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Il sindaco dimentica il Pulo, la Provincia salva il sito archeologico dall'abbandono Il presidente Divella: andremo avanti da soli, per poi rivalerci sul Comune
15 aprile 2007

A never endig story, quella del Pulo di Molfetta, cui si aggiunge un'altra pagina, nella speranza che si stia arrivando ai capitoli finali. Una pagina scritta dalla Provincia, proprietaria della dolina, che anche su sollecitazione dei due rappresentanti istituzionali molfettesi, l'assessore alla Socialità, Antonello Zaza, e il consigliere Mimmo Cives, sta provando a trovare una soluzione per lavori, riapertura e gestione. Vicenda che a quanto pare non appassiona il Comune, tanto che il sindaco Antonio Azzollini non s'è presentato alla conferenza di servizi convocata dalla Provincia al fine di mettere le due istituzioni attorno ad un tavolo e stabilire il da farsi. Avrebbe dovuto essere l'atto conclusivo di un processo avviato con l'amministrazione di Tommaso Minervini che ebbe l'incarico dall'ente provinciale di custodire il Pulo e renderlo fruibile, perlomeno fino alla fine del 2005. Un accordo che produsse l'ennesima inaugurazione e, come è diventata prassi, una successiva e più duratura chiusura. Scaduto questo periodo fu avviata una concertazione, volta a individuare possibili soggetti sul territorio interessati alla gestione di quello che vien detto il “sistema Pulo”, cioè un percorso culturale che comprenda la dolina, con un tragitto visitabile, il museo che dovrebbe esser aperto nel Lazzaretto, e il fondo Azzollini, questi ultimi due di proprietà comunale. Di qui la necessità di concertare gli intenti di Provincia e Comune, perché solo se i beni rientreranno in un progetto unico di fruizione potranno essere non un peso nel bilancio dei due Enti, ma reggersi economicamente in modo autonomo. L'intesa fu trovata più o meno un anno fa, con un pool di associazioni locali – Archeoclub, Ictiùs, Legambiente, ProLoco, Terrae, WWF – che avrebbero appunto dovuto farsi carico della gestione. Solo che, proprio al momento della firma, ci furono le dimissioni da sindaco di Tommaso Minervini. Dopo, come ha raccontato durante la conferenza di servizi Antonello Zaza e confermato il presidente della Provincia, Vincenzo Divella, è stato tutto un inseguire il nuovo sindaco Azzollini perché desse il suo assenso a tale accordo con le associazioni o proponesse una sua soluzione alternativa. Insomma, tutto, purché si arrivasse in qualche modo alla riapertura del Pulo. Anche per fermare la progressiva vandalizzazione della dolina. Ma si sa, per quanto ironizzi sulla cosa, il sindaco e senatore Azzollini è superimpegnato e quindi, ha spiegato Divella durante la conferenza di servizi, nonostante le ripetute telefonate alla sua segreteria e sul suo telefono cellulare, nonostante la disponibilità a fissare un incontro anche di domenica, nonostante le lettere ufficiali, un contatto con il Comune di Molfetta in questi mesi la Provincia non è mai riuscito ad averlo. Fino a decidere di convocare per il 16 marzo la conferenza di servizi, di cui naturalmente il sindaco è stato tempestivamente ed ufficialmente preavvertito, e di aprirla al pubblico, per far sapere alla città quanto accade. Ma, come s'è detto, a questo appuntamento, in cui la Provincia s'è presentata in forze, con il presidente Divella, l'assessore alla Socialità, Antonello Zaza, quello al Patrimonio, Nicola Aquaviva, il consigliere provinciale, Mimmo Cives, l'architetto dell'Ufficio tecnico, Sergio Fanelli, il sindaco non s'è visto. Non il sindaco, non uno dei ben 10 assessori della sua giunta, non un consigliere comunale di maggioranza, un usciere, un pinco pallino qualsiasi con l'incarico di rappresentare la città. Eppure, per una volta tanto, il sen. Azzollini non era a Roma per la sua attività di parlamentare; è giunta voce che fosse impegnato in un incontro con i commercianti, ma avrebbe potuto delegare l'assessore al Turismo, Leo Petruzzella, oppure un altro a sua scelta, a portare la posizione della città, invece nulla. Uno sgarbo cui magari il primo cittadino di Molfetta saprà trovare sue ragioni politiche, ma che non può averne sul piano del rispetto delle istituzioni e della città e ancor meno su quello della cortesia. Non ha nascosto la sua amarezza, l'assessore Zaza, nell'aprire comunque l'incontro: “Come molfettese chiedo scusa alle istituzioni, ognuno è libero di non essere d'accordo, ma la propria posizione va espressa in modo trasparente e soprattutto senza dimenticare il rispetto delle istituzioni. Il sindaco Azzollini non presentandosi non ha voluto rispettare neppure la città”. Uno sconcerto ribadito anche dal consigliere Cives. Il presidente della Provincia ha sorvolato con signorilità sullo sgarbo ricevuto, personalmente e in quanto espressione di un organo istituzionale, preferendo andare oltre, assumendosi da solo la responsabilità delle scelte che avrebbero potuto e dovuto essere concertate con la città e prendendo impegni precisi: avviare i lavori necessari alla riapertura del Pulo, stimati in circa 100mila euro, salvo poi rivalersi per le vie legali contro il Comune di Molfetta, e affidare al gruppo di sei associazioni molfettesi la gestione della dolina, con 40mila euro annui, per i primi tre anni. “La Provincia andrà avanti da sola – ha affermato Vincenzo Divella – mi metto a disposizione per rispetto verso la città di Molfetta, non siamo noi quelli che ostacoliamo la riapertura e l'utilizzo del Pulo, ma altri, dopo questo pomeriggio è chiaro a tutti”. Una scelta che non ha turbato più di tanto il sindaco Azzollini in quale ha dichiarato a Quindici che se sul piano personale provvederà ad un chiarimento con il presidente della Provincia, su quello istituzionale ritiene irragionevole la richiesta avanzata dalla Provincia al Comune di contribuire ai lavori, in quanto si tratta non di semplice manutenzione, come previsto dall'accordo stipulato dalla giunta di Tommaso Minervini, ma di interventi straordinari, cui deve provvedere l'ente proprietario, cioè la Provincia. Ma, al di là di questo, è parso di capire che al sindaco che, come si sa, ama decidere in solitudine cosa accade nel suo giardino, non vada poi a genio che la Provincia voglia indurlo ad un accordo per la gestione, con quella che a lui appare la costrizione ad accettare come partner queste e non altre associazioni.
Autore: Lella Salvemini
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