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L'Associazione per il Partito Democratico di Molfetta raccoglierà domani firme per il referendum L'A.P.D. informa che ha dato la propria adesione al Comitato promotore nazionale anche la F.U.C.I.
15 giugno 2007

MOLFETTA - L'Associazione per il Partito Democratico di Molfetta raccoglierà le firme per il Referendum domani, sabato 16 giugno, dalle ore 19, a Corso Umberto, altezza Galleria Patrioti Molfettesi. La raccolta di firme da parte dell'A.P.D. è finalizzata a promuovere il referendum per abolire gli aspetti più negativi della legge elettorale fatta approvare nella scorsa legislatura dal governo Berlusconi con la piena adesione dell'on. Casini e dell'on. Fini. L'A.P.D. informa, inoltre, che ha dato la propria adesione al Comitato promotore nazionale anche la F.U.C.I., le cui motivazioni inserite nel seguente comunicato stampa di adesione ritiene di poter condividere pienamente: “La Federazione Universitaria Cattolica Italiana (F.U.C.I.), a firma del Vice Presidente Nazionale, dottor Umberto Ronga, è all'interno del Comitato Nazionale Promotore dei Referendum Elettorali sin dalla sua costituzione. “La nostra è un'iniziativa trasversale di sussidiarietà civile che la Federazione vive nella dimensione dell'impegno civile, intellettuale e partecipativo”. Con queste parole il dottor Umberto Ronga ha qualificato l'impegno della Fuci a favore dei referendum che intendono abrogare parti dell'attuale legge elettorale. “Non basta limitarsi a raccontare la cittadinanza”, ha aggiunto il Vice Presidente della Fuci, “è necessario avere il coraggio di praticarla democraticamente nelle forme e nei modi che la nostra Costituzione garantisce. Una buona riforma del sistema elettorale, oggi, è una priorità che non può esser più disattesa, perché da essa dipendono la capacità di governo della classe politica, la stabilità delle nostre istituzioni, la trasparenza dei meccanismi elettorali e il funzionamento della nostra democrazia”. La Federazione degli universitari cattolici, riunita in assemblea a Vicenza in occasione del proprio recentissimo Convegno Nazionale, ha votato un documento nel quale descrive le ragioni tecniche e culturali che motivano la sua adesione al progetto referendario. Prima tra tutte, la consapevolezza di voler offrire al Paese il proprio contributo, per questa riforma che va rivelandosi sempre più come una questione di interesse civile, oltre che politico, indispensabile non soltanto ai fini del rafforzamento istituzionale, ma, anche, della tutela ultima di coloro che non hanno accesso al potere e che pagano in ultima istanza le inefficienze del sistema. Nel solco di una tradizione tracciata dalla Federazione già nel lontano Congresso Nazionale di Bari (1989), in cui fu annunciato l'impegno della Fuci a sostegno dei referendum dei primi anni '90, e coerente all'indirizzo culturale che allora fu indicato, la Fuci ne conferma l'impegno lanciando “un segnale di responsabilità civile, vivacità, dinamismo e partecipazione giovanile convinta” (vedi documento paragrafo n.5). La Fuci, nel riconoscere al Parlamento la naturale e primaria titolarità della funzione legislativa, auspica che all'interno di quella sede si possano trovare convergenze credibili per il varo di una riforma organica, in grado di coniugare le esigenze di governabilità con quelle di rappresentanza, restituendo ai cittadini istituzioni decidenti e meccanismi di attribuzione del consenso che valorizzino la trasparenza e la meritocrazia della competizione elettorale. “Il referendum”, ha concluso la Presidenza Nazionale della Fuci, “si rivela in grado di realizzare un duplice obiettivo: da un parte, quello di sollecitare il Parlamento a riformare il sistema elettorale e, dall'altra, di consentire comunque, in caso di un non auspicato fallimento parlamentare, il varo di una buona riforma, di gran lunga migliore di quella attuale”.
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