MOLFETTA - “Io sono qui per il suo sorriso. Ho conosciuto Paola al lavoro. Non lasciatevi scappare Paola. E’ una forza della natura. Sono qui come amica e come sostenitrice dell’intelligenza, della passione e dell’energia di Paola”.
Così ha esordito a Molfetta, Giovanna Melandri, attuale presidente della Fondazione “Maxxi” di Roma ed ex ministro per i Beni e le Attività Culturali, nel dibattito “La cultura come risorsa”, in appoggio al candidato sindaco del centrosinistra a Molfetta, Paola Natalicchio. E che la cultura sia importante, dopo anni in cui è stata bistrattata dal centrodestra e dal suo ex sindaco sen. Antonio Azzollini e viene ancora emarginata nel programma del candidato del Pdl Ninni Camporeale, che su questo argomento ha rimediato una figuraccia pubblica da ricordare, lo conferma l’enorme partecipazione popolare all’incontro con la Melandri: il Corso Umberto straripava di gente, come appare nelle foto.
“L’Italia è alla ricerca di un posto nel mondo. Quel posto può essere costruito attorno alle nostre forze, alla nostra cultura, alla nostra bellezza, alle nostre radici di questa terra meravigliosa distrutta e calpestata da chi ha immaginato che con la cultura non si potesse mangiare. Oggi al salone del libro di Torino, Umberto Eco ha affermato che in questi anni in Italia c’è stato un ministro intelligente, ma poco furbo. Quel ministro ha declamato che con la cultura non si mangia. In Italia con la cultura si vince nel mondo. Molfetta è ricca di bellezze inestimabili come il duomo, bisogna decidere che si vuole cambiare marcia, perché la cultura produce ricchezza. Per ricchezza intendiamo la ricchezza civile, la consapevolezza, la conoscenza, la ricchezza spirituale, la ricchezza occupazionale.
Ho avuto il privilegio – ha continuato Giovanna Melandri - di servire il nostro Paese come ministro alla cultura e poi insieme a Paola nel ministero delle politiche giovanili (la candidata è stata la sua portavoce). Abbiamo delle risposte da dare ai nostri giovani. Dobbiamo affermare che una cooperativa sociale, culturale che produce teatro, musica può vivere. L’arte è come l’amore. Non abbraccia ciò che è bello. Rende bello ciò che abbraccia. E noi dobbiamo abbracciare la passione civile, i giovani che desiderano costruire il loro futuro in Italia. La globalizzazione significa anche costruire opportunità per gli immigrati e i turisti che vogliono conoscere l’Italia e le bellezze delle città come Molfetta”.
La Melandri ha poi parlato del Duomo di Molfetta: è un incastro tra le diverse epoche e dobbiamo offrirlo al mondo. E’ la radice del nostro popolo. C’è l’esigenza di dare risposte alla crisi di senso di un’intera generazione. L’Italia attraversa un periodo difficile, di crisi delle istituzioni e della politica. Abbiamo il dovere di portare volti nuovi e cambiamenti nelle istituzioni.
Giovanna Melandri ha raccontato al pubblico brevi frammenti di vita trascorsi con Paola Natalicchio. “Ho conosciuto Paola durante la campagna referendaria del 2005, sulla fecondazione medicalmente assistita. Io sono stata catturata dalla sua energia, dalla sua schiettezza e dalla lealtà. Abbiamo bisogno di donne come Paola. Viviamo in un Paese in cui l’immagine della donna è stata calpestata, offesa e abbiamo dovuto difendere le donne che offrono il loro servizio alla comunità. E se Molfetta sceglierà una donna, non sbaglierà. Sarà una Molfetta proiettata nel futuro che sa dare energia alle nuove generazioni”.
Il dibattito si è concluso con un piacevole concerto di musiche e danze popolari a cura di Terre di Musicanti, Soballera, Fabulanova.
In precedenza Giovanna Melandri aveva invitato i cittadini di Molfetta a prendere un caffè con lei. Poi si è recata a visitare il Duomo e le altre bellezze della città. E’ andata anche al Pulo, ha visitato la dolina, ma avrebbe voluto visitare il museo con i reperti archeologici di cui le abbiamo parlato, ma era chiuso. Un indice della considerazione in cui il sindaco Azzollini ha tenuto la cultura (eppure c’è stato uno sprovveduto ministro del governo Monti che, probabilmente sollecitato, gli ha assegnato un premio: succede anche questo nell’Italia di Berlusconi). Da precisare, come aggravante alla mancanza di politica culturale del centrodestra, che il giorno in cui è venuta la Melandri a Molfetta era la giornata internazionale dei musei. La cosa si commenta da sé.
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