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La Babelbar di Pasquale Gallo Il romanzo sulla Shoah in Puglia dal 1940 al 1945
15 settembre 2023

La Bari degli anni della seconda guerra mondiale come crogiolo “di lingue, uomini e destini” è il punto di approdo di un recente romanzo di Pasquale Gallo, pubblicato dalle Edizioni dal Sud. L’autore è stato docente di Letteratura Tedesca presso il Dipartimento di “Lettere Lingue Arti. Italianistica e culture comparate” dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. L’opera si innesta nel lavoro di ricerca condotto dallo studioso sul tema della Shoah in Puglia, in particolare tra il 1940 e il 1945, e sul “passaggio di intellettuali e scrittori ebrei in Puglia”. Non a caso, tra i suoi volumi di saggistica, possiamo segnalare Profughi austriaci nella Bari del 1944 – Franz Theodor Csokor, Alexander Sacher-Masoch, Hermann Hakel tra Poesia e Propaganda e Profughe e combattenti ebree nella Bari del 1944, pubblicati con le Edizioni dal Sud. Il lavoro di ricerca compiuto, unitamente all’approfondimento del milieu austriaco, ha consentito l’accuratezza della ricostruzione storica di una vicenda corale, che muove dalla Vienna del marzo 1938, per concludersi, tra Bari e la Palestina, nel 1945. Punto di contatto tra i personaggi principali è la Scuola Superiore di Arti Applicate, dove insegna il docente italiano Benedetto Rismondi, detto Tino, figlio di donna molfettese, e tra gli studenti si annoverano Bettina e Mizzak, talentuosi e innamorati ragazzi ebrei. Controcanto dei due protagonisti i giovani Kurtz e Charlotte, sedotti dal verbo nazista, così come l’odiosa “guardiana” che, all’espulsione della ragazza dalla scuola per motivi ‘razziali’, la saluterà con un “Ritorna nel lerciume del tuo ghetto”. Il personaggio di Kurtz, pur nelle non frequentissime apparizioni nel romanzo, finisce col divenire una sorta di vessillifero di un Male che si traduce in odio insano, in sete di umiliazione e distruzione del diverso, dell’altro da sé. Gallo restituisce bene il montare di rabbia che trova nell’ebreo, a fronte di un risentimento e di un antisemitismo cresciuti negli anni, l’ideale φαρμακ?ς della crisi seguita al fallimento nella prima guerra mondiale. Il professor Rismondi, sposato con l’ebrea Ljuba, e le famiglie di Bettina e Mizzak fuggiranno da Vienna. I Rismondi (Tino coltiva peraltro simpatie fasciste) e i Wittkowitz sceglieranno la strada dell’Italia, a causa dell’inesatta valutazione che vedeva il nostro Paese meno ostile agli ebrei. L’inasprirsi delle leggi ‘razziali’ li indurrà ad accorgersi del tragico errore commesso. Mizzak sceglierà la via del sionismo e sarà a bordo del piroscafo “Darina”, con meta Eretz Yisrael, la “Terra di Israele”. Il tema del viaggio (con il corollario soprattutto della nave come “eterotopia”) diviene dunque centrale all’interno dell’opera. Non anticipiamo il seguito degli eventi: la famiglia Rismondi, con Tino, Ljuba e la figlia Agnes, riuscirà a sopravvivere? Bettina e Mizzak, i due amanti disgiunti dal destino (in un passaggio Gallo sospenderà il giudizio su tale concetto, adottando l’espressione “Fato, Festino, Ventura, Fortuna o un Dio imperscrutabile”), si ritroveranno e potranno riprendere il dialogo d’amore interrotto? E che ne sarà dei tanti comprimari a cui il lettore si affeziona nel corso della narrazione? L’opera vede il ricorso a un narratore onnisciente, ma non disdegna il ricorso alla focalizzazione interna. La tecnica narrativa tiene costantemente sospeso il lettore. L’entrelacement induce, infatti, a seguire di capitolo in capitolo le vicende di ciascun personaggio, per poi nel finale approdare a ricongiungere i fili narrativi. Sotto il profilo dell’impasto linguistico, l’autore introduce frequenti battute in tedesco (“Deine Gäste sind da”) o termini ebraici conformemente all’origine di parte dei personaggi, ma in realtà non mancano nemmeno spunti dell’italiano regionale. Anche altre lingue, per esempio l’inglese, intervengono a rafforzare l’idea insita nel titolo. Gallo si sofferma inoltre sulla percezione del paesaggio italiano da parte dello straniero: si veda, a tal proposito, lo sguardo di uno dei giovani fuggiti da Vienna sulle costruzioni dei trulli, che dà adito a riflessioni sulla peculiare musicalità della lingua italiana e dei suoi dialetti. In Babelbar storia e invenzione dunque si mescolano: si pensi al terribile bombardamento di Bari del 2 dicembre 1943 o all’esplosione della nave Anderson nell’aprile 1945. Uno dei personaggi resterà invischiato nella vicenda della corazzata Italia, tenuta in custodia, come la Vittorio Veneto, ai Laghi Amari, altro spunto storico interessante. Gallo, insomma, ben risalda il destino dell’individuo alle vicende di popoli che hanno patito il vulnus della seconda guerra mondiale. E ben vengano la lettura e la meditazione su libri come questo! L’odio della mamma della piccola Mafalda, trasmesso alla figlia e tradotto in azioni insolenti verso la piccola Agnes, figlia di Ljuba e Tino, non è purtroppo molto differente dall’atteggiamento attuale di molti italiani verso chi reputano diverso da sé. E ancora oggi, il risentimento e l’insipienza dell’uomo medio (“nel mondo non è se non vulgo”, scriveva Machiavelli) lo rendono pronto a scagliarsi contro i φαρμακ?ι che la malafede di gente priva di scrupoli saprà additargli. © Riproduzione riservata

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