Il sindaco di Molfetta: “estirpare le mele marce”. Un attacco a chi si è dimesso e ai “forcaioli”. “La sinistra incapace di amministrare”. “Solo noi abbiamo valori”. L’intervista completa sul numero della rivista mensile “Quindici” in edicola. “Obiettivo Molfetta” si difende. Il Procuratore Nitti: “Molfetta, terra di mafia”
MOLFETTA – Il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, estirpate alcune “mele marce” (la lista civica “Obiettivo Molfetta” dell’ex assessore Pietro Mastropasqua) ha recuperato il gruppo di Pino Amato, ex mela marcia, ricostruita nel… laboratorio politico, per diventare di nuovo appetibile (chissà a quale prezzo politico), ora si avvia a riprendere il percorso fino al termine del mandato.
Nell’intervista di Minervini (da leggere) pubblicata sull’ultimo numero in edicola del mensile “Quindici” accusa tutti: il Pd delle tessere, i forcaioli che hanno operato sistematiche denigrazioni, l’ex assessore Mariano Caputo e coloro che hanno provocato lo scandalo “Appaltopoli” contro gli onesti come lui che non sapevano nulla e ora chiede di espellere ed eradicare questi soggetti dalla vita pubblica e amministrativa. Il sindaco parla anche di “irresponsabilità ed immaturità allo stato puro in personalità non strutturate, facili ad essere plasmate come Lucignolo fece con Pinocchio. Attenzione irresponsabilità ed immaturità non solo verso la città ma verso loro stessi”.
Un’intervista pesante nella quale accusa anche la sinistra: incapace di amministrare e responsabile della passata amministrazione finita male per incapacità, mentre l’attuale ha come collante valori e la capacità di essere veramente al servizio della città e dei cittadini. Uno schiaffo a quell’area che anche lui ha sostenuto e che oggi rinnega, andando ancora più a destra, pur di non perdere la poltrona e pur di non condannare la città al commissario, ha fatto patti anche col diavolo, come in passato.
Minervini si dichiara pronto a ricandidarsi, non importa con chi (anche con la sinistra?) pur di portare a termine i propri obiettivi di “ricostruzione” della città.
Finora, dopo l’intervista a “Quindici” del consigliere Luigi Tridente, nel quale si parla di sfaldamento della maggioranza e di un fallimento amministrativo concluso con gli arresti e l’intervento della magistratura (del quale si parla nello stesso numero della rivista in edicola) il gruppo “Obiettivo Molfetta” continua a tacere. Non sappiamo cosa dirà questa sera in consiglio.
Ma il numero di “Quindici” in edicola non parla solo di crisi e di politica, ma soprattutto dell’accusa del Procuratore della Repubblica del Tribunale di Trani, dott. Renato Nitti, che definisce Molfetta “terra di mafia”, un allarme che dovrebbe essere considerato seriamente invece di pensare ai giochi politici dei vari Amato e delle liste civiche. Ma il ciambotto 2 per la nostra mediocre classe dirigente sembra essere più importante, sottovalutando la qualità della vita dei cittadini. Anche questo potete leggerlo nella rivista “Quindici”, quello che gli altri non dicono.
Mafia ridet, politica clamat, la mafia ride e la politica grida e piange scrive il direttore Felice de Sanctis nel suo editoriale molto critico che mette a confronto queste due realtà, quella criminale e quella politica. La politica del fare vantata dal sindaco, ma a che prezzo. Il resto dell’articolo non ve lo anticipiamo.
Gianni Porta parla della crisi dell’amministrazione Minervini e del fascino sinistro della vittoria.
Ma nel numero in edicola ci sono tanti altri argomenti, dalla diseducativa iniziativa della Pro Loco per San Nicola, coinvolgendo i bambini in un concorso su Facebook: una scelta riprovevole.
Questi gli altri argomenti: Meridionali e settentrionali in una lettera di Salvemini a Rossi di Marco Ignazio de Santis; Allen Institute, tra i leader di nuova generazione 2021, la neuroscienziata di Molfetta Emilia Favuzzi; 100 anni di gente di mare: la scuola marina, di Francesca Petruzzella; Baccanti illustri e all’inferno di Orfeo… Nomask-nopass-nocovid privi di istruzione creano il caos nelle città, di Gianni Antonio Palumbo; Purgatorio, preludio di luce di mons. Pietro Amato; La costa dei varchëcëddàrë da Torre Gavetone a Torre Calderina di Isabella de Pinto; Serata Amarcord con musiche di Nino Rota, Ennio Morricone e George Gershwin all’Aneb di Molfetta; Avolo d’angelo si Molfetta di Maurizio Sancilio; Il Centro Culturale Auditorium riapre in grande stile con l’Alter Chorus di Paolo Gadaleta; La Piazzetta Paradiso di Corrado Pappagallo; Effetto arte e creazione artistica di Cosmo Damiano Pappagallo; Senza paura” storie per superare superficialità e indifferenza, il percorso nelle difficoltà della disabilità, un libro di Fiorella Grillo, recensione di Daniela Bufo; Curiosando nell’archivio centrale dello Stato: Tre donazioni alla novela Parrocchia del S. Cuore di Gesù di Ignazio de Marco; Molfetta una città che può essere cambiata di Mauro Binetti; colto e mangiato, un viaggio di sapori e piaceri di Beatrice Trogu; Diversamente musica, l’Orchestra Filarmonica Pugliese nell’appuntamento più atteso della stagione; da Molo Pennello a Torre Calderina, un percorso di sensazioni di Isabella de Pinto; Covid, la trasmissione del virus in ambienti aperti e chiusi, il prof. Gianluigi de Gennaro al Rotary di Angelica Vecchio; I volontari forza sociale di una città contro il Covid di Adelaide Altamura; Altro prestigioso riconoscimento per il regista Giulio Mastromauro; Ottimi risultati per l’Azzurro Molfetta di Tennistavolo.
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