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L'On. Pionati oggi a Molfetta per Alleanza di Centro
18 aprile 2009

MOLFETTA- Sarà il leader nazionale di Alleanza di Centro per la Libertà, l'on. Francesco Pionati, a inaugurare la nuova sede molfettese del partito. Domani pomeriggio, sabato 18 aprile, alle 17.00, nella sala convegni di Palazzo Giovene (in piazza Municipio), l'ex giornalista della Rai farà tappa a Molfetta per presentare il nuovo soggetto politico che a livello cittadino fa riferimento al segretario Raffaele Salvemini, all'assessore comunale Mimmo Corrieri e al consigliere comunale Mauro Squeo. Presenti all'incontro di domani, i dirigenti nazionali e regionale del nuovo partito. “Alleanza di Centro è un partito moderato e centrista che nasce per aggregare nel centrodestra tutti coloro che si riconoscono nei valori del popolarismo e del cattolicesimo liberale europeo” spiega lo stesso Corrieri. “Stiamo vivendo un momento cruciale per la storia economia e sociale del nostro Paese e siamo direttamente protagonisti del rilancio dell'economia avviato dal Governo Berlusconi e, a Molfetta, dal sindaco Antonio Azzollini. Di fronte a queste grandi sfide – prosegue Corrieri – gli eredi della tradizione del Partito popolare italiano e della Democrazia Cristiana che fu di Don Sturzo e De Gasperi, non possono rimanere fuori da un processo che va verso la creazione di una grande forza unitaria di centrodestra, popolare, riformista e liberale”.
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.......continuo Gaudio...... . ......"gli ammalati" in minoranze nelle "moderne" società democratiche. La cultura delle società democratiche è sempre più una cultura di massa, povere di idee originali e passivamente accettate (da bassa cultura), la quale dà origine alla sfrenata ricerca di ricchezza e benessere, in quello che poi verrà definito consumismo. La democrazia o l'uguaglianza delle condizioni (come la chiama Tocqueville) non invade solo la sfera politica, ma tutta la società civile, facendo nascere, positivamente, opinioni diverse, usanze e sentimenti. Inoltre, essa porta ad una grande mobilità sociale - perchè la ricchezza circola in tutti gli strati sociali - e ad una profonda vitalità della libera iniziativa individuale. Il motivo di critica più rilevante alla "democrazia moderna" e quello legato al dominio assoluto della maggioranza. Infatti, il potere della maggioranza non è solo politico: è soprattutto un atteggiamento intellettuale e morale, che colpisce le intime convinzioni degli uomini, isolando duramente chi la pensa diversamente. Tocqueville: "Un Presidente rieleggibile non lavora più per l'interesse pubblico, ma solo per la sua rielezione". Così per tutte le altre cariche di responsabilità governative ed amministrative. A me sembra che, in Italia, da quarant'anni a questa parte, "digeriamo" i soliti minestroni, le solite "cianfrusaglie", i soliti "bla, bla, bla, bla.............. . Il motivo poi del perchè, c'è chi si ammala e chi non, da discutere. Conosco una leggenda umana dalla creazione ma, da raccontare in altra occasione.
NON E' UN'OPINIONE... E' SOLO UNA RINFRESCATINA DI MEMORIA... RAI - MEDIASET, INTERVIENE L'AUTHORITY: IL DUOPOLIO FAVORISCE LA COLLUSIONE Repubblica — 23 novembre 2007 - pagina 2 sezione: POLITICA INTERNA ROMA - Un primo atto concreto già c' è. L' Authority per le comunicazioni «ha aperto un' istruttoria» sul patto Rai-Mediaset che ha omologato e addomesticato l' informazione televisiva. Corrado Calabrò premette che l' indagine «valuterà i fatti», non sarà limitata cioè alle notizie giornalistiche sulle intercettazioni e all' inchiesta di Repubblica. Il presidente della Agcom, nell' audizione in commissione Cultura alla Camera, è durissimo sulla Rai («è un pachiderma semi paralizzato da spinte politiche contrapposte») così come sul conflitto d' interessi e «il duopolio che ha favorito lo scambio d' informazioni con legami informali tra le due parti e una simmetria che ne ha facilitato la collusione». Pluralismo, rispetto delle regole e indipendenza dell' informazione spazzati via. Ma per Silvio Berlusconi la "centrale unificata tv" che ha dato un' informazione manipolata ai cittadini," non è mai esistita. Quel che c' è, dice, è un attacco contro di lui. «Ci sono iene e sciacalli», si difende l' ex premier e proprietario di Mediaset. Una difesa solitaria, sprovvisto com' è degli alleati della Cdl. In primo luogo Gianfranco Fini che - a ennesima riprova del gelo tra lui e il Cavaliere - nega assolutamente ci sia un' operazione di sciacallaggio. Fini di sciacallaggi non ne vede in giro, però non si iscrive a nessuno dei due partiti, «né con chi pensa questo sia un complotto ai danni di Berlusconi né con chi ritiene sia stato un tentativo di Berlusconi di assoggettare la Rai». Tuttavia il presidente di An ammette che un riassetto del sistema radiotelevisivo è necessario: non è un apprezzamento della riforma Gentiloni («Non va bene») ma una parziale apertura, dal momento che riconosce «l' urgenza» di fare qualcosa su informazione e conflitto d' interessi. Una divaricazione tra Fini e Berlusconi sempre più accentuata. Minimizza il Cavaliere sul patto Rai-Mediaset. «Al telefono si parla come quando si è sul lettino dello psicanalista, i contenuti appartengono in qualche modo all' ambito onirico delle persone...non ho perso tempo a leggere le intercettazioni, queste telefonate sono la normalità tra chi fa tv. Siamo ai limiti della comica». E poi va all'offensiva: «Questa è una lesione della privacy, della singola libertà del cittadino» perché sono intercettazioni che «mettono sotto controllo cittadini qualsiasi e il cui contenuto viene pure reso noto: lo scandalo vero è che nessuno in Italia è più sicuro di poter parlare al telefono». E si schiera con Deborah Bergamini, sua ex assistente personale diventata dirigente Rai adesso nell' occhio del ciclone con Fabrizio Del Noce e Clemente Mimun. Sul conflitto d' interessi poi, nega a spada tratta. «Una legge sul conflitto d' interessi c'è già», liquida la questione intervistato a La7 da Giuliano Ferrara. Giura non ci sarà un riflesso tra la vicenda Rai-Mediaset e il confronto con Walter Veltroni e il centrosinistra sulla legge elettorale. «Non credo freni il dialogo». Sul patto Rai-Mediaset scende in campo l' ordine dei giornalisti. Oltre a Bergamini, Mimun e Del Noce anche Bruno Vespa e FRANCESCO PIONATI sono stati convocati dall' ordine dei giornalisti del Lazio che ha segnalato ai rispettivi ordini regionali della Lombardia e della Toscana gli altri giornalisti finiti nelle intercettazioni, cioè Carlo Rossella, Mauro Crippa e Antonio Socci. - GIOVANNA CASADIO http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/11/23/rai-mediaset-interviene-authority-il-duopolio-favorisce.html



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