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“Imparate dal Sud”, la lezione di Lino Patruno sui primati dell’Italia Meridionale L’ultimo libro del giornalista che legge il Mezzogiorno in chiave di opportunità
15 febbraio 2023

Dimenticate l’annosa e complessa “questione meridionale”, mettetela un attimo da parte. O meglio ancora, riconsideratela dopo aver letto attentamente Imparate dal Sud. Lezione di Sviluppo all’Italia, la nuova opera di Lino Patruno. Non un semplice saggio, ma un manuale, una guida che alimenta la fiducia e la speranza nel futuro. Giornalista e direttore della “Gazzetta del Mezzogiorno” per 13 anni, oggi saggista e docente universitario, Patruno ha più volte nella sua carriera dimostrato di essere un fiero uomo del Sud, di conoscerne ricchezza e potenzialità e di non sottostare alla classica narrazione che vuole il Sud Italia come un peso, una piaga per la sostenibilità del resto d’Italia. E continua a farlo, raccontando le storie, studiando i dati, esponendo teorie espresse da studiosi, storici, economisti e sociologi. Il risultato di questi studi è proprio il suo ultimo libro nel quale ci elenca, in maniera avvincente, uno dopo l’altro i primati del Sud sconosciuti ai più ma dei quali invece andare fierissimi. E sono storie sorprendenti. Sono tante. In quanti sanno, per esempio, che è tutta calabrese l’intelligence Valley che i Giapponesi ci invidiano? Oppure che è “made in Puglia” il primo sistema al mondo di sicurezza dei droni? O ancora, in quanti sanno che anche l’arte mondiale parla meridionale, grazie a Vincenzo De Bellis e Anna Lovecchio? Il Sud produce ed esporta. Moda, aerospaziale, farmaceutico chimico, alimentare: ogni comparto ha il suo primato. Certo, Patruno non chiude gli occhi davanti ai problemi. Il Sud li ha. Ed anche qui, sono i dati a dimostrarlo, c’è poco da fare. Lo Stato aiuta per il 61,7% il Nord mentre per il restante 38,3% il Sud. Anche i privati hanno più fiducia e per questo investono nel Nord al 60% e solo al 20% nel Sud. Le infrastrutture e la sanità sono sempre un passo indietro rispetto al resto d’Italia. Ma noi meridionali siamo forti, siamo resilienti, in barese si dice simpaticamente “capatosta” (testa dura). Il lavoro ce lo sudiamo. Siamo capaci di reinventare ogni volta la nostra vita surfando (non a caso, abbiamo il mare più bello del mondo) tra le mancanze, le iniquità. Per questo non saremo mai un peso ma una ricchezza, un’opportunità. Ed è alla luce di questi fatti che è ormai chiaro che il Sud ha vinto. E noi con lui. © Riproduzione riservata

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