrittura e la differenza) Giulietta e Romeo (J.L. Nancy, Un pensiero finito) Strawinsky (J.L. Nancy, Un pensiero finito) Bolero di Ravel (Ph.Lacoue-Labarthe/ J.L.Nancy, L’absolu littéraire) Adagietto di Malher (J. Derrida, Violenza e metafisica) 9) Ciò che l’amor mi dice di Malher ( M. Centrone, Che ora è) 10) Flashdance (J.L. Nancy, La creazione del mondo) 11) Canone inverso ( G. Deleuze e F. Guattari, Il ritornello ) 12) Train de vie ( J.L. Nancy, La creazione del mondo) Un popolo a venire 14) Dreamers ( N’est qu’un début – lettura sul ‘68) Fandango (J. Kerouac, Angeli di desolazione) L’armata delle ombre (Jean Cavaillès) Sulla complessità sociale Wittgenstein, Fuga di mezzanotte, Canone inverso, Dreamers, Fandango Perché tutto questo? Perché il meglio deve ancora venire e non bisogna più ascoltare discorsi del tipo, ma come stanno bene i nostri figli che sono emigrati chi in Germania, chi in Francia, chi a Milano e che belle città ordinate hanno i tedeschi con le piste ciclabili, mentre a Molfetta esistono ancora delle cose inguardabili come quei tufi in via Baccarini quasi vicino al cinema Odeon, o il palazzo dei Fontana sul porto che sta per cadere giù e nessuno provvede. Perché dobbiamo far partire un Nuovo Rinascimento quando tutto il mondo guardava all’Italia come un esempio da seguire; non avevamo unità politica, quasi come oggi che ogni giorno nasce un nuovo partito, ma le corti rinascimentali erano uno splendore di arte, di vita e d’amore. Perché un nuovo Principe non può tornare come sognava Gramsci, ma le nostre città di provincia possono diventare posti a misura d’uomo e a Molfetta si può insediare una piccola università, un Dams (Drammaturgia arte musica spettacolo) nel centro storico e i politici possono consegnare il loro nome alla storia creando posti per la cultura e il sapere, senza concedere ulteriori licenze per insediamenti commerciali. Perché i Giardini di Avalon e il gruppo di pensiero che vi lavora devono diventare un punto di riferimento per le nuove generazioni. © Riproduzione riservata