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Il “Trio Felix” conclude la rassegna pianistica “Wanda Landowska Piano winter” Marilena Gaudio (soprano), Giacomo Piepoli (clarinetto) e Flavio Peconio (pianoforte)
15 dicembre 2022

Conclusa alla Chiesa del Cuore Immacolato di Maria, Oratorio “San Filippo Neri”, la Rassegna pianistica “Wanda Landowska. Piano winter”, curata da “Wanda Landowska Festival & Competition” e dall›“Associazione culturale Terra Gialla”, con la direzione artistica di Margherita Porfido. A chiudere la rassegna l’intenso concerto del Trio Felix, formazione composta da Marilena Gaudio (Soprano), Giacomo Piepoli (Clarinetto) e Flavio Peconio (Pianoforte). Raffinata e variegata la scelta dei brani che hanno accompagnato il pubblico in un viaggio musicale tra fine Settecento e primo ventennio del Novecento, con propaggini ancor oltre; alcune delle composizioni – come per esempio, Das Mühlrad di Conrad Kreutzer – sono state pensate proprio per un tipo di formazione di tal genere (soprano, clarinetto e pianoforte). Ogni esibizione è stata introdotta con garbo e levità da Marilena Gaudio; in un itinerario che ha preso le mosse dalla rivista “Athenaeum”, fondata a Berlino nel 1798 da August Wilhelm e Friedrich Schlegel, la voce del soprano ha sottolineato aspetti tecnici, raccontato trame e richiamato testi, riannodando le vicende dei melodrammi ora alla temperie storico- culturale che li ha veduti nascere, ora – come nel caso di Puccini – alla biografia del musicista. In Das Mühlrad, il pianoforte evoca con ipnotica grazia il movimento della ruota del mulino, scenario di una delusione amorosa preceduta da tristi presagi e resa con nostalgia e melancolia da Gaudio. In Heimatlied del boemo Kalliwoda il clarinetto accentua felicemente le impressioni di un’atmosfera montana. Seguono due esecuzioni strumentali, con l’aura sorniona dell’atmosfera anni Venti della Sonatina (terzo tempo) di Horovitz, scomparso nel 2022, e la saudade rattenuta del Libertango di Astor Piazzolla. Momento centrale della serata l’esecuzione di tre celebri arie pucciniane, tutte su libretto di Illica e Giacosa. La Spannung è senz’altro raggiunta con Un bel dì vedremo. Marilena Gaudio dona alla sua Madama Butterfly accenti tra il trasognato e l’allucinato, laddove nell’attesa confidente sembra già d’intravedere baluginare la volontà autodistruttiva che condurrà all’harakiri. Un’esibizione da gustare in tutte le sfaccettature, anche nell’estrema espressività della mimica facciale. Diversa ma egualmente ben riuscita la Mimì della Bohème, della quale il soprano evoca con ironia e leggerezza l’indole ingenua ma non troppo, nel momento in cui tesse la tela della seduzione verso Rodolfo. Un’allure che oscilla tra il dialogato e la distensione nelle volute di Ma, quando vien lo sgelo, sino alla malinconia nel dolente constatare il carattere inodore dei fiori che l’Arte realizza. Tra gelosia e disperazione, conclude efficacemente la sezione la Tosca di Vissi d’arte, vissi d’amore, cui seguirà – per pianoforte e clarinetto – Always Smaller di A. Schreiner, in cui Piepoli, ben accompagnato da Peconio, dà vita a una deliziosa e divertente sfida con il pubblico, suggellata da una chiusa all’insegna del puro divertissement. Il finale si dispiega tra le maglie della struggente I’ te vurrià vasa di Di Capua (non caso il tormento della gelosia riconnette la canzone napoletana in questione alla vicenda di Tosca), sospesa tra furore d’amore e desiderio di pace, e di Reginella di Lama, ricordo di un legame cresciuto nell’indigenza e poi sgretolatosi, ma non ancora confinato del tutto nel passato. Il pubblico si è lasciato coinvolgere nel canto e ha poi richiesto il bis, concesso dagli artisti con una convincente esecuzione di Torna a Surriento. Ottima conclusione dunque per la Rassegna pianistica “Wanda Landowska. Piano winter”, grazie al talento e alla maestria di tre musicisti che – nella solida compagine del “Trio Felix” – hanno condotto il pubblico a quella condizione di dolceamara rêverie che solo l’arte sa donare. © Riproduzione riservata

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