Il re è nudo, ma non si vergogna e scatena a Corso Umberto una vergognosa gazzarra dei suoi servitori
Reazione scomposta degli uomini di Azzollini (fra cui i consiglieri comunali) a Ballarò
Il re è nudo dopo la trasmissione televisiva “Ballarò” che, in un servizio sulle “leggi mancia”, con riferimento alla Finanziaria, oggi definita Legge di stabilità, è partita proprio dai soldi stanziati per il porto di Molfetta. E i servi del sen. Antonio Azzollini hanno reagito scompostamente a questa trasmissione, non accettando la scomoda verità del finanziamento nascosto nella Finanziaria per un porto sotto sequestro della Magistratura, indagine nella quale anche lui è indagato. Così il livello di civismo dell’opposizione di centrodestra ha davvero toccato il fondo. Un’opposizione rancorosa continua a seminare odio e a dividere i molfettesi, incitandoli contro il sindaco del centrosinistra legittimamente eletto dalla maggioranza dei cittadini molfettesi. Un clima di odio che spinge quasi all’aggressione fisica verso Paola Natalicchio. L’ex sindaco del Pdl, oggi del Nuovo Centrodestra, non avendo gradito la trasmissione televisiva di Rai Tre nella quale si parlava dei 10 milioni di finanziamenti assegnati con la legge di stabilità al porto di Molfetta sotto sequestro, ha scatenato i suoi. La verità fa male e rode. Ma resta verità raccontata dal sindaco Natalicchio rispondendo alle domande di una giornalista arrivata da Roma per saperne di più sulle “leggi mancia” e su questo controverso finanziamento. Cosa doveva fare il sindaco? Cacciare la giornalista, rifiutando di rispondere alle domande, come ha fatto spesso dispoticamente il sen. Antonio Azzollini che disprezza la stampa non amica e risponde solo alle domande di suo gradimento? Contro questa trasmissione, ma soprattutto contro il sindaco, verso il quale il centrodestra da mesi organizza una campagna di attacco alla persona, diffondendo veleni e falsità utilizzando sia blogger voltagabbana (come tutti gli ex, sono i più acidi), che caricano come un toro davanti al rosso, personaggi controversi che hanno chissà quali secondi fini, forse illusi con promesse al momento non note, sia servi “liberal” per i quali l’informazione deve essere solo quella obbediente al padrone (come insegnano Berlusconi e Azzollini, con un concetto molto personale della democrazia, fatto di intolleranza e dispotismo). Già in passato questi fan di Azzollini si erano esibiti nell’aula del consiglio comunale in manifestazioni di intolleranza nei confronti di “Quindici” (colpevole solo di raccontare scomode verità) ad opera di quello che abbiamo definito il “cerchio magico della Nutella”, protagonisti la stessa moglie di Azzollini e la sua segretaria, le pasionarie del centrodestra. Ma oggi siamo agli striscioni “grondanti sangue” (per via della vernice rossa colante) e alle gazzarre di piazza ispirate da personaggi che del carnevale hanno fatto il loro stile di vita, dopo aver operato per anni come giullari del principe. E’ quanto è avvenuto alcuni giorni fa a Corso Umberto, dove alcuni “saltatori” fan di Azzollini invitavano la gente a boicottare il sindaco Natalicchio, anzi a cacciarla via, magari con una mezza insurrezione antidemocratica, una sorta di rivolta popolare e perché no, magari un’aggressione anche fisica. Una cosa così non si era mai vista a Molfetta e non solo. Al di là dell’aspetto folkloristico, la cosa potrebbe diventare preoccupante se qualche mente malata potesse mal interpretare questa cagnara carnevalesca. Accettare e rispettare le regole democratiche dovrebbe essere il primo principio di chi riveste un incarico istituzionale in Parlamento (ed è stato già richiamato dal presidente della Repubblica Napolitano), incarico che va onorato stigmatizzando queste iniziative estemporanee, queste derive che possono divenire pericolose, altrimenti se ne assume dolosamente la paternità, con un atto di una gravità senza precedenti in una città che ha conosciuto in passato infausti atti di violenza nei confronti delle istituzioni. Il confronto politico va fatto in forma dialettica e costruttiva, assumendosi le