Incredibile notte di fuoco con sparatoria e 6 feriti Arrestati 5 ragazzi baresi
Notte estiva di fuoco il 3 settembre scorso a Molfetta, tra la banchina San Domenico e via San Domenico. Tutto è cominciato nella discoteca sulla costa “L’Eremo” tra Molfetta e Giovinazzo, quando un gruppo di baresi, già noti alla giustizia con precedenti per droga, furto ed estorsione e provenienti dai quartieri “Libertà” e “San Cataldo” del capoluogo, ha cominciato ad infastidire una ragazza, che ha subito respinto i tentativi di contatto anche fisici dei giovani del capoluogo. All’insistenza di questi ultimi hanno reagito una quarantina di amici molfettesi della ragazza e ne è nata una rissa. Poco dopo i carabinieri della compagnia di Molfetta erano già sul posto e avevano identificato tutti i giovani, interrompendo la lite e rispedendoli a casa, non essendoci gli estremi per fermarli, non avevano droga o armi con sé. I baresi sono sì tornati a casa con una Peugeot 207 grigia, ma a prendere le armi e tornare a Molfetta a prendersi la rivincita sui giovani molfettesi. Li hanno trovati sulla scalinata che dalla banchina S. Domenico porta a via S. Domenico, dove è avvenuta la sparatoria. Insieme a loro c’erano una cinquantina di ragazzi che, com’è abitudine del sabato sera a Molfetta, stavano mangiando cornetti caldi del bar Arcobaleno. I baresi avevano messo a punto un piano per dare una lezione ai loro avversari. Fingendo di volersi riappacificare Vincenzo Brattoli, 36 anni, si avvicinava a due di loro prendendoli per il braccio e cercando di allontanarli dal gruppo: “Dai non è successo nulla, capita di litigare”. In quel momento spunta l’amico Fabio Pisani, 18 anni del quartiere Libertà di Bari, impugnando una pistola calibro 9x21 e comincia a sparare alle gambe dei malcapitati. Segue un fuggi fuggi generale, mentre 2 ragazze e 4 ragazzi restano a terra feriti dai colpi di arma da fuoco: i carabinieri hanno trovato per terra 4 bossoli e 2 ogive. Due giovani donne di 25 e 26 anni, rimangono ferite: la prima, al ginocchio sinistro e la seconda al polpaccio e al ginocchio. Un altro giovane di 28 anni rimane ferito in maniera più grave e per lui è necessario un intervento chirurgico d’urgenza per estrarre il proiettile conficcatosi nell’inguine (30 giorni di prognosi). Una ragazza di 20 anni viene soccorsa dall’ambulanza del 118 e il medico a bordo provvede subito ad estrarle il proiettile conficcatosi nel tallone. Gli altri giovani feriti tra i 26 e i 31 anni, vengono anch’essi medicati al pronto soccorso dell’ospedale di Molfetta. I carabinieri della compagnia di Molfetta al comando del cap. Vito Ingrosso e delluogotenente Giuseppe Malerba non perdono tempo, allertano tutte le pattuglie radiomobili della zona e una di queste rintraccia in via Sesamo nel quartiere “San Cataldo” di Bari Fabio Pisani, che viene arrestato. Poi le manette scattano anche per l’altro barese Vincenzo Brattoli. Mentre gli altri del gruppo, tutti fra i 18 e i 19 anni, dopo rapide indagini vengono arrestati il giorno successivo. L’accusa per Brattoli e Pisani è di tentato omicidio aggravato, porto abusivo di armi da fuoco (la pistola non è stata trovata) e rissa. Per fortuna, senza nulla togliere alla gravità dell’episodio, non ci sono state più gravi conseguenze, come accade quando si spara fra la folla e ci scappa il morto. Per fortuna, la movida molfettese è più tranquilla di altre e questo episodio rappresenta un’eccezione, però da non sottovalutare. Ottimo e tempestivo il lavoro dei carabinieri, anche grazie alla collaborazione dei testimoni e dei gestori dei due locali sfortunatamente coinvolti (si tratta di locali tranquilli, dove ogni sabato si ritrovano i ragazzi della movida molfettese), ma estranei alla vicenda, che, comunque, è un segno dei tempi che viviamo. Accade da sempre che ragazzi baresi tentino di fare la corte alle ragazze di Molfetta e che gli indigeni siano un po’ gelosi delle loro amiche, ma non era mai accaduto che, per questo, si arrivasse alla rissa e addirittura alla vendetta con armi da fuoco. Un segno di questi anni, sempre più inquieti e non più tranquilli come un tempo e dove la donna è sempre oggetto di violenza diretta o indiretta: serve più educazione in famiglia e più cultura (che tanti spesso sottovalutano) per invertire questa pericolosa deriva violenta.
Autore: Leonardo de Sanctis