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L'inganno dello specchio, a Molfetta si parla di disturbi dell'alimentazione
11 marzo 2015

MOLFETTA - Un indicibile dolore, una sofferenza senza fine, una vita che non si può definire tale, un dramma che segna indelebilmente non solo la vittima ma anche la famiglia, gli amici ed il tessuto sociale entro il  quale il malato interagisce. Si torna a parlare di disturbi dell’alimentazione perché si deve, perché vi è un obbligo morale a cui non è possibile, non ci si deve sottrarre.

L’Amministrazione comunale  pretende attenzione verso i disturbi dell’alimentazione e lo fa organizzando, nell’ambito del forum Agenda 21, presso l’Aula consiliare, il convegno “L’inganno dello specchio”, per cercare di dare un aiuto concreto, di indicare le strutture in grado di curare e supportare il dolore, strutture pubbliche di eccellenza come quella presso la quale prestano servizio le relatrici del convegno, la psichiatra Laura Dalla Ragione e la filosofa Paola Bianchini,  entrambe promotrici con il  Ministro dello Sport e delle Politiche giovanili, Giovanna Melandri,  nel 2006, di una campagna contro gli stereotipi del mondo della moda. Nel cuore dell’Umbria, giungono, sempre più numerosi  pazienti alla ricerca di una cura risolutiva per la mente e per il  corpo (nella foto Dalla Ragione, Balducci, Bianchini, Natalicchio).
Il dott. Ottavio Balducci consulente del Comune di Molfetta per la rete Città Sane, ha tracciato un breve excursus in merito alla centralità che è andata via via assumendo la salute, e di conseguenza l’alimentazione, per la città di Molfetta, sin  dal 1997 quando Molfetta entra nella rete Città sane, fino al 2014, anno in cui unica città non capoluogo, ospita il meeting, durante il quale la città di Milano lancia in maniera prospettica, verso Expo 2015, iniziative specifiche su alimentazione, salute, anoressia e bulimia, Expo a cui Molfetta parteciperà tramite Cuoredipuglia. Il dott. Balducci sottolinea la necessità di una figura professionale che segua l’adolescente attraverso gli anni che lo porteranno all’età adulta, un percorso duro e doloroso destinato a segnare per sempre. I disturbi dell’alimentazione colpiscono adolescenti di cui il 95% femmine fino a diciotto anni, ma ci sono casi in cui l’età si abbassa a nove anni. Un dato allarmante vede i disturbi dell’alimentazione identificati come la malattia mentale col più alto indice di mortalità tra gli adolescenti (suicidio e arresto cardiaco).
Con la dott.ssa Enza Cocozza del Comune di Molfetta, il dott. Balducci  ha tracciato una mappa dei centri in Puglia, pubblici e privati, abilitati a seguire il lungo percorso che si trovano ad affrontare adolescenti e famiglie.
Il Sindaco Paola Natalicchio, salutando i numerosi operatori intervenuti, ha affermato che si è deciso di festeggiare la Festa della donna organizzando il  convegno  su anoressia e bulimia.
Il dott. Cesario Schiraldi  ha sottolineato la necessità di potenziare la rete dei centri pubblici, dotati di equipe multidisciplinare,  in grado di seguire questa problematica poiché l’unico centro della Asl è nel comune di Gravina in Puglia.
La psichiatra e psicoterapeuta Laura Dalla Ragione ha ribadito l’impellenza di soluzioni ad un problema che vede, in Italia, circa tre milioni di persone ammalate tra gli otto ed i cinquanta anni, persone accomunate dal cattivo rapporto che hanno con il proprio corpo e dall’ossessione verso il cibo. La diffusione endemica dei disturbi di cui anoressia e bulimia sono i più conosciuti, è dovuta a stili di vita diversi rispetto a decenni passati. I disturbi sono “democratici” nel senso che non risparmiano regioni o classi sociali. Tutte le adolescenti, perché maggiormente colpite rispetto ai ragazzi, vogliono lo stesso corpo magro.
In aumento i bambini al di sotto dei dodici anni, dato allarmante poiché minore è l’età in cui si manifesta il disturbo, più devastanti sono i danni che producono. Si pensi allo scarso accrescimento osseo. Il disturbo prevalente è la bulimia nervosa che permette di mantenere magro il corpo attraverso metodi di compensazione come uso di diuretici, lassativi, vomito autoindotto.
La certezza della diagnosi di disturbi dell’alimentazione è data dall’ossessione, dal pensiero costante delle calorie da bruciare, del penso, di come ingannare i genitori. Negli adolescenti maschi il disturbo si manifesta anche  con l’ossessione per l’attività fisica, disturbo che prende il nome di bigoressia cioè attenzione ossessiva per la massa muscolare. In aumento anche l’ortoressia, la paura di essere contaminati dagli alimenti, che porta ad ingerire solo cibi “puri”. Il risultato è sempre lo stesso: la perdita di peso, ma effetti devastanti sono causati dalla mancata assunzione di vitamine, proteine fondamentali al corpo.  I disturbi alimentari sono associati ad altre patologie come depressione, cambi di umore che vengono scatenati da molteplici fattori psicologici, vulnerabilità genetica, traumi, stili di vita.  
Il ruolo della famiglia è cambiato negli ultimi venti anni,  attualmente meno colpevolizzata. Determinante è la precocità della diagnosi. Un intervento nel primo anno dalla manifestazione del disturbo, assicura il 90% della guarigione. Dopo i tre anni il disturbo viene considerato cronico ed è di difficile soluzione, ma non impossibile.
Della consapevolezza dei limiti dell’animo umano ha parlato la dottoressa Paola Bianchini, filosofa in servizio presso la struttura umbra, che ha sottolineato la necessità di prendere atto della grandissima contraddizione che è la vita, un continuo mettersi alla prova, affrontare il fisiologico dolore. La vita che non è messa alla prova non è vita, affermava Socrate, ma se da un lato sembriamo pronti ad affrontare sfide inimmaginabili, dall’altro non siamo capaci di affrontare il fisiologico succedersi della perdita della giovinezza, dell’arrivo della malattia e della morte. Dovremmo preparaci a morire da persone vive, perché solo essendo consapevoli della fine della vita, vivremmo intensamente, senza dipendere dal pensiero altrui, senza pensare a noi stessi in quanto individui  riconosciuti da un altri individui.
Gli adolescenti colpiti dai disturbi dell’alimentazione lamentano disistima e sensi di colpa per non essere in grado di essere felici nonostante le attese dei genitori, si sentono investiti di una responsabilità troppo grande per la loro età: quella di essere felici e di successo a tutti i costi.
Per questo l’inganno dello specchio produce effetti e lacrime  che solo un viso giovane e sorridente riesce a nascondere.

© Riproduzione riservata                                                            

Autore: Beatrice Trogu
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