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Il Pd di Molfetta tenta di ricucire lo strappo col sindaco Natalicchio. Approvato un generico documento per il ritiro delle dimissioni e il rilancio dell'alleanza di centrosinistra Il ruolo di mediazione dei Giovani democratici che non accettano l'idea che la dirigenza del Pd possa avere la responsabilità di far cadere la prima amministrazione di centrosinistra dopo decenni di azzollinismo
22 luglio 2015

MOLFETTA – Il Partito democratico di Molfetta è tornato a riunirsi ieri sera, dopo la conferenza stampa del sindaco Paola Natalicchio, stilando alla fine un documento che tenta di ricucire lo strappo e continuare l’esperienza amministrativa di centrosinistra alla guida della città.

Si parla di intraprendere ogni sforzo per continuare e rilanciare l’esperienza, senza dire se il Pd è disposto a fare un passo indietro.

Insomma, come ogni lite fra coniugi, ci si arrabbia, ma poi si fa la pace. Questa è una buona cosa, ma per fare pace ognuno deve rinunciare a qualcosa, altrimenti è difficile riprendere un percorso comune. Chiediamo al segretario Piero de Nicolo (nella foto, durante l’assemblea), sempre sibillino ed enigmatico: a cosa rinuncia il Pd? A due assessorati? Alle altre pretese, delle quali ha parlato il sindaco? All’intransigenza e al comportamento aggressivo e da oppositore della giunta di Annalisa Altomare, agli attacchi di Lillino Di Gioia? A voler fare il partito di opposizione e quello di governo contemporaneamente? A tenere in ostaggio il sindaco?

Dopo che il Pd ha perduto molta parte della propria credibilità agli occhi dell’opinione pubblica, deve mostrare un’inversione di tendenza, prima che sia troppo tardi e i suoi consensi finiscano col ridursi al lumicino. I Giovani democratici cercano anche loro di smarcarsi dalle posizioni oltranziste dell'Altomare per ridare serenità al confronto politico e comunque appaiono contari ad ogni ipotesi di crisi, non condividendo la linea tenuta dalla segreteria durante gli incontri di maggioranza e ritengono che le dimissioni dell'assessore Tommaso Spadavecchia andavano evitate. I Giovani Democratici non accettano l'idea che la dirigenza del Pd possa essere responsabile della caduta della prima amministrazione di centro sinistra dopo decenni di azzollinismo. Insomma, un invito alla mediazione in piena regola e a fare un passo indietro. Ed è significativo che la lezione di moderazione a vecchi personaggi della politica locale, che si definiscono moderati, ma che hanno atteggiamenti estremisti (Di Gioia e Altomare), venga soprattutto dai giovani. Un importante segnale di speranza.

Il documento approvato dall'assemblea, in realtà, appare molto generico, speriamo che nei prossimi giorni emergano soluzioni più chiare e nette e soprattutto che entrambi i litiganti facciamo un passo indietro. Non si possono accettare vendette politiche trasversali, vanno isolati coloro che perseguono questi obiettivi, solo così si dimostra di volere il bene della città e non di coprire gli interessi politici di qualcuno.

 

Ecco il testo del documento:

 

«La Assemblea del Partito Democratico molfettese, riunitasi alla presenza del segretario Provinciale Ubaldo Pagano e della intera Segreteria Provinciale del Partito - unita e solidale, in questo particolare momento politico, al Segretario Cittadino e a tutti gli Organismi dirigenti legittimamente eletti nel Congresso del Partito svoltosi solo 2 mesi fa – ribadisce la necessità che venga intrapreso ogni sforzo affinchè la esperienza amministrativa che abbiamo contribuito a far nascere possa continuare e rilanciarsi.

Chiediamo a Paola Natalicchio di continuare a fare il Sindaco di Molfetta, nel rispetto di ogni partner della coalizione e nel rispetto del Programma amministrativo che abbiamo fatto divenire patrimonio comune e sul quale abbiamo chiesto il consenso alla Città.

Si superino le contrapposizioni personali e si riprenda a fare politica con concretezza e dedizione.

Con la serenità che ci ha contraddistinto in questi mesi, invitiamo il Sindaco a rispettare il consenso che ha ricevuto dai cittadini molfettesi e ad andare avanti con il Programma politico amministrativo in cui – come detto – ci riconosciamo e con cui è stata eletta.

Chiediamo al Sindaco di revocare le sue dimissioni e di riaprire il tavolo politico-programmatico interrotto.

Chiediamo al Sindaco e a tutte le forze politiche della nostra coalizione di avviare un sereno e proficuo dibattito sul programma amministrativo, una necessaria e profonda analisi sulle cose da fare, impegnando lo stesso Sindaco e tutte le forze della nostra maggioranza di governo a recuperare la concreta collegialità della maggioranza sulle basi della più democratica partecipazione».

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