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L'influenza A/h1n1 Chiariamoci le idee
15 dicembre 2009

Paura è ciò che tutti noi in questo periodo proviamo per la quotidiana notizia di decessi in tutto il globo per via della influenza A/ H1N1, nome che per la maggior parte della gente è difficile da pronunciare, ma che tutti abbiamo stranamente imparato. Perché per combattere un nemico bisogna conoscerlo. L’influenza è definita pandemica, parola che incute terrore perché associata a morte, ma ciò non è vero, poiché sta ad indicare solo la repentina diffusione su larga scala, ovvero la facilità di contagio. Infatti il numero di decessi è molto minore a quello delle normali influenze stagionali, che per esempio contano 8mila vittime dello scorso anno nella sola Italia, di cui mille per polmonite e influenza e altri 7mila per altre cause, contro le “sole” 82 vittime in tutta Italia (dati del 24/11/’09), che rappresentano lo 0,0034 del numero dei malati di influenza A. Inoltre “Tutte le persone decedute tranne tre - dice il ministero della Salute -, presentavano gravi patologie pregresse”. L’influenza A è la variante del virus A/H1N1 di derivazione suina che si è tramutato in modo da diventare trasmissibile da persona a persona. I sintomi sono quelli della comune influenza stagionale, e in particolare tosse, raffreddore, mal di gola, persino vomito e diarrea in alcuni casi, con febbre di circa 38° o superiore. Per curarsi bisogna rivolgersi dal medico di base, per via telefonica per evitare il contagio, che valutando il caso prescriverà degli antivirali quali l’Oseltamivir (Tamiflu) e il Zanamivir (Relenza) da prendere entro 48 ore dalla comparsa dei sintomi. Questi farmaci non fanno guarire dall’influenza ma possono aiutare sia ad alleviare i sintomi sia ad abbreviare il periodo della malattia e prevenire gravi complicazioni. Importante è rimanere a riposo a casa per 5-7 giorni anche con lo scopo di non diffondere il virus. Per evitare il contagio bisogna non stare a stretto contatto con altre persone ed evitare luoghi affollati, lavarsi frequentemente le mani, non toccarsi la bocca, gli occhi o il naso e non mangiarsi le unghie, cestinare eventuali fazzolettini dove ci si ha starnutito o tossito. “Prevenire è meglio che curare” recita un noto adagio. Per questo i mezzi di comunicazione via etere ci assillano parlando di questo morbo che, come ora è palese, non è così temibile ma che anzi è meno aggressivo della stagionale influenza. Il vaccino “Focetria”, prodotto dalla Novartis, contiene degli anticorpi di cui non dispone il nostro organismo e permette di non ammalarsi. E’ consigliato a tutti dai sei mesi di età fino ai 65 anni, poiché gli anziani possiedono già gli anticorpi necessari per la caratteristica propria delle epidemie, che le vede ripresentarsi dopo 40 anni. Nella somministrazione del vaccino hanno la precedenza i soggetti a rischio, ovvero le persone affette da malattie croniche dell’apparato respiratorio, malattie dell’apparato cardiovascolare, diabete, neoplasie, obesità e così via. Il vaccino può essere co-somministrato con quello dell’influenza stagionale in arti differenti, ricorrendo alla somministrazione di quest’ultimo non adiuvato. Per la semplicità del codice genetico virale, questi può facilmente subire evoluzioni ed essere immune al vaccino ergo infettare comunque l’individuo. Concludendo, la psicosi generale è stata causata dai Telegiornali che, per motivi di audience, hanno sovradimensionato la situazione, non mettendo la popolazione nelle condizioni di conoscere il “normale” numero di perdite umane per l’influenza stagionale e il loro fisiologico decorso. I soggetti sani colpiti dall’influenza A non devono abbandonarsi ad eccessivi allarmismi, ma rivolgersi al proprio medico di famiglia che li curerà con semplici antivirali.

Autore: Saverio Tavella
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