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La città imbrattata con immagini offensive contro il sen. Azzollini. La condanna di “Quindici”
06 novembre 2014

MOLFETTA - Sarebbe facile per noi di “Quindici” ironizzare su un episodio che non esitiamo a definire squallido, condannandolo in modo deciso. Sarebbe facile ricorrere ai proverbi: “chi la fa, l’aspetti”; “chi di spada ferisce, di spada perisce” e simili.

Sarebbe facile per chi è stato vittima di insulti e diffamazioni da parte del centrodestra e dei suoi esponenti politici, esclamare “ben gli sta!”. Ma la nostra cultura politica, umana e cristiana, per fortuna è diversa. Perciò non saremo fra quelli che godono nel vedere la faccia dell’ex sindaco sen. Antonio Azzollini disegnata sui muri di Molfetta con alcuni stencil (disegni realizzati col normografo) offensivi.
La città oggi è stata imbrattata con un disegno del volto del sen. Azzollini con la consueta coppola e la scritta: “Senatore… sei stato intercettato. Nuovo porto Expo Mose… cosa ne sai?”.
A differenza del senatore, “Quindici” ha sempre ripudiato gli attacchi personali a lui e alla sua famiglia, rivolgendogli critiche anche aspre ma solo sul piano politico e amministrativo, per il ruolo pubblico che egli svolge e quindi soggetto alla valutazione dei cittadini elettori.
E oggi non possiamo non condannare gli stessi attacchi personali rivolti ad Azzollini. Non è tollerabile questo modo di fare politica. Mettere la faccia delle persone sui manifesti come hanno fatto lui e il suo partito Forza Italia, nascondendosi dietro una falsa satira, è pura diffamazione e per questo li abbiamo denunciati alla magistratura, chiedendo per loro una punizione esemplare. Ma proprio per questo non possiamo accettare l’identico comportamento da parte di ignoti, anche se rivolto verso chi ci ha insultato. E’ un fatto di civiltà, di rispetto verso le persone, anche quelle che non ci hanno rispettato.
Gli stencil contro Azzollini sono ancora più vergognosi perché anonimi. Pur non avendo condiviso la decisione della commissione sulle autorizzazioni a procedere del Senato a non consentire l’utilizzo da parte della magistratura delle intercettazioni delle conversazioni telefoniche di Azzollini, nell’ambito dell’inchiesta dello scandalo del Porto e della presunta truffa da 150 milioni di euro, che lo vede indagato; pur criticando il suo tentativo di sfuggire al confronto con la magistratura, non esistiamo a denunciare questi stencil.

Bene ha fatto anche il sindaco Paola Natalicchio, dimostrando molta dignità e senso civico, pur essendo vittima anch’ella di attacchi, insulti personali e diffamatori, a condannare gli autori di questi disegni che hanno imbrattato la città. «Un conto è la lotta politica e un conto sono gli attacchi personali – scrive il sindaco Natalicchio -. Abbiamo subito nei mesi vignette, alcune diffamatorie, e le abbiamo amaramente ingoiate. Ma non auguriamo a nessuno la stessa cosa. E quindi a chi ha imbrattato i muri della città con il volto di un politico locale, senatore della Repubblica, dico: le battaglie sul Porto e sulle grandi opere facciamole in altro modo. Senza sconti sui contenuti e sugli errori. Ma senza sbattere le facce delle persone sui muri».

Allo stesso modo non possiamo non condannare un certo modo di fare informazione con insulti e diffamazioni sui media e sui social network (sfogatoi pubblici per frustrati) da parte di miserabili praticoni e mestieranti dell’informazione che hanno fatto dell’insulto e della minaccia il loro stile di vita e di lavoro, squalificando una categoria nella quale, grazie ad una legge troppo permissiva (che verrà presto rivista), sono stati inseriti anche se indegnamente, non conoscendo l’etica e le regole della convivenza civile.

Ci auguriamo, infine, che questo squallido attacco al sen. Azzollini, possa rappresentare un monito per tutti, anche per coloro che concepiscono la lotta politica come attacco personale e che poi ne rimangono vittime. Di questo passo il rischio è che Molfetta continui ad andare verso un imbarbarimento sociale inaccettabile, che può portare veramente al degrado del senso civico e del confronto democratico e sociale.

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Per anni, sul blog di Quindici on-line si sono manifestate critiche anche piuttosto feroci sugli atteggiamenti e sui modi di fare della Giunta di C.D. ed in particolare del sig. Azzollini. Io stesso lo definivo S.S.P.S. (Sindaco, perché lo era; Senatore, idem; Presidente,presidente della V commissione bilancio del Senato e Sceriffo, per certi suoi atteggiamenti, un pò 'sui generis'). Non condividevo e non ero il solo, il suo modo di governare la nostra Città, alcune sue scelte, ecc.. C'erano poi altri frequentatori del blog che, anonimamente, usando nick-names di fantasia, lo attaccavano in modo, se possibile, anche più violento e volgare. Uno, in particolare, lo insolentiva, in uno spagnolo "maccheronico", usando termini, in lingua strana, ma inequivocabilmente offensivi (a proposito, che fine ha fatto costui? il "rapace vermiglio"?, così violento nel suo colorito linguaggio "maccheronico" ma non equivocabile nella sua volgarità, a volte, verso il Sindaco, da suscitare la mia riprovazione, pur essendo culturalmente agli antipodi del Sindaco e della sua Giunta. La politica l'ho sempre percepita come qualcosa di losco e non trasparente. Adesso,qui da noi, scopriamo anche il lato violento e offensivo all'estremo. Porcherie politiche ...nazionali se ne leggono e sentono ogni giorno; forse credevamo che noi molfettesi, anche nella nostra "vis" oppositiva e contraria al sig. Azzollini e quel che rappresentava, non avremmo mai scalato le vette dell'indecoro. L'abbiamo largamente fatto, grazie ad anonimi mascalzoni che, appunto vigliaccamente nascosti dietro l'anonimato, attaccano in modo così sguaiato il sig. Azzollini, indagato per presunti reati, in corso di accertamento giudiziario. Visto il colore usato,sarà mica opera ancora del "rapace vermiglio", che con questoha fatto ilsuo salto di "qualità" - si fa perdire - dopo tanto prolungato, mai rimpianto, silenzio? Non abbiamo condiviso ed abbiamo criticato manifesti sessisti, pieni di equivoci più o meno volgari, affermazioni poco eleganti ecc., ma sempre con una connotazione di "trasparenza". Non possiamo lasciar passare quest'episodiocon un: 'tanto, anche loro non scherzano', in fatto di volgarità. Mi associo senza se e senza ma alla posizione di condanna della Redazionee del Sindaco.



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