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Il SerT di Molfetta si trasferisce a Giovinazzo: ma non sono tutti contenti
05 giugno 2008

MOLFETTA - Dare dignità ai SerT, i servizi per le tossicodipendenze, collocandoli in ambienti più idonei e recettivi, affinché possano svolgere bene le funzioni a cui sono preposti è quanto, nella conferenza stampa tenutasi nella sala Primavera dell'Istituto Vittorio Emanuele di Giovinazzo, ha auspicato il direttore generale della Asl Ba, Lea Cosentino (foto), intervenuta per ufficializzare il trasferimento del SerT di Molfetta nel suddetto Istituto dopo vent'anni di permanenza nei locali dell'ospedale Civile siti in Via Terlizzi. La Cosentino ha definito “vive e vivide sotto il profilo sociale” le nuove strutture e parlato di “un respiro umano e culturale più ampio” che dovrebbe consentire a tutti gli operatori di agire in maniera più efficace nella nuova sede adiacente all'Area della Socialità della ASL, dove fervono i lavori di ristrutturazione e dove sono già attivi vari laboratori di ricerche e tecniche espressive per lo sviluppo e l'esercizio della creatività negli studenti di varie età ma anche per il recupero e la riabilitazione di ogni tipo di utente. “Non si tratta di una grossa rivoluzione ma semplicemente di un'evoluzione culturale” ha ribadito il direttore generale dell'Asl Ba che ha puntato il dito anche sulle cattive condizioni igieniche in cui versano gran parte dei SerT dell'intera regione e ribadito quanto siano importanti, nel trattamento e nella cura delle dipendenze patologiche dei soggetti di cui il SerT si fa carico, le motivazioni socio-psicologiche che vanno rilevate o istillate con un intenso e costante lavoro di attenzione e ricerca da parte degli operatori costretti spesso a svolgere il proprio lavoro tra difficoltà di ogni genere. Formazione e valorizzazione delle risorse umane, potenziamento del servizio di Pronto soccorso con creazione di un Dipartimento d'emergenza cardiologica, ristrutturazione globale dell'intero Presidio Ospedaliero e cantierizzazione di parte dei lavori prevista per il prossimo anno sono stati i punti cardine dell'intervento del direttore del Presidio Ospedaliero di Molfetta dott.ssa Annalisa Altomare mentre ha espresso grande soddisfazione per la collaborazione tra i due paesi il sindaco di Giovinazzo Antonello Natalicchio, secondo cui “è essenziale riconfigurare il concetto di salute e, all'interno dei Piani Sociali di zona, creare una rete di intercettazione dei bisogni del cittadino, come, del resto, si sta già facendo, affinché non sia solo l'ospedale il luogo deputato tale diritto. Esso è tuttora una sorta di ghetto che separa tutto ciò che non è sano e produttivo da quanto lo è: bisognerebbe superare tale concetto, fare in modo che questi due mondi si sovrappongano e arrivino a creare una specie di simbiosi che consenta loro di sostenersi a vicenda…”. Il dott. Antonio Taranto, psichiatra, direttore del Dipartimento Dipendenze Patologiche Divisione territoriale ex BA/2, si è soffermato, invece, sull'importanza della medicina territoriale che, se ben definita e tempestivamente attuata all'inizio della malattia, può consentire un notevole risparmio al SSN. Egli ha poi sottolineato il carattere medico ma anche psico- sociale di servizi come il CSM (Centro di Salute Mentale) ed il SerT: quest'ultimo, in particolar modo, svolge attività di prevenzione, cura e riabilitazione delle dipendenze patologiche da qualsiasi sostanza, come alcool e tabacco e da stili di vita compulsivi (gioco d'azzardo, disturbi della condotta alimentare, relazioni personali di tipo simbiotico). Gli standard operativi e strutturali, assai complessi, richiesti da queste attività hanno una specificità ed un contenuto alquanto diversi da quelli tipicamente ospedalieri e devono poter essere espletati con modalità logistiche improntate alla cura massima ed all'accoglienza globale degli utenti. Sul prossimo numero delle rivista Quindici, in edicola a metà giugno ci sarà un approfondimento su questo tema con l'intervista al dott. Antonio Taranto che spiegherà in modo più completo le ragioni di questo trasferimento e i possibili benefici per i pazienti.
Autore: Beatrice De Gennaro
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