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L'ultimo commosso addio al vescovo di Molfetta Luigi Martella Funerali solenni in cattedrale al cospetto delle massime autorità civili e militari, celebrati dall'Arcivescovo di Bari-Bitonto Francesco Cacucci. Messaggio di cordoglio di Papa Francesco: “la sua dedizione è stata esemplare verso il popolo di Dio”. Presente anche il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano. Grande e composta partecipazione popolare. Il sindaco Paola Natalicchio: “Don Gino ha guidato la comunità con rigore morale, composta ed esemplare mitezza”
09 luglio 2015

MOLFETTA - Una folla composta e commossa ha gremito la Cattedrale di Molfetta per l'ultimo saluto alla vescovo Don Luigi Martella scomparso improvvisamente lunedì notte stroncato da un infarto. I solenni funerali si sono svolti alla presenza delle massime autorità civili e militari e di numerosi vescovi pugliesi e la cerimonia è stata celebrata dall'arcivescovo di Bari-Bitonto e presidente della Conferenza Episcopale Pugliese Francesco Cacucci. A rappresentare la città di Molfetta la giunta comunale, il sindaco Paola Natalicchio, il Presidente Nicola Piergiovanni, il senatore Antonio Azzollini e il consigliere regionale Guglielmo Minervini, mentre il cordoglio della Regione Puglia è stato espresso dal governatore Michele Emiliano.

Un pastore, una guida silenziosa ma presente, un religioso “che ha sempre partecipato alla fraternità di Dio avendo la certezza di essere costantemente nel pensiero di Gesù Cristo. Così è riuscito a sostenere la sua grande responsabilità, il peso dell'episcopato. E' stato sempre certo di muoversi illuminato dall'amore di Gesù e così è stato capace di far fronte alle tante sofferenze della vita” ha ricordato l'arcivescovo Cacucci mentre Don Mimmo Amato ha letto dall'altare un breve messaggio di cordoglio inviato dal segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin a nome di Papa Francesco: “informato del decesso dell'eccellentissimo Mons. Luigi Martella vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, il Santo Padre Francesco desidera far pervenire ai presbiteri e ad i fedeli tutti di codesta comunità diocesana, come pure ai familiari del compianto presule, l'espressione della Sua spirituale vicinanza in quest'ora di grave lutto. Egli, mentre eleva fervide preghiere di suffragio per il benemerito pastore, ricordandone il fecondo ministero episcopale e l'esemplare dedizione verso il popolo di Dio, invoca per lui, dal Signore, auspice la Vergine Maria, il premio eterno promesso ai fedeli servitori del Vangelo”

Commosso il ricordo del sindaco Paola Natalicchio: “caro Don Gino te ne sei andato senza preavviso, senza fare rumore, senza dare fastidio, senza salutare nessuno. Ci siamo svegliati ieri provando un dolore profondo, una sensazione di solitudine e di vuoto. Siamo scappati tutti dalle nostre case e siamo venuti alla casa vescovile a trovarti ad abbracciare Don Mimmo, Don Vito, Don Angelo, i ragazzi dell'azione cattolica, di Luce e Vita. Con rigore morale, composta ed esemplare mitezza don Luigi ha guidato spiritualmente la nostra comunità. Sempre discreto ma presente, è stato molto accanto alla mia amministrazione. Punto di riferimento di una comunità che lo ha accolto, che lui portava nel cuore e che in questi anni ha voluto incontrare in ogni parrocchia e in ogni periferia sociale e urbana”. Una periferia sempre al centro delle sue preoccupazioni, ha ancora ricordato il sindaco che ha sottolineato come “è stato capace di trasmettere la preoccupazione per le sorti degli ultimi della nostra comunità e per le tensioni che spesso l'attraversano, invitandomi sempre a ritrovare il balsamo del dialogo e dell'ascolto”. Il feretro di Don Martella è infine uscito dalla Cattedrale accompagnato da una processione aperta dall'Arcivescovo Cacucci e composta dai vescovi presenti, i sacerdoti e i religiosi della diocesi, le autorità, i numerosi fedeli presenti. La grande folla, con sentita e composta commozione ha accompagnato il feretro fin fuori la cattedrale da dove poi è partito in viaggio per Depressa, luogo di nascita del vescovo e meta del suo riposo eterno.

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Autore: Onofrio Bellifemine
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