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Il Petruzzelli. Storia di una città
15 febbraio 2009

Eccovi il libretto dell'opera più importante messa in scena in un secolo di vita e morte del Petruzzelli: una piccola storia di questo mitico teatro e della città che l'ha generato. Un teatro non è solo quinte, luci, platea, musica. E' la memoria di una città. E l'uso della memoria può diventare uno strumento formidabile di coscienza civile. Con un racconto agile, che attraversa origini, evoluzione, splendori, fatale incendio e ricostruzione, Antonio Rossano (Il Petruzzelli. Storia di una città. Progedit editore 2008 – www.progedit. com – pp. 112, 10 euro) rilegge allo stesso tempo le vicende di un luogo artistico, della città e della sua classe dirigente e l'intreccio di imprenditoria, cultura e politica. Il viaggio del cronista, che ha vissuto in prima persona parte delle vicende narrate, non è un percorso lineare bensì a balzi, con qualche sosta e molti sussulti in corrispondenza di tappe e momenti significativi. Fra successi e inciampi, è la storia stessa di una istituzione mentre passavano regimi, mode, protagonisti e tic culturali. Oltre cento anni sono passati al setaccio, rivissuti in controluce: dalla Bari ambiziosa dei primi del Novecento alla grande illusione con l'autoinvestitura a città metropolitana. Due guerre, il fascismo, l'avventura di Radio Bari, i grandi nomi che hanno calcato quel palcoscenico: Beniamino Gigli, Licia Albanese, Sergio Bruscantini, ma anche Bing Crosby e Totò, Nureyev e Margot Fontaine, Pavarotti e Domingo, Von Karajan e Muti, Eduardo e Carmelo Bene. Non mancano episodi curiosi: Mario Del Monaco e la sua Arriflex, i Reali d'Italia che non assistono al finale dell' “Aida” e Aldo Moro che arriva proprio quando il tenore attacca “Cielo e mar”. Poi le tournées: Norvegia, Charleston, San Pietroburgo, Il Cairo. E ancora: l'incendio, un quotidiano “bruciato” nel rogo del teatro e un bar che apre prima del tempo. Fino alle polemiche sulla ricostruzione e sul concerto inaugurale. Correda il volume un ricco apparato illustrativo in bianco nero e a colori, che illumina l'immagine del Petruzzelli per come l'hanno ideata e rappresentata in un secolo artisti, designer, grafici. L'autore Antonio Rossano è giornalista (premio Saint-Vincent '75) e autore di numerosi libri, tra i quali si ricordano in particolare L'altro Moro (SugarCo ed., Milano 1985, Premio Nuovo Mezzogiorno), e ancora, per i tipi di Levante, Piccinni mi ha detto, Poveri di passaggio, Mi lagnerò tacendo. Con i Cippecciotti-Pierotto baffobuffo (2000), è stato finalista al premio nazionale di narrativa per ragazzi Il Castello volante, di Carovigno. È inoltre autore di atti unici per la voce solista di Giorgio Aldini. Tre suoi radiodrammi sono stati trasmessi dalle reti nazionali Rai. Le opere raccolte in Viva i santi, viva tutti quanti (La Nuova Italia, Firenze 1976) hanno meritato il Premio Campione d'Italia per il teatro. L'ultima sua opera, il romanzo Quel che restò di una città (2008), è stata pubblicata dalla Progedit. Dopo un quindicennio di docenza a contratto presso la Facoltà di Economia e Commercio di Bari, attualmente dirige il Master di giornalismo promosso dall'Ordine in collaborazione con l'Università di Bari.
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