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Il sindaco di Molfetta sfida il Tar e ripropone la stessa giunta tutta al maschile senza donne
22 settembre 2008

MOLFETTA - Promessa mantenuta: il sindaco di Molfetta, Antonio Azzollini, ha risposto al Tar con una nuova sfida, rigettando in pratica il contenuto dell’ordinanza (nelle foto) della III Sezione del Tar Puglia del 12 settembre scorso (n. 1474/2008 relativa al ricorso n. 1192/2008) che gli dava otto giorni di tempo per inserire una donna nella giunta di centrodestra, a norma dell’art. 37 dello Statuto comunale. Per tutta risposta il primo cittadino lancia la sua sfida ai giudici riproponendo la stessa giunta tutta al maschile (Pietro Uva con funzioni di vice sindaco, Mariano Caputo, Domenico Corrieri, Giulio La Grasta, Pantaleo Petruzzella, Giacomo Spadavecchia, Vincenzo Spadavecchia, Luigi Roselli, Saverio Tammacco e Mauro Giuseppe Magarelli) con le stesse deleghe, motivando questa scelta con il fatto che, a suo parere, «le nomine, in quanto atti di natura politica, sono motivate dal rapporto di fiducia esistente tra il primo cittadino e gli stessi assessori e sono avvalorate dal suffragio popolare ottenuto in occasione delle ultime elezioni amministrative». 
Il sindaco, in un comunicato, ha voluto anche sottolineare la particolare competenza dell’assessore Uva in materia urbanistica, quasi a giustificare anche la nomina a vicario. Ora le danze si riaprono e probabilmente la Consulta femminile e l’opposizione in consiglio comunale torneranno all’attacco. Poi il ricorso al Consiglio di Stato, con i soldi dei contribuenti, è già scontato per avere ragione, sbeffeggiando le donne della sua coalizione che, come le figure femminili ante suffragio universale, erano abituate a tacere e obbedire (vedi l’ex assessore Annamaria Brattoli).
Perché allora il nostro senatore non avanza una proposta di legge per l’eliminazione del voto alle donne? In questo modo la sua decisione avrebbe più senso e sarebbe ampiamente motivata. Ma dire che chi ha più voti, governa, significa tornare indietro agli anni più bui della prima Repubblica, quando il manuale Cancelli imperava e tutto veniva deciso col bilancino dalle segretarie dei partiti.
Oggi la situazione è perfino peggiore, perché a decidere è una sola persona, mentre gli altri devono tacere e obbedire se vogliono salvare quella poltrona alla quale tengono tanto. Una regressione sia sul piano democratico sia su quello civile che Molfetta non meritava.

Autore: Marcello la Forgia
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