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Il trabaccolo poi goletta Tergesteo
15 aprile 2015

In un numero precedente di questa stessa testata ci siamo interessati della goletta Gelsomina; quell’articolo ha suscitato diversi ricordi a un lettore di “Quindici”, discendente di uno degli ex proprietari (Vincenzo Altomare). Contattato, ha gentilmente messo a disposizione due quadri a pittura raffiguranti uno la Gelsomina e l’altro la goletta Tergesteo, che offriamo in visione ai lettori. I due quadri sono ad opera di Francesco Scoccimarro di Trani nato nel 1883, marinaio e pittore di barche. Diamo ora notizie del Tergesteo. Impostato come trabaccolo, fu varato ad Ancona nel 1851; di 63 t. e in rovere con chiodi di ferro e di rame; con un ponte e due alberi, le sue dimensioni erano 19,92 m di lunghezza, 5,96 m di larghezza, 2,37 m di altezza. Fu realizzato per conto di Antonio de Santis di Ancona; batteva bandiera pontificia (Ancona allora faceva parte dello Stato della Chiesa). Nel 1874 venne acquistato da Corrado Altomare per 12 carati, da Giacomo Spadavecchia di Vincenzo per 3 carati e da Paolo Binetti per 9 carati. Fu iscritto nelle matricole del Compartimento di Bari con il n.772. Fu sottoposto diverse volte a riparazioni radicali e nel 1902 fu trasformato a goletta; altre grosse riparazioni furono fatte nel 1894, 1907 e 1910. Nel 1907 con l’istituzione del registro delle matricole dei velieri al Circondario Marittimo di Molfetta la goletta fu immatricolata con il n.11. Nel 1875 Giacomo Spadavecchia vendette a Giuseppangelo Altomare di Corrado i suoi 3 carati del trabaccolo per £.1.370. Deceduto nel 1881, Corrado Altomare lasciò i 12 carati del trabaccolo ai figli: Giuseppangelo, Pietro, Salvatore e Vincenzo per 3 carati ciascuno. Nel 1886 gli eredi di Paolo Binetti vendettero a Cristallino Sallustio i 9 carati, da loro ereditati, per £. 1.500. Nel 1910 per atto 3 aprile 1910 del notaio Nicola Maurantonio i 15 carati detenuti dagli eredi di Corrado Altomare furono venduti per £. 2.750 e divisi: ad Altomare Corrado di Antonio 6 carati, a Vincenzo Sallustio fu Cristallino 3 carati e a suo fratello Giovanni Sallustio 6 carati. Nel 1916 per atto del notaio Giuseppe Fortunato Fontana, coadiutore del notaio Nicola Maurantonio, gli eredi di Cristallino Sallustio per 9 carati e Altomare Corrado di Antonio per 15 carati vendettero a Michele Lorusso di Bari la goletta per £. 3.000. Fu iscritta sul Registro delle matricole dei velieri di Bari al n. 507. Sin dal 1874, data dell’acquisto del veliero, al comando dello stesso si alternarono diversi padroni marittimi: Pasquale Andriani, Francesco Fornari, Mauro Vitulano, Giuseppe Visaggio, Giuseppangelo Altomare, Francesco Altomare, Salvatore Altomare e Vincenzo Sallustio. Adibito al piccolo cabotaggio, abitualmente faceva viaggi tra la costa pugliese e gli scali di Gravosa, Ragusa, Spalato, Dulcigno, Mectovich, Sebenico, Trieste e altri scali nazionali. Nel 1907 scaricò nel porto di Molfetta 374,30 q. di carbone per conto di Fontana Giacomo. In chiusura ricordiamo un avvenimento riportato sul Corriere delle Puglie del 23 agosto 1911: Il brigantino goletta Tergesteo trovasi ad Antivari unico porto del Montenegro, aveva sbarcato la merce e stava caricando zavorra per tornare a Molfetta sembra che sia nata una discusione tra il capitano del porto per certi mucchi di pietra presi senza autorizzazione la contesa ha generato qualche frase di troppo e sono stati arrestati il capitano Vincenzo Sallustio, il nostromo Vincenzo Sallustio e 3 membri dell’equipaggio, solo 2 ragazzi piccoli sono stati rilasciati a bordo data la loro età, speriamo che le autorità facciano chiarezza e rilasciano l’equipaggio per i buoni rapporti tra le due nazioni. Negli anni Venti del secolo scorso Vincenzo Altomare e altri non specificati erano anche proprietari di un brigantino goletta denominato Saturno di 94,48 stl. varato nel 1875 a Torre del Greco nel cantiere di S. Paolillo; le dimensioni erano 26,15 m lungo, 6,56 m largo e alto 2,77 m. Inizialmente il veliero si chiamava Lorenzo. Fu fatto costruire per conto di G. Mazza e il porto di armamento era Napoli. Nel 1898 il nuovo armatore G. Pagano cambiò il nome in Rosa. Successivamente nel 1903 un nuovo armatore, tale A. Caldani, cambiò il nome in Saturno. Dal 1904 al 1906 armatore fu Vincenzo Gentile e porto di armamento Reggio Calabria. Dal 1907 al 1909 figura armatore Concettina Denaro ed era iscritto nel Compartimento di Catania. Nel 1910 fu acquistato da Vincenzo Altomare con altri soci; fu iscritto alla matricola del naviglio di Molfetta al n.317. Risulta iscritta a Molfetta fino al 1930 e si ignora la fine. Ringrazio l’ing. Daniele Leone, pronipote di Vincenzo Altomare per aver permesso la pubblicazione dei dipinti raffiguranti i due velieri.

Autore: Corrado Pappagallo
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