La cena nell’arte e della musica all’Aneb
Con il prof. Franco Leone
L’arte, la musica e la poesia in un sublime connubio hanno dato un tocco di originalità alla conferenza sul tema “La cena nell’Arte” tenuta sabato 4 febbraio nella sede ANEB di Molfetta dal prof. Franco Leone, docente in informatica, scrittore, poeta e studioso dell’arte, insignito di vari premi nazionali e internazionali di letteratura a Roma presso l’Università la Sapienza ed a Montecitorio con il Patrocinio della Camera dei Deputati. L’incontro è stato promosso dall’ANEB (Associazione Nazionale Educatori Benemeriti) sezione di Molfetta, presieduta dal prof. Michele Laudadio, allo scopo di offrire ancora una volta alla cittadinanza una straordinaria opportunità di vivere momenti culturali. Il prof. Leone ha ringraziato l’Aneb per l’invito ricevuto in quanto gli consente di illustrare ad un auditorio attento e competente alcune opere pittoriche ispirate al tema della cena e della convivialità, realizzate da illustri pittori vissuti in un arco di tempo molto ampio. Il relatore ha presentato questi capolavori con l’ausilio di proiezioni che hanno messo in luce il valore della pittura, arricchendola con poesie in endecasillabi che lui stesso ha composto e declamato accanto a ciascuna opera. Alla pittura e alla poesia si è unita la musica con la partecipazione di due bravissimi musicisti con una lunga carriera alle spalle: Agostino Turturro all’arpa e Ferdinando Dascoli al flauto che hanno eseguito musiche di Bach, Monteverdi, Chopin ed altri autori. Il prof. Leone ha illustrato inizialmente le opere sacre che riguardano la vita di Gesù. Nell’opera “Le nozze di Cana” di Giotto, conservata nella Cappella degli Scrovegni a Padova(1303--1305), la scena del banchetto nuziale avviene in un atrio, mentre intorno al tavolo a forma di elle, Gesu’ compie il suo primo miracolo: benedice le giare e trasforma l’acqua in vino. La sposa è seduta al centro del banchetto, indossa abiti pregiati, lo sposo è accanto a Gesù mentre l’oste dubbioso assaggia il vino. Di seguito è stato proiettato un affresco dell’autore Sodoma: “La moltiplicazione dei pani e dei pesci” (1503- 1504) che si trova a Pienza nella chiesa di Sant’Anna in Camporena. Gesù attorniato dai 12 apostoli è in colloquio con un bambino che gli porge i cinque pani e i due pesci con uno sguardo tanto dolce ed espressivo da implorare un miracolo. In fondo al quadro si ammira l’arco di Costantino e il Colle Celio con le rovine del tempio di Claudio. Il pittore ha voluto regalare all’osservatore una cartolina dell’Italia del suo tempo. “L’ultima cena” di Leonardo da Vinci, opera eseguita tra il 1493 ed il1498 per il refettorio del Convento di Santa Maria delle Grazie a Milano, rappresenta l’ultima cena di Gesù con i suoi 12 apostoli raffigurati dietro una lunga tavola imbandita in un momento di grande ansia e preoccupazione perché’ Gesù dice:” Uno di voi mi tradirà”. La notizia crea negli apostoli un grande turbamento e questo lo si nota dai loro volti. Gli apostoli sono raffigurati a gruppi di tre per chiedersi chi potrebbe essere stato il traditore. Gli occhi di Gesù sono bassi e rassegnati al proprio destino, mentre Giuda nasconde il viso per la vergogna tenendo tra le mani un sacchetto con le monete. Uno dei segreti più belli di questo affresco è la musica che scaturisce dalla sovrapposizione delle mani degli apostoli che creerebbero un vero pentagramma. Il genio di Leonardo da Vinci va oltre i confini dello scibile. Quindi è stata proiettata la “Cena di Emmaus”: dipinto ad olio su tela, realizzato nel 1606 dal Caravaggio e conservato nella Pinacoteca di Brera. Il Caravaggio esprime lo stupore dei 2 apostoli quando riconoscono in quel commensale Gesù nel momento in cui spezza il pane e lo dona loro mentre è seduto alla loro tavola. Il dipinto è avvolto da una luce che ci rende quasi partecipi del quadro e non più spettatori. Il gomito e la seggiola su cui è seduto uno degli apostoli pare che entrino nel nostro spazio. La