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Inchiesta sul nuovo porto di Molfetta, si aggrava la posizione giudiziaria dell'ex sindaco sen. Azzollini: ora accusato anche di concussione Secondo i Pubblici Ministeri della Procura di Trani il parlamentare del centrodestra come capo dell'amministrazione cittadina avrebbe obbligato l'ingegnere comunale Balducci a firmare il progetto per “vantaggi politici”
20 novembre 2013

MOLFETTA - Nuovi guai giudiziari per l’ex sindaco del centrodestra di Molfetta, sen. Antonio Azzollini (foto), presidente della commissione Bilancio del Senato (che fa parte del finto gruppo di dissidenti di Berlusconi) per la vicenda della costruzione del nuovo porto commerciale.
Ad Azzollini sarebbe stato contestato ora anche il grave reato di concussione, art. 317 del codice penale: Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, costringe o induce taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denato od altra utilità è punito con la reclusione da quattro a dodici anni. Infatti, dopo l’interrogatorio dell’ing. Enzo Balducci, ex dirigente comunale dell’Ufficio tecnico comunale responsabile unico del procedimento del porto, come “Quindici” aveva anticipato, la posizione di Azzollini si è aggravata, perché lo stesso Balducci avrebbe dichiarato di essere stato indotto dal senatore «a tenere plurime condotte illecite nel compimento degli atti di responsabile unico del procedimento e, in particolare, a validare falsamente il progetto definitivo e il progetto esecutivo», dicono i magistrati.  Azzollini sarebbe andato oltre e avrebbe anche umiliato pubblicamente Balducci, urlandogli contro in pubblico il solito “sciatavin” ormai noto a livello internazionale, dopo essere stato diffuso su you tube: «Se non siete capaci di farlo toglietevi davanti lasciate stare tutto, sciatavin, andatevene!».
Secondo i magistrati, per Azzollini ci sarebbe stato un«vantaggio di natura politica».

Non dimentichiamo che il senatore del Pdl (oggi del Nuovo Centrodestra o come si chiamerà il partito dei finti dissidenti del Pdl, che non hanno aderito a Forza Italia, “tradendo” Berlusconi, secondo l’ultima manfrina comunicativa del cavaliere, che è un genio in questo)è già indagato per associazione a delinquere finalizzato a «commettere più delitti contro il patrimonio, la fede pubblica e la pubblica amministrazione connessi o comunque collegati ai procedimenti amministrativi per la costruzione dell’opera».

Secondo i magistrati ci sarebbe stata un’associazione a delinquere tra Balducci, Calderoni, Azzollini, il consigliere regionale Antonio Camporeale e l'ex dirigente delle Finanze, Giuseppe De Bari, finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, all'abuso d'ufficio, a reati contro la fede pubblica, alla frode in pubbliche forniture, all'attentato alla sicurezza dei trasporti e alle violazioni ambientali. Così sarebbero stati stanziati, in 12 anni, 147 milioni di euro di fondi statali per costruire il nuovo porto commerciale (ora sotto sequestro), malgrado le bombe sulle bombe.

Balducci sostiene di essersi difeso sostenendo di aver messo le firme solo per un mero errore dovuto alla fretta. La notizia della nuova accusa di concussione per l’ex sindaco Azzollini è stata data oggi con ampio risalto dai giornali “La Gazzetta del Mezzogiorno” e il “Corriere del Mezzogiorno”.

«L'ulteriore contestazione è scaturita dall'interrogatorio di garanzia reso il 14 ottobre dal funzionario comunale Vin­cenzo Balducci, prima finito agli ar­resti domiciliari e poi interdetto dai pubblici uffici – scrive Antonello Norscia sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” -. Il nuovo addebito emer­ge dalla richiesta d'incidente probatorio che i pubblici ministeri Fran­cesco Giannella, Giuseppe Maralfa ed Antonio Savasta hanno inoltrato al gip Francesco Zecchillo per assumere dunque con valore di prova dibatti­mentale da un lato le dichiarazioni di Carlo Parmigiani della CMC di Ra­venna (cooperativa interessata ai lavori portuali), dell'ex vicesindaco Pietro Uva e dello stesso Balducci; e dall'altro una perizia su vari profili contrattua­listici ed amministrativi della vicenda. La pronuncia del gip sull'istanza del variegato incidente probatorio è attesa nei prossimi giorni.
L'interrogatorio di Balducci buttò nuove ombre sul ruolo del senatore di centrodestra. Non a caso la triade di  Pm non ha tardato a contestargli anche l'accusa di concussione. Per gli inqui­renti, Azzollini abusando delle sue qua­lità e dei relativi poteri “più volte ma in esecuzione del medesimo disegno cri­minoso induceva Balducci (dirigente comunale ai lavori pubblici e respon­sabile unico del procedimento ammi­nistrativo per il porto, dunque pubblico ufficiale) a tenere plurime condotte il­lecite; in particolare a validare falsa­mente il progetto definitivo del porto (settembre 2006) e quello esecutivo (feb­braio 2008) e a consentire la prose­cuzione del procedimento e del con­tratto d'appalto pur in presenza di con­dizioni di fatto che ne rendevano do­verosa la rescissione".
Le pressioni di Azzollini sarebbero state finalizzate ad ottenere “un van­taggio di natura politica, derivante dal consenso conseguente alla realizzazio­ne dell'opera durante i suoi mandati politici, e dal conseguimento e man­tenimento a vantaggio della sua ge­stione amministrativa di fondi pubbli­ci”. In sostanza per i pm tranesi il nuovo porto sarebbe stato un argomento politicamente proficuo; al contrario dello stop ai lavori, che anzi avrebbe potuto nuocere. Balducci avrebbe sottostato ai desiderata di Azzollini “per evitare il pericolo di subire il pregiudizio pa­trimoniale e morale della revoca dell'in­carico”. Nell'atto dei pm si legge di “condotte di abuso di Azzollini che si sostanziavano anche in rimproveri e umiliazioni di Balducci pure in pre­senza di altre persone”:  “Se non siete capaci toglietevi dai coglioni, lasciate stare tutto, sciatavin, andatevene!”.  In­tanto, lunedì in Procura saranno in­terrogati diversi esponenti dell'ex giun­ta municipale».

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