responsabilità di eventuali errori (molto opportunamente l’attuale sindaco Natalicchio non si vergogna a chiedere scusa, quando sbaglia, cosa mai avvenuta prima) e contribuendo maggioranza e opposizione nei rispettivi ruoli a far crescere la città. Invece oggi si assiste a una battaglia contro sempre e comunque sui social network, alimentando l’insulto e la denigrazione personale, non volendo accettare la sconfitta elettorale. Ci auguriamo che simili pericolose pagliacciate (che già vengono esaltate da demenziali e intolleranti blog e post su Facebook e da commenti diffamatori non filtrati su un sito commerciale locale, che copia anche gli articoli di “Quindici”) non abbiano a ripetersi e che il confronto politico torni nei binari della civiltà e non in quelli dell’eversione alla quale ci ha abituato per 20 anni il Cavalier Berlusconi, riducendo l’Italia allo stato attuale. Sulla gazzarra è intervenuto il Partito Democratico con un comunicato per rispondere alla reazione scomposta contro una trasmissione televisiva, che ha messo a nudo alcune verità che, per colpa del senatore Azzollini, hanno portato ancora una volta negativamente alla ribalta nazionale la nostra Molfetta. «L’indegna gazzarra andata in scena da parte di un manipolo di scalmanati inneggianti ad un Senatore della Repubblica ormai al tramonto della sua infausta stagione politica – dice il comunicato –, merita la più ferma reazione da parte della stragrande maggioranza dei molfettesi, di qualunque colore politico, che ancora crede nella legalità, nel buon governo e nel più rigoroso rispetto per le risorse pubbliche”. E’ durissimo il commento di Giulio Calvani, segretario del locale circolo del Partito Democratico, sulla manifestazione improvvisata al Corso Umberto contro l’amministrazione di centrosinistra al governo della città. “La scomposta reazione degli esponenti locali del centrodestra all’intervista rilasciata dal sindaco della nostra città – prosegue Calvani – , evidenzia in maniera eclatante che le parole pronunciate da Paola Natalicchio nel corso della trasmissione “Ballarò” hanno colpito nel segno, denunciando pubblicamente, con forza e coraggio, e senza nessuna ipocrita indulgenza verso i potentati locali, le tante gravissime distorsioni a tutti i livelli e le fosche nubi che si addensano sul nuovo Porto di Molfetta”. “Se c’è qualcuno che deve vergognarsi – attacca il segretario del PD – è chi ha lasciato in eredità a questa città un fardello così pesante da sopportare, che rischia di pregiudicarne lo sviluppo e i destini, e non certo chi è impegnato notte e giorno per trovare una soluzione tecnica e amministrativa che possa essere realmente praticabile per uscire dall’impasse. Se c’è qualcuno che non ama Molfetta è chi, per interessi di parte, ha violentato il suo orizzonte con centinaia di metri cubo di cemento gettati nel mare, per inseguire il miraggio di una “grande opera” a qualunque costo, e non certo chi oggi sta riconducendo le procedure nei canali della legalità e del rispetto delle regole, dopo anni di sciatteria amministrativa. Se c’è qualcuno che dovrà rispondere al Tribunale della propria coscienza (prima ancora che a quello della giustizia penale che sta indagando sul senatore Azzollini e su tutta la classe politica che ha governato la città negli ultimi anni) è chi ha giocato a dadi con il futuro di una intera comunità, perdendo, e non certo chi sta cercando di restituirle fiducia e speranza”. “Il Partito Democratico – conclude Giulio Calvani – è convintamente al fianco del sindaco Paola Natalicchio e del suo generoso tentativo di ristabilire, con dati di fatto oggettivi e incontestabili, la verità su una vicenda così delicata. Lasciamo a chi ha gravissime responsabilità politiche (in attesa che la magistratura faccia il suo corso per l’accertamento di eventuali ulteriori responsabilità contabili e penali) per il disastro annunciato di un’opera sequestrata dalla Procura di Trani, le urla e gli schiamazzi vuoti di senso. Noi siamo troppo impegnati nel dare risposte concrete ai cittadini per poterci occupare anche di loro». © Riproduzione riservata