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Il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio: io vado avanti in difesa dell'ospedale, contro gli egoismi politici, che vogliono dividere la città
15 marzo 2016

MOLFETTA – Scatto di orgoglio del sindaco di Molfetta Paola Natalicchio, dopo la delusione del consiglio comunale di ieri che è stato capace di dividersi anche sulla salute dei cittadini.

Dopo l’amarezza, Paola Natalicchio torna a combattere per la città, in difesa dell’ospedale, per dimostrare che certe divisioni interessate (anche da parte dei consiglieri del Pd vicini al governatore Emiliano, che vogliono i tagli dei reparti previsti dal piano di “disordino” ospedaliero), non rappresentano la volontà dei cittadini che si battono per la difesa del loro ospedale, contro le speculazioni politiche di bassa lega, che qualificano chi le mette in atto, compresi alcuni medici.

Ecco come apre la giornata il sindaco di Molfetta:

«Sono abituata a cadere, sono abituata a rialzarmi. Ieri ben 10 consiglieri comunali (tutto il Pd e quasi tutto il centrodestra) hanno votato un Ordine del Giorno che parte da una considerazione: la difesa d'ufficio del Piano di Riordino Ospedaliero della giunta regionale. Lo stesso piano che mette in ginocchio il nostro ospedale. Un piano ritenuto "obbligato", virtuoso, capace di produrre efficienza e tagli agli sprechi.
Altri 10 consiglieri comunali hanno denunciato i tagli, hanno chiesto a gran voce la salvaguardia della nostra salute pubblica, hanno chiesto per l'ospedale dignità e rispetto.
Due consiglieri del Nuovo Centrodestra hanno spostato gran parte del ragionamento su un nuovo grande ospedale da costruire e sulla critica all'inerzia dell'Amministrazione comunale.
Oggi affronterò l'Assemblea dei Sindaci della Asl Bari, la cui convocazione è stata richiesta a gran voce da me e dal sindaco di Corato.
Domani sarò in Commissione Salute, in Regione. In entrambe le sedi non potrò portare alcuna posizione unitaria del Consiglio Comunale di Molfetta. Ma porterò la posizione della città. Perché non ho nessun dubbio che la battaglia da fare, a denti stretti, sia una e una sola. Senza trabocchetti, giri di parole e timidezze. Senza genuflessioni.
Dobbiamo respingere questo Piano di Riordino Ospedaliero in ogni sede, pretendere che il vulnus del Nord Barese sia guarito, che Urologia, Cardiologia e l'ambulatorio di pediatria siano salvaguardati. Stare accanto al Comitato di Difesa dell'Ospedale, al personale medico e infermieristico, ai pazienti, a chi non si può pagare le cure nella sanità privata e a chi non può farsi i chilometri per andare a curarsi negli ospedali del capoluogo che scoppieranno di code e disservizi.
Il resto lo lasciamo al circuito chiuso del dibattito politicista sull'uovo e sulla gallina. Non so voi, ma io mi rimbocco le maniche e riparto a testa bassa.
Chi vuole rimanere al palo dei propri egoismi politici e del risiko permanente faccia pure. Lo dissi il giorno della mia proclamazione a sindaco alla Fabbrica di San Domenico: la città ha gli occhi per vedere e le orecchie per sentire. Si farà un'opinione molto precisa di ciascuno di noi.
Raccoglieremo tutti quello che abbiamo seminato.
E chi semina vento raccoglierà tempesta.
Al lavoro, adesso».

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