MOLFETTA - Il vescovo della Diocesi di Molfetta, Giovinazzo, Terlizzi e Ruvo, mons. Luigi Martella scrive agli studenti all'inizio del nuovo anno scolastico.
Ecco il testo che sarà distribuito in tutte le scuole e pubblicato sul prossimo numero del settimanale diocesano "Luce e Vita":
«Carissimi, con l’imminente apertura del nuovo anno scolastico, il mio pensiero, carico di affetto, corre frequentemente verso di voi.
Nei processi della natura, il mese di settembre, è un tempo di “raccolta”, ma anche un tempo in cui si prepara il terreno per “nuove semine”. Voi vi preparate, per così dire, ad essere un terreno “accogliente” in vista di risultati soddisfacenti per la vostra crescita non solo intellettuale, ma anche umana e spirituale.
Immagino che il vostro animo sia affollato da sentimenti contrastanti: l’entusiasmo per un nuovo inizio, la gioia di riabbracciare i compagni, la curiosità di cimentarvi con nuove materie e nuovi programmi, ma anche la malinconia di un’estate finita e delle spensierate vacanze ormai alle spalle. Non manca la paura per gli ostacoli da superare, il timore di non essere all’altezza, il terrore di sprecare un anno della vostra giovinezza. Insomma, un groviglio di emozioni difficili da gestire, ma che sono pure il bello della vostra età, mentre, ahimè, per noi adulti, sono motivo di nostalgia!
Sicuramente troverete delle novità, che spesso si esprimono in un linguaggio più o meno simile: accorpamenti di plessi scolastici, restrizioni, tagli, meritocrazia, ecc. Sono espressioni di una “crisi” di cui siete a corrente e di cui ne sperimentate il peso e le conseguenze. Anzi, potremmo dire che “vittime” principali di una crisi così vasta e profonda sono proprio le nuove generazioni.
Si impone allora una domanda: che possiamo fare noi, che potete fare voi, cari ragazzi, fra i banchi di scuola, per il superamento di questo interminabile “tunnel” della crisi?
Ritengo che il primo compito che vi spetta sia quello di impegnarvi al massimo nello studio, per prepararvi a dare un contributo qualificato alla società di domani. Vedete, il mondo cambia e nessuno può stare a guardare in attesa che le cose si mettano “a posto” quasi per incanto. Occorre, perciò, con l’impegno di ciascuno, con l’ingegno e l’inventiva, dare un orientamento nuovo alla società; occorre soprattutto imprimere il segno di una “nuova responsabilità”. è il contributo che la storia, la politica, l’economia e tutti i settori della vita si aspettano da voi. Non è per sovraccaricarvi di pesi eccessivi, ma per ricordare che la qualità della vita è compito di tutti e ognuno deve fare la sua parte.
Non è difficile convincersi che la radice profonda della crisi è di ordine morale: tutto cioè parte dal “cuore”. Si impone, perciò, un cambiamento di mentalità e di stili di vita: alla logica del possesso egoistico e sleale, dell’affarismo sfrenato e senza scrupoli bisogna opporre un’educazione alla sobrietà, all’essenziale, allenandosi al sacrificio e alla condivisione con i meno fortunati.
La scuola e, dunque, i docenti e gli educatori, non possono fornirvi solo nozioni e concetti, devono trasmettervi qualcosa di più: l’amore per la vita, la speranza di un futuro migliore, la passione per l’impegno, per la cultura, quella vera ed autentica che ha nell’esperienza cristiana una delle più belle realizzazioni.
So che molti di voi frequentano la parrocchia e le associazioni cattoliche, ma non mi sfugge il fatto che tanti altri non partecipano alle iniziative della “chiesa”, anche questi ultimi mi stanno a cuore. So pure che la maggior parte segue l’Ora di Religione, e questo mi rincuora perché può essere un’occasione importante per curare sempre il “dialogo” e rinsaldare i “ponti” con una visione di vita che non è estranea alla cultura di tutti noi.
Mi auguro, cari ragazzi, che possiate trovare negli insegnanti di Religione persone colte e capaci di trasmettervi questi valori, ma sono certo che sapranno presentarvi quell’uomo straordinario che ha sconvolto la storia, anche se il mondo non l’ha riconosciuto e non lo ha accolto appieno: Gesù Cristo, che per credenti e non credenti è l’inizio di un modo nuovo di interpretare il mondo, per cambiare il cuore delle donne e degli uomini che lo abitano.
Se la scuola lavorerà in questo senso, come sono sicuro, contribuirà veramente ad aprire per voi ragazzi una finestra sul futuro, perché lo possiate affrontare con coraggio, lungimiranza ed entusiasmo.
Buon anno scolastico a voi, alle vostre famiglie, ai dirigenti, ai docenti, al personale docente e a quanti curano la vostra formazione. Con tutto il mio cuore di amico, di Padre e di Pastore».