Recupero Password
Imbarbarito il confronto politico a Molfetta. Gli ex dc moderati abbracciano la politica dell'odio e delle offese personali della peggiore destra locale Sorpresa e disgusto per l'ultimo volgare manifesto affisso in città con offese e attacchi personali all'assessore regionale Guglielmo Minervini
27 marzo 2015

MOLFETTA - Il livello del confronto politico a Molfetta ha toccato il livello più basso degli ultimi anni. Il risentimento personale, il livore, la rabbia covata per anni da parte di personaggi condannati dalla storia e dall’elettorato, è esplosa senza controllo. Il confronto, insomma si è imbarbarito: non nascondiamo di essere rimasti sorpresi e disgustati. Scendere nelle offese personali non è mai corretto in politica e se a farlo sono persone che si richiamano alla fede cristiana e alla ex Dc, la cosa può apparire all’opinione pubblica, ancora più deplorevole.

Cosa è avvenuto nelle ultime ore? Sono stati affissi a Molfetta, contro l’assessore regionale Guglielmo Minervini, vergognosi, rancorosi manifesti che non hanno nulla di politico, ma molto di personale. Sono manifesti che fanno venire il voltastomaco a prescindere dalla persona a cui sono rivolti. Personaggi che sembrano aver perduto l’equilibrio politico per il quale erano conosciuti, si sono giocati in un attimo una reputazione costruita in anni di vita politica all’insegna della “moderazione di centro” e sono scesi ai livelli più bassi della destra molfettese, nota per gli insulti personali e la coltivazione dell’odio, come pienamente dimostrato in questi ultimi anni da una classe dirigente di infimo livello, la peggiore della storia della città.
L’invidia, sentimento poco cristiano, emerge chiaramente dalle frasi di chi si firma come “cambia verso”: “vecchie cariatidi” come li ha definiti qualcuno su Facebook, dove il manifesto è stato condannato e i cui contenuti sono stati respinti perché ritenuti unanimemente deplorevoli e incivili. Il renziano “cambia verso”, come abbiamo già scritto in passato, a Molfetta è rappresentato da quanto di più vecchio la politica locale oggi esprima e quel motto, perciò, potrebbe essere indirizzato in primis a loro. Ma questi vecchi politici che non si rassegnano ad uscire di scena con dignità e al momento giusto, come insegnava Salvemini, dopo aver cambiato varie casacche, avendo come unico obiettivo politico quello di tentare ancora di restare a galla e di aspirare ad occupare poltrone o a controllare l’azione amministrativa della città, credendo di poter rappresentare ben individuate lobby di interessi, tornano a fare danni soprattutto alla città. Si deve a loro, alle loro manovre interne al Pd se oggi Molfetta non ha alcun rappresentante nella città metropolitana, per il loro boicottaggio del candidato locale.
Qui intendiamo parlare solo del manifesto e della scelta oltranzista di certi personaggi politici. Non entriamo nel merito delle scelte dell’assessore Guglielmo Minervini, che potremmo anche non condividere, ma che, comunque rispettiamo: riguardano solo lui e se ne assume la responsabilità né vogliamo occuparci, in questa sede, delle critiche rivoltegli per non essersi candidato nel Pd (senza lasciare, però, il partito) a causa dell’ostilità manifesta del candidato presidente Michele Emiliano, arrivato a fargli i conti in tasca, dimenticando che anche lui, in due mandati di sindaco di Bari, ha guadagnato i suoi soldini. L’ex magistrato ha rinnegato perfino il lavoro serio e costruttivo fatto dal centrosinistra in questi anni alla Regione. Ma a Guglielmo va riconosciuto almeno il coraggio di non essere saltato sul carro del vincitore (come stanno facendo a gara tutti anche dal centrodestra), scegliendo di candidarsi nella lista “Noi a Sinistra per la Puglia", nuovo progetto politico, voluto dal presidente Nichi Vendola e dal sen. Dario Stefàno per non disperdere il patrimonio politico e amministrativo di questo decennio. Così, questa decisione di Guglielmo, è stata l’occasione per far sì che certi consiglieri comunali, tipo Annalisa Altomare, apparsi molto nervosi, poco moderati e molto aggressivi negli ultimi mesi, cogliessero l’occasione per tirare fuori le vecchie ruggini e risentimenti del passato per i loro mancati successi politici. E qui, è scattato subito l’attacco a Minervini, accusato di scarsa coerenza. Certo, è difficile per Annalisa Altomare accettare il confronto per chi, come lei, è alla disperata ricerca di visibilità e di un ruolo politico, come appare in consiglio comunale. Ma “da che pulpito viene la predica” si chiede oggi l’opinione pubblica. In questi quasi due anni l’ex sindaco Dc (per pochi mesi e non eletto dal popolo), non ha mai perso l’occasione di criticare e attaccare violentemente e pubblicamente in consiglio comunale, il sindaco del centrosinistra, e quindi anche del Pd, Paola Natalicchio. E’ questa la sua coerenza?
La scelta del cambiamento e della discontinuità, messa in atto dall’amministrazione in carica, non sembra essere gradita ai gattopardi locali che vogliono che tutto resti come prima. Certo, cambiare verso, ma con una paurosa inversione ad U: questo auspicano Annalisa Altomare e l’amico di sempre Lillino Di Gioia, non iscritto al Pd, transitato da varie formazioni e movimenti politici, anch’egli da vecchio Dc, posizionato sempre al centro, mantenendosi su posizioni moderate, almeno fino alla pubblicazione del vergognoso manifesto di cui parliamo. Cosa ha spinto i moderati di ieri sulle posizioni oltranziste di oggi?
L’obiettivo e il desiderio nascosto, sarebbero quelli di impossessarsi del Pd, che ormai sotto la guida di Renzi sembra più un partito di destra che di centrosinistra, cacciare il segretario Giulio Calvani e mettere al suo posto una persona più vicina alle loro posizioni, come potrebbe essere il giovane Giuseppe Percoco, anch’egli sofferente di mal di pancia negli ultimi tempi.
A coronamento di questo progetto forse, verrebbe tirato fuori dal cappello a cilindro il candidato di “cambia verso” alle elezioni regionali che potrebbe essere Antonio Di Gioia, figlio di Lillino, persona giovane e promettente. Ma non si poteva dirlo e proporlo subito, senza gettare discredito e fango sulle persone? Con questa scelta la quadratura del cerchio sarebbe completa, con l’obiettivo, dopo le consultazioni regionali, di fare un accordo con il gruppo di Piero de Nicolo per far cadere l’attuale amministrazione di centrosinistra. Stop and go, direbbero gli anglosassoni. Insomma, il Pd, diviso e lacerato, dalle elezioni regionali uscirebbe a pezzi.
Così Lillino e Annalisa, che nei loro pasticci politici di questi anni non sono approdati a nulla, riuscirebbero a compiere l’ennesimo disastro: non far eleggere alcun rappresentante locale al consiglio regionale, regalando masochisticamente anche la città al centrodestra. Magari per poi lamentarsi, con un altro manifesto, della mancata presenza di Molfetta nei consessi che contano, come avvenuto per la città metropolitana. Lacrime di coccodrillo!
Fantapolitica, la nostra? Può darsi, ma forse la lettura dei comportamenti (ricordate la peggiore Dc?) da parte di chi ha una quarantennale esperienza della politica cittadina e ne è la memoria storica, può rivelarsi abbastanza vicina alla realtà alla prova dei fatti. Staremo a vedere.
Del resto non era forse il simbolo della Dc, l’on. Giulio Andreotti, colui che sosteneva che “a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”?

© Riproduzione riservata

Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""







Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet