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Inflammatus: lunghissimi applausi per l'ensemble Le Consonanze e per il soprano Anna Maria Stella Pansini a Molfetta Prosegue con successo il Festival di Pasqua promosso dalla Fondazione Vincenzo Maria Valente
04 aprile 2022

MOLFETTA –Lunghissimi applausi hanno sottolineato il successo di Sacralità e sacro in Mozart e Boccherini, secondo appuntamento con la musica sacra nell’ambito del festival Inflammatus, promosso dalla Fondazione Vincenzo Maria Valente di Molfetta, incentrato sul repertorio del Settecento italiano ed europeo.

A introdurre la serata l’Adagio e Fuga KV 546 per Quartetto d’archi di Wolfgang Amadeus Mozart, eseguiti da Carmine Scarpati, Clelia Sguera, Donatella Milella, Matteo Notarangelo. Non un brano di musica sacra, dunque, ma una composizione «ricca di sacralità», come ha sottolineato il direttore artistico della Fondazione Valente, Sara Allegretta, una composizione caratterizzata da un motivo dolente e patetico in contrasto con movimento ritmico ed energico; contrapposizione che si ritrova anche nella Fuga.

Il quintetto Le Consonanze (Carmine Scarpati, Clelia Sguera, Donatella Milella, Matteo Notarangelo, Massimo Allgretta) e il soprano Anna Maria Stella Pansini hanno eseguito l’intenso “Stabat Mater” di Luigi Boccherini nella sua prima versione, quella del 1781, composta, com’era consueto nel Settecento, su committenza. A richiedere la composizione dello Stabat Mater, che prevede un quintetto d’archi e la voce soprano, fu l’infante di Spagna. La seconda edizione, invece, vide la luce nel 1800, probabilmente per volontà di Luciano Bonaparte, ambasciatore di Francia a Madrid. I gusti musicali erano cambiati e Boccherini creò una composizione che vede l’intervento di tre cantanti, una introduzione sinfonica e una conclusione più ricca.

Lo Stabat Mater, un testo attribuito a Jacopone da Todi, ha avuto, nel corso dei secoli grande apprezzamento; sono circa 400 le versioni che musicisti hanno voluto misurarsi con quei toccanti versi, da Pergolesi a Dvorak, da Boccherini a Rossini.

La composizione eseguita nella suggestiva cornice della chiesa San Domenico può essere definita intima, raffinata, ricca di spiritualità e originalità (cosa non semplice, dovendo confrontarsi con il celebre Stabat Mater di Pergolesi); evoca il dolore della Madre dinanzi alle sofferenze del Figlio sulla Croce.

Il ritmo, ora lento, ora vibrante e concitato, non fa che accrescere l’impeto drammatico del testo, sino alle ultime battute, legate agli ultimi versi che, invece, richiamano la serenità dell’orante che, dopo aver contemplato e condiviso tanta sofferenza, ha fiducia nel premio eterno.

Prova di grande virtuosismo da parte dei musicisti dell’ensemble Le Consonanze e del soprano Pansini.

Il prossimo, imperdibile, appuntamento con il Festival di Pasqua Inflammatus, “Le ultime sette parole di Cristo sulla Croce” di Haydn, si terrà sabato 9 aprile presso la chiesa San Pio X.

@Riproduzione riservata

Autore: Isabella de Pinto
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