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L'oracolo fumante senza arrosto CORSIVO - Il comizio del sen. Azzollini di Forza Italia
15 novembre 2003

Fedele alle recenti perentorie indicazioni del “Grande Capo” di promuovere nei collegi incontri con cittadini nell'evidente intento di frenare le emorragie di consensi, il sen. Antonio Azzollini di “Forza Italia” è ritornato a parlare in pubblico. Il 26 ottobre scorso il popolo forzista si è raccolto intorno al suo leader che per un'ora e venti minuti, con la sua solita accattivante retorica oratoria ha…parlato. Il discorso è stato talmente ricco di concetti detti e ridetti negli ultimi due anni nei vari “Porta a porta”, che è sembrata una litania di luoghi comuni. Insomma il senatore ha spaziato su tutto senza dire niente, con le immancabili e ammiccanti citazioni per il tizio e il tal presente, tra cui il sen. Enzo de Cosmo più volte gratificato da applausi della platea. “Questo è il primo incontro dopo le elezioni – ha detto Azzollini -. Riprendiamo a parlare alla e con la città. Anche se le forze di governo devono agire e far parlare i comportamenti e le azioni, è opportuno comunicare quello che si è fatto”. Dopo questo preambolo il senatore ha parlato di “Forza Italia” come di un partito liberale che persegue i valori di pace, prosperità e felicità. Obiettivi evidentemente sempre più lontani, perché subito dopo il senatore ha elencato dei fatti negativi, quasi a voler giustificare che le cose non stanno andando per il verso giusto: l'impatto con l'introduzione dell'euro e la bassa crescita economica. Azzollini ha parlato di impatto negativo dell'euro, addossando la responsabilità al centrosinistra che non avrebbe contrattato l'ingresso nell'euro in modo diverso, accettando parametri troppo rigidi per l'Italia. Sulla bassa crescita economica (si prevede per il 2003 un incremento del Pil del 0,4%, rispetto al 4% degli Usa e il 9% della Cina), per il senatore tutto è riconducibile agli eventi dell'11 settembre. “Un evento che ha cambiato il mondo, che ha innescato nuove difficoltà e forse il centrodestra ha sbagliato in quel momento a non aver adeguato il programma di governo. In questo contesto estremamente difficile per l'Europa e l'Italia, il Sud rischia l'emarginazione”. Per il senatore è indispensabili, quindi, la ricetta liberista: mercato del lavoro moderno, riforma delle pensioni, fisco e infrastrutture, insomma le cosiddette riforme strutturali per rilanciare la competitività del sistema Italia. L'accenno alle infrastrutture ha segnato il passaggio del discorso alla realtà locale. Con il progetto sul nuovo porto collegato alla rete stradale e ferroviaria, a servizio dello sviluppo delle realtà economiche di Molfetta, Bisceglie e dell'agroalimentare di Corato (il riferimento a questa città era d'obbligo per la presenza del relativo sindaco), per il senatore si creeranno nuove opportunità e quindi un futuro migliori per le nuove generazioni e per soddisfare così le tante richieste di lavoro che gli arrivano quotidianamente. Dopo il porto Azzollini ha dato una serie di indicazioni agli amministratori della nostra città, sempre nell'ottica liberista: il Comune deve stabilire le regole per garantire qualità, sicurezza e legalità, in cui gli operatori possano intraprendere liberamente. Quindi privatizzazione dei mercati, per affrontare il problema casa immettere sul mercato tutte le case che si possono costruire di diverse tipologie e per rivitalizzare il commercio pensare a percorsi commerciali per recuperare zone come Piazza Paradiso e via Annunziata. Ultimo argomento: i servizi sociali, unico e vero banco di prova qualitativo di un'amministrazione comunale. Il senatore ha invitato a fare progetti per gli emarginati e gli indigenti e, anche se i trasferimenti sono destinati a ridursi, possono essere disponibili fondi nazionali specifici. Insomma, il senatore che ha fatto intendere il proprio impegno per reperire risorse in conto capitale per progetti non soltanto per Molfetta, ma anche per tutte le altre città del collegio senatoriale. In questo mare di parole registriamo un avvertimento un po' oscuro, a funzionari e burocrati, di rispettare senza indugio i voleri della politica. “Se qualcuno non se la sente può anche andare via”. Più esplicito, invece, una sorta di vigilanza, avvertimento o minaccia verso il gruppo di amministratori azzurri presenti (consiglieri comunali, assessori e presidente della Multiservizi e Asm). “Se qualcuno di loro ruba sarà preso a “stambate” in bocca”. Come a dire che il furto e l'unico metro di giudizio sulla rettitudine e moralità. Ovviamente il finale è stato dedicato all'orgoglio e la gratitudine di essere esponente di Forza Italia e della Casa delle Libertà, una coalizione granitica che porterà a termine il mandato ricevuto dagli elettori. Al termine del discorso baci e strette di mano di rito. A chi chiedeva notizie sulla vicenda delle case di via “Aldo Fontana” il senatore ha risposto, come al solito, che stava operando, mentre per l'ospedale prometteva una imminente manifestazione ad hoc. Insomma, un oracolo fumante senza arrosto. F. d. R.
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