brocca di vino rispecchia la sua ombra sulla tavola con un gioco di luci, il cestino ricolmo di frutta in bilico sul tavolo proietta la figura di un pesce (simbolo di Gesù), l’uva sembra quasi vera che la si può toccare. Il prof. Leone al termine della proiezione delle opere con soggetti sacri ne ha presentati altri di carattere profano aventi come elementi di rappresentazione: l’uva, i fichi, l’olio ed il vino. Nella Pinacoteca Ambrosiana di Milano si conserva il quadro del Caravaggio: “La canestra di frutta” (1597-1598). L’artista mette in scena anche frutta in stato malsano, foglie accartocciate, uva ammuffita, una parodia della vita. Questi dettagli rendono il quadro un capolavoro non solo visivo ma anche olfattivo e tattile grazie ad un gioco di luci e colori. “La Maddalena penitente” è un altro dipinto eseguito dal Caravaggio tra il 1594-1595, conservato nella Galleria Doria Pamphilj di Roma. La Maddalena è abbandonata su di una sedia, pare che, mentre Caravaggio la dipinge, ella si addormenta e sul suo viso le scende una lacrima tersa che rivela il suo pentimento. Sul pavimento, attorno alla sua figura con i lunghi capelli rossi che le scendono sulle spalle, sono rappresentati i suoi gioielli ed un recipiente di vetro contenente l’olio che servirà da unguento durante la deposizione del Signore dalla croce. Nel1595 il Caravaggio realizza l’opera: “Il riposo durante la fuga in Egitto della sacra famiglia”. La Madonna riposa tenendo in braccio il suo bambino che accosta al suo viso per accarezzarlo. Scende dal cielo un angelo che accompagna il loro riposo con la dolce musica del suo violino mentre legge lo spartito di un mottetto appartenente ad un musicista fiammingo. Il prof. Leone è riuscito a decifrare lo spartito appartenente al quarto libro dei mottetti della corona del re. Questa ricerca gli ha conferito un premio alla Camera dei deputati di Bruxelles. L’opera “Il concerto di giovani”, realizzata da Caravaggio nel 1597, si trova a New York. Rappresenta un gruppo di giovani suonatori: c’è chi sta accordando il liuto, chi legge lo spartito di una poesia, chi dovrebbe suonare il violino ed Eros che ascolta rivolgendo lo sguardo verso il basso. La pittura, la poesia e la musica sono rappresentate in un clima sospeso. Il prof. Leone ha illustrato anche il famoso quadro di uno dei più grandi artisti dell’800: “Colazione sull’Erba” (1862- 1863) di Edouard Manet che fu ispirato dal Tiziano. Il quadro raffigura una colazione all’aperto che vede protagonisti due uomini e due donne nude. I critici dell’epoca si scandalizzarono per l’atteggiamento di una delle due donne (una prostituta) con lo sguardo rivolto verso lo spettatore, per niente imbarazzata. Al termine della interessante conferenza, il prof. Leone ha voluto rivolgere un omaggio alla Puglia citando l’opera di Giuseppe De Nittis: “Colazione in giardino” (1883) conservata nella Pinacoteca De Nittis di Barletta, città natale dell’artista. Il quadro rappresenta una scena di vita quotidiana, il momento in cui la moglie del pittore ed il figlio Jaques fanno colazione nel giardino di casa a Parigi. Si nota lo schienale di una sedia scostata dal tavolo: è quella di De Nittis che si è allontanato dal gruppo per poterlo dipingere. La tavola è imbandita con tazze di porcellana, bicchieri di cristallo, posate lucenti e tovaglioli. Sullo sfondo c’è un bel prato inondato dal sole che illumina la scena mettendo in evidenza il talento del pittore. Al termine della straordinaria ed indimenticabile serata che ha catalizzato l’attenzione e l’interesse del pubblico presente immerso in un’atmosfera oserei dire quasi “celestiale”, il prof. Leone ha donato al presidente dell’Aneb Michele Laudadio una poesia scritta di suo pugno ed intitolata: “Molfetta, un dolce abbraccio sul mare”. Molfetta protende il suo abbraccio verso coloro che sono emigrati e si trovano lontani dalle proprie radici. Al professore l’Aneb ha donato il gagliardetto dell’Associazione in segno di stima e amicizia. Rosanna Cormio