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Il sindaco di Molfetta, Natalicchio al nuovo direttore della Asl Montanaro: “Chiediamo più investimenti mirati su ospedale e consultorio” Le priorità sulle politiche della salute a Molfetta sono state illustrate dal primo cittadino nel suo intervento alla conferenza dei sindaci con la direzione sanitaria della Asl Bari
17 gennaio 2015

MOLFETTA - “Porgo i miei più sinceri auguri di buon lavoro al nuovo direttore della Asl, Vito Montanaro (foto), a nome di tutta la comunità di Molfetta”. Così il sindaco Paola Natalicchio, che ha partecipato martedì mattina alla conferenza dei sindaci della Asl Bari e ha proposto all'attenzione del nuovo direttore un ampio intervento. “Bisogna scommettere ancora sui nostri ospedali. Non possiamo deospedalizzare se non abbiamo prima organizzato al meglio i servizi territoriali di base e non possiamo svuotare gli ospedali dei servizi di eccellenza e dei servizi di urgenza.
L'ospedale di Molfetta serve un bacino di utenza di oltre 100.000 persone e ha reparti di eccellenza come la chirurgia, la cardiologia e UTIC, l'urologia, senza dimenticare il servizio di nefrologia e dialisi che ha oltre 100 assistiti tra Molfetta, Bitonto e Ruvo. Non possiamo smantellarlo, né possiamo depotenziare ancora la nostra Pediatria, come sentiamo dire che voglia fare il nuovo Piano di riordino ospedaliero, oggi in bozza. Il nostro ambulatorio di pediatria ha oltre 800 accessi l'anno tra Molfetta e Giovinazzo.
La dirigente medica e le due infermiere pediatriche si occupano di prelievi, ma anche di prove allergometriche, spirometrie, prevenzione e cura dell'obesità infantile. Siamo già senza il reparto e senza il day hospital. Siamo senza guardia medica pediatrica e la chiediamo con forza. Non possiamo chiudere o depotenziare ancora questo importante presidio per i nostri bambini, non lo permetteremo”.
Il sindaco, che nel frattempo ha ripreso la delega per le politiche della salute per scommettere su un impegno diretto sul campo, ha aggiunto parole di denuncia forti sul nostro Consultorio.

“Abbiamo una struttura ampia e pulita, presso i locali dell'ex Apicella. Con uno staff qualificato e motivato. Ma è sottoutilizzata perché mancano le attrezzature di base. Manca una bilancia per pesare i neonati: come si fa a fare screening pediatrico neonatale? Manca un ecografo o anche solo un rilevatore di battito fetale: come si fa a lavorare seriamente sulle gravidanze o anche a individuare una camera gestazionale e a gestire adeguatamente le dolorose domande di IGV? Manca un videoproiettore per fare adeguati corsi pre e post parto, mancano arredi minimi e computer moderni per mettere il personale nelle condizioni di operare al meglio. Tutto si basa sull'energia del personale. Il Comune è pronto a intervenire con piccoli investimenti, se la Asl non ce la fa. Ma se vogliamo aumentare la deospedalizzazione è dalla buona organizzazione dei servizi territoriali che dobbiamo ripartire”.
Altre due questioni impegnano la riflessione dell'Amministrazione sulle politiche della salute e saranno poste con sempre maggiore energia alla Asl: spazi più adeguati per ospitare la neurospichiatria infantile e slancio verso esperienze di cura residenziali pubbliche e sperimentali in settori legati al mondo dei giovani.
“La nostra neurospichiatria assiste bambini e ragazzi della città con disabilità importanti o con complessità avanzate, come l'autismo. Si chiede anche al Comune la possibilità di spazi più adeguati di quelli ospedalieri, per immaginare a Molfetta un polo di neurospichiatria infantile che possa assicurare alle famiglie le risposte adeguate per rafforzare i percorsi di riabilitazione e autonomia dei propri figli. Non ci tiriamo indietro nella ricerca di soluzioni. C'è un'intera ala libera dell'Apicella, proprio a fianco del Consultorio: cosa vuole farci la Asl? Da subito si potrebbe immaginare una riorganizzazione, assicurando gli adeguati interventi di abbattimento delle barriere architettoniche, e avvicinando al centro città alcuni servizi. Serve capacità di managment e visione da parte dei dirigenti Asl. Mettiamoci a un tavolo con le istituzioni e le associazioni dei genitori e troviamo soluzioni giuste e stabili. E apriamo anche una riflessione sull'urgenza dei centri diurni”.
Nel frattempo, il sindaco ha fatto presente al Direttore Portinaro l'importanza di ispirarsi alle buone pratiche delle altre Asl di regioni avanzate sul lancio di servizi di cura residenziali e sperimentali.
“Il 6 e 7 marzo, a Molfetta, faremo un convegno importante sui disturbi del comportamento alimentare. Con la città e con i ragazzi e le ragazze delle scuole. Ci raggiungerà lo staff del centro residenziale per la cura dell'anoressia e della bulimia di Todi, guidato da Laura Dalla Ragione e Paola Bianchini, fondatrici anche del centro per la cura del binge eating e dell'obesità psicogena di Città della Pieve. Inviteremo il nuovo Direttore, perché se non vogliamo parlare solo di ospedalizzazione – nell'attesa dei nuovi poli ospedalieri allargati, come il nuovo Ospedale Molfetta-Bisceglie, su cui è necessario accelerare - dobbiamo da subito e con grande operosità lavorare su altre strade. Sui centri residenziali, sugli approcci integrati, soprattutto che rispondono a bisogni sempre più diffusi come la prevenzione, la cura multidisciplinare e il contrasto dei disturbi del comportamento alimentare”.

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Vito Montanaro, nuovo direttore generale della Asl di Bari è stato già direttore amministrativo del Policlinico e prende il posto di Mimmo Colasanto. "Vito Montanaro - ha detto il presidente Vendola presentando la sua nomina in conferenza stampa - è stato un eccellente direttore amministrativo del Policlinico di Bari, dove in questi anni sono stati tagliati molti nastri per merito suo. E’ stato nominato per le sue qualità, ma anche per far lavorare insieme Policlinico e Asl".

Gli altri direttori generali nominati dalla giunta Vendola sono:  Ottavio Narracci (Asl Bat), Giuseppe Pasqualone (Asl Brindisi), Giovanni Gorgoni (Asl Lecce) e Stefano Rossi (Asl Taranto). "Abbiamo cercato – ha commentato il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola - di compiere scelte che fossero nel segno della competenza professionale, della capacità manageriale, ma anche nel segno della moralità e della credibilità. Ai direttori neo nominati affidiamo il compito di portare avanti un governo trasparente delle aziende sanitarie nel segno dell’impegno contemporaneo ad un uso razionale delle risorse e alla massima attenzione ai percorsi di umanizzazione delle cure". Per Vendola dunque "una squadra di manager che è una buona promessa" e che terrà "alta la bandiera della legalità", impedendo "ogni incursione del malaffare assedio affaristico che compromettono la qualità della risposta al bisogno di salute”.

"Il management che abbiamo scelto è giovane – ha detto il Presidente Vendola - in queste ore abbiamo lavorato sui curriculum, sulle performance professionali dei candidati. Per i quali garantire la capacità manageriale è il primo compito. Sapendo che il management si occupa di un prodotto particolare: i malati. Con i quali non si può procedere tecnocraticamente e burocraticamente. Una efficiente e efficace amministrazione ha per oggetto la buona sanità. L’umanizzazione dei percorsi di cura deve essere l’obiettivo e non bisogna dimenticare mai qual è la condizione di perdita di potere del malato quando è in ospedale".

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