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Il PD torni ad essere il partito della legalità. Nessun cedimento, né tentennamenti
04 settembre 2013

Nessun compromesso per la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi. La Giunta delle Elezioni del Senato, deve andare spedita ed applicare il dettato Costituzionale riveniente dall'art. 66, che recita: Ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti  e delle cause sopraggiunte di eleggibilità e di incompatibilità. Questo a garanzia del popolo Italiano che ha il sacrosanto diritto di essere governato da Parlamentari onesti ed affidabili, scevri da condanne penali  così pesanti. Tutto questo, indipendentemente dalla legge Monti-Severino e dalla pena accessoria alla interdizione dai pubblici uffici, che arriverà presumibilmente nel  prossimo autunno, producendo  ugualmente la decadenza da senatore e dunque la ineleggibilità.

Come se non bastasse, va ricordato, che Berlusconi è stato già condannato in primo grado a ben 7 anni di reclusione, oltre alla interdizione perpetua dai pubblici uffici, nel processo Ruby. Considerato che la Magistratura ha cambiato marcia, velocizzando i processi in tutte le sedi di giudizio è ipotizzabile che in due-tre anni, al massimo, si può arrivare alla sentenza definitiva, anche per il processo Ruby.

In quel momento, se ci sarà condanna, Berlusconi si troverà sulle spalle anche i tre anni di pena goduti per l'indulto. Sicuramente dovrà anche affrontare il giudizio per la compravendita dei senatori, che fece cadere il governo Prodi. Questi guai giudiziari Berlusconi se li è cercati e non da oggi, ma dalla iscrizione alla P2, ove ha  goduto dell'amnistia. Così come in quasi tutti i processi (una quindicina) a suo carico, finiscono per prescrizioni, depenalizzazione o indulto.

Oggi Berlusconi deve accettare la condanna con dignità e dimettersi. Un atto dovuto ed atteso, evitando inutili rinvii, come ai tempi dell'on. Cesare Previti, che alla fine fu costretto a dimettersi. Il mondo intero sta seguendo questa brutta vicenda. Bisogna evitare spettacoli indecorosi. In altri paesi si sono dimessi Presidenti della Repubblica, per cose molto meno gravi. Dimostriamo di essere maturi.

Berlusconi  deve smettere di  ritenersi il Capo, il Sovrano, il Cesare, il Principe e pensare finalmente di essere un cittadino di questo Paese, che può essere anche condannato. Vorrei ricordare che ai sensi della legge del 1957 Berlusconi, doveva essere considerato non  eleggibile, sin dalla sua entrata in politica. Quella legge fu aggirata, con i soliti cavilli e con una certa complicità e un quasi silenzio dei compagni della sinistra, che pure avevano sostenuto la ineleggibilità.

Oggi la sinistra tutta ed in particolare il PD, deve tener la barra dritta e votare per la decadenza. Un voto, non contro Berlusconi, ma per affermare che i cittadini hanno pari dignità e sono uguali davanti alla legge. Una qualunque depenalizzazione in favore di Berlusconi, significherebbe  disconoscere anche l'improbo lavoro di quella Magistratura, tanto vilipesa da Berlusconi che, durante il lungo processo, ha dovuto affrontare anche le leggi ad persona che sfornava il nostro Parlamento.

Berlusconi non ha bisogno della grazia. Ha bisogno di coraggio e serenità, per fare un passo indietro. Un atto che sarebbe sicuramente molto apprezzato, perché degno di uno vero Statista.

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Autore: Vitangelo Solimini
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Lo spettacolo a cui, da anni ed in particolare da qualche mese, stiamo assistendo noi Italiani ed il resto del MONDO ha qualcosa di surreale! Trovo ripugnante, con tutto il dovuto rispetto per l'estensore dell'articolo, quel: ..."il PD deve tenere la barra dritta e votare"... La ragione è molto semplice. Non credo che in un contesto di Nazione civile, quale l'Italia dovrebbe essere considerata, ci sia necessità di un'esortazione simile. Non c'è ne è necessità, per la semplice ragione che in una NAZIONE non si creano nemmeno le circostanze per le quali si renda necessaria l'esortazione medesima. Ma noi, qui, siamo abituati a ben altro! Siamo(ci siamo lasciati abituare) abituati a strepitare, si fa per dire, per la storia della "nipote di Mubarak"; siamo abituati a considerare la Magistratura, a volte le Forze dell'Ordine, come enti politicizzati, ala servizio di questo o quel "potente" di turno; siamo abituati a considerare la violazione delle leggi e delle regole, come atti veniali e non considerare il danno reale che portiamo alla Comunità; siamo (a furia di sentirlo dire in tutte le salse) abituati a torcere la realtà dei fatti che vede un Signore che ha usato ed abusato delle Istituzioni per il suo proprio tornaconto e siamo abituati a vedere la realtà capovolta, nella quale il problema NON è più di chi ha agito con intenti criminosi e per cui è stato CONDANNATO IN TRE, ripeto TRE GRADI DI GIIUDIZIO, ma di chi deve comunque SALVARE il Signore in questione, pena sfracelli immani, ledendo le norme elementari del diritto che prevedono che un condannato DEFINITIVAMENTE DEVE scontare la sua pena. Ci sarebbe da scrivere fiumi di parole e concetti, ma non basterebbe comunque a farci ragionare in termini civili, dal momento che, pro il Signore, centinaia di uomini e donne - più o meno coscientemente - recitano la litania del SALVACONDOTTO! PERCHE' POI???



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