Il prato del cuore
Le poesie di Giovanni Salvemini
È stato pubblicato il nuovo libro di poesie del molfettese Giovanni Salvemini, Il prato del cuore, la Nuova Mezzina, Molfetta 2022. Le liriche sono introdotte dalla bella presentazione di Marisa Carabellese, che opportunamente considera la raccolta “continuazione di un lungo canzoniere amoroso”, segnalando poi i versi migliori della silloge. La pittrice ha curato anche lo splendido dipinto in copertina, Il velo, espressione di profonda tensione verso l’azzurro, ma anche del desiderio di trasfondere in immagini quella pura luminosità che irrora di sé perfino il momento del tramonto. È una raccolta crepuscolare quella di Salvemini, in cui il verso diviene catartica espressione di sentimenti e testimonianza della fede nella vita. È una poesia che, senza ambizioni di letterarietà, si pone l’obiettivo di una comunicazione immediata di sensazioni ed emozioni. Riaffiorano tutti i temi propri della produzione di quest’autore, poeta di lungo corso (non a caso, in appendice, si collocano scritti di alcuni critici che hanno dedicato attenzione alla sua scrittura, quali Giorgio Barberi Squarotti e Daniele Giancane). In primo luogo, la contemplazione della Natura, concepita come sorgente inesauribile di stupore e bellezza, ma anche casa dell’Essere, in cui l’uomo può dispiegare il suo senso d’ali e lasciar correre le proprie melancolie. Costante è poi il tributo d’amore verso la famiglia adorata e soprattutto nei confronti della compagna di una vita intera, Maria. Non a caso, nella silloge è inserita anche una poesia di Ada De Judicibus Lisena dedicata a Giovanni e Maria; con levità la scrittrice molfettese li accosta ai “due amanti di Chagall”, cogliendo in loro “la realtà di un sogno / da tutti sognato”: “l’Anello d’oro / la perfezione di un’intesa”. Il riferimento a De Judicibus Lisena consente di introdurre un altro tema: l’omaggio ai sodali, soprattutto in poesia; alcuni componimenti, infatti, intessono un dialogo a distanza con amici dell’autore legati al panorama culturale molfettese e pugliese. Tra i testi segnaliamo il Canto d’amore, non a caso menzionato anche da Carabellese nell’introduzione, e L’onda, in cui l’immagine, canonica in poesia, dell’onda che lambisce la scogliera, evoca il ricordo di altre stagioni, un affiorare struggente ma non disperato. Un’eco che suscita la saudade “di tempi più sereni / pieni di vita e di futuro. Nostalgia del passato. / Un battito di ciglia / ed è già un ricordo”. © Riproduzione riservata
Autore: Gianni Antonio Palumbo