L’organo della antica Cattedrale di Molfetta
di Giovanni Antonio del Vescovo
In un fascicolo di acta beneficialia del 1543 vi è una indicazione relativa ad un altare dedicato a S. Maria della Annunciazione, subtus organum. Dell’esistenza di un organo nell’antica Cattedrale di Molfetta ne dava notizia Michele Romano nel suo “Saggio” del 1842 ritenendo che fosse stato il vescovo Cybo, prima di ascendere al soglio pontificio con il nome di Innocenzo VIII, a donare alla chiesa di Molfetta un organo.
Un organo fu dismesso alla fine del ‘5oo, giacché in una delibera capitolare del 1584 si legge della volontà di farne costruire uno nuovo ed in una “carta” del capitolo dello stesso periodo, si fa menzione di un organo vecchio. Non è noto al momento l’organaro artifex, ma solo l’autore della cassa, realizzata però nel 1621 da Crisostimo de Mariano di Molfetta; su di essa comparivano le insegne di Papa Innocenzo VIII e dei vescovi Pinelli, Bovio e Marini, mentre sulla cantoria quella del capitolo.
Nel 1878 Antonio Salvemini scrisse di un organo tutto dorato ad oro di zecchino, il quale fu distrutto nel principio di questo secolo per essere stato dall’umidità del mare rovinato. L’organo, situato sopra la cappella di San Giuliano nella cantoria, secondo il Salvemini, era già distrutto all’inizio dell’800. E’ certo comunque che nel ‘700, secondo Francesco Samarelli, dovettero esserci due organi in duomo, uno disusato con il trasferimento del Capitolo nella nuova Cattedrale nel 1785 e l’altro distrutto nei lavori di restauro del 1927( che recava in un ovale la dicitura ”Parroco Luigi Pansini-1813”). Dell’organo più antico ne attesta l’esistenza il parroco della chiesa di Santo Stefano, Vitangelo Fornari, che dichiarò nel 1785 di prendere in consegna, tra gli arredi rimasti nella vecchia Cattedrale, un organo sopra la porta piccola (v., M.G. DI CAPUA, La nuova Cattedrale di Molfetta, p. 345).
Si presentano due immagini dell’interno del duomo, dall’esame delle quali si possono ricavare alcune considerazioni. La prima immagine, un’incisione, venne pubblicata nel 1899 ne “Le cento città d’Italia”, supplemento mensile illustrato del “Secolo”; tale immagine è stata recentemente pubblicata da Nadia Masini nel quaderno n. 4 di Casa Piccinni, intitolato “Luigi Giuseppe Capotorti (Molfetta 1767-1842).Un musicista pugliese allievo di Piccinni”. Si potrebbe intravedere nel lato destro del presbiterio (ponendosi di fronte all’altare) una balconata di una cantoria dove forse poteva essere situato un organo oppure solo una cantoria destinata all’uso di cantori e strumentisti per le festività più importanti. (la costruzione di siffatta cantoria era stata disposta già nel 1613 dal vescovo Bovio).
Ad oggi non sono noti riscontri probanti in merito tranne una affermazione negli atti della visita di Mons. Gioia del 1926-27: s’è distrutta la cantoria di legno, dove era situato l’organo, con l’avvertenza però che potrebbe trattarsi anche della cantoria che si intravede appena nella seconda immagine qui proposta. La foto, risalente agli anni ’20, apparve in un articolo sulla storia di Molfetta realizzato da Vincenzo Azzariti su “Le cento città d’Italia illustrate. Molfetta medioevale e moderna” (edita da Sonzogno di Milano). Anche l’organo dovette verosimilmente subire la stessa sorte della cantoria: lo attesta il parroco Palmiotti in risposta ai quesiti postigli nel corso della visita pastorale di Mons. Salvucci del 1938: l’organo costruito a spese del Capitolo Cattedrale nel 1584 rifatto il principio del Sec. XIX ora non esiste più perché distrutto nel 1925 quando iniziarono i lavori di restauro della chiesa, lasciati poi interrotti. Le canne sonore furono portate nel Seminario Diocesano e la tastiera e meccanica si trovano logorate nel ripostiglio del campanile. Oggi si adopera nelle sacre funzioni un piccolo armonium.