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Il nuovo porto commerciale di Molfetta? Vendesi?
20 novembre 2013

MOLFETTA - Il nuovo PORTO commerciale in costruzione a Molfetta: se ne sono dette, scritte di tutti i colori. Da quando, circa cinque anni or sono, iniziarono i primi interventi per la realizzazione dell’opera, si sono cristallizzate diverse “scuole di pensiero”. I pro, che vedevano nella realizzazione dell’opera mastodontica, il trampolino di rilancio per la Comunità, oggi ed in futuro (mitici i tabelloni pubblicitari 3 x 6 m, con l’immagine dell’opera e lo slogan che parlava di “eredità” per i nostri figli!). I contro, che contestavano l’opera costosissima, inutile e addirittura dannosa. Hanno prevalso le ragioni dei sostenitori dell’opera.

Poi è successo quel che è successo! Ai primi di ottobre scorso, è scattato il decreto di sequestro e l’area è stata sigillata. Le attività, che procedevano con una certa speditezza, dopo il primo pagamento di una penale, rivendicata dall’A.T.I., per ritardi dovuti al problema dei problemi: gli ordigni inesplosi che, in gran numero, infestano le acque nelle quali si sta costruendo, si sono bruscamente interrotte. Alcune attrezzature di cantiere sono state portate via; i lavoratori sono rimasti senza lavoro - manco se ce ne fosse stato bisogno!; l’area ha assunto l’aspetto delle zone in cui si realizza qualcosa che poi diventa (more solito, nella nostra Italia) la classica “cattedrale nel deserto”. E’ impressionante il silenzio che si “sente” lì dove, fino a qualche tempo fa, i rumori della piena attività la facevano da padrone. Adesso però, la fanno da padrone i gabbiani, con le loro strida, persino alcuni uccelli di grande taglia sembra stiano nidificando. Lo spettacolo mette davvero malinconia!

Che cosa succederà? I tempi si prevedono lunghi e nessuno, neanche coloro che hanno lottato con le unghie ed i denti, per far avanzare l’opera, sono in grado di dire se e quando si riprenderà. Alcuni di costoro sono indagati e credo che abbiano poca voglia di dire alcunché. I tempi della Magistratura sono biblici.

Che ne sarà di un’opera che competeva, in grandiosità ed impegno finanziario con altre grandi opere, una per tutte, il sitema di regimentazione dell’acqua alta nella Laguna veneta: il MOSE?!

Non si sa, ma, c’è una novità: l’opera è in vendita!

Ovviamente è una sciocchezza: riferiamo quanto realizzato forse da un buontempone, sul lato ovest della famosa CASSA DI COLMATA.

Qualcuno, non si riesce ad immaginare come, ha realizzato una scritta di dimensioni notevoli, in vernice rossa: VENDESI. La scritta è visibilissima, se solo ci si fa attenzione, dal piazzale antistante la Basilica della Madonna dei Martiri.

E’ straordinario: quale impegno ha profuso l’esecutore della scritta e, ripeto, risulta davvero difficile capire come l’abbia realizzata; ma c’è!

Tornando al problema del Porto ed alle implicazioni penali che la Magistratura invoca per il blocco dell’attività e l’iscrizione nel registro degli indagati di una quantità di funzionari (Sindaco – ex, Capo U.T. comunale e Responsabile unico, Amministratore della Capo fila dell’A.T.I. e tanti altri), allo stato delle cose dobbiamo solo sperare che le complicate faccende siano chiarite in tutti i loro aspetti opachi; chi e se ha sbagliato venga sanzionato; l’Opera possa riprendere il completamento, risolvendo soprattutto la drammatica situazione dei senza-lavoro.

Pensare, anche come puro esercizio dialettico, di lasciare così l’opera sarebbe un delitto immane che davvero le generazioni future non ci perdonerebbero.

Per ora, il nuovo porto è IN VENDITA! Chi fosse interessato, non ha che da prenderne visione e poi: “visto, piaciuto ed acquistato”.

© Riproduzione riservata

Autore: Tommaso Gaudio
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Vendesi. Come avrà fatto l'autore ad arrampicarsi fin lassù, scrivere questa parola senza che nessuno se ne sia accorto? In ogni caso sembra un messaggio provocatorio, molto forte per gli amministratori istituzionali, per i molfettesi. Vendesi è sinonimo di povertà, di fallimento. Molfetta né deve vendere né abbandonare il porto a se stesso. Vi ricordate del progetto “Corridoio 8”? Ebbene il nuovo porto commerciale molfettese doveva essere il trampolino di lancio per favorire l'internazionalizzazione dello sviluppo economico con i paesi balcanici. Scambi commerciali con Albania, Montenegro, Grecia, Macedonia, fino alla Bulgaria. La posizione geografica del porto di Molfetta ha delle caratteristiche favorevoli al trasporto delle merci e dei passeggeri. Vicinissimo alla zona industriale, alle Ferrovie dello Stato, alla Statale 16 bis. Sicuramente gli armatori sceglierebbero Molfetta per risparmiare sulle spese di scalo. E sul porto lavorerebbero Agenzie marittime, manutentori, ormeggiatori, piloti, portuali, equipaggi per rimorchiatori, mezzi antinquinamento, bettoline per rifornimento di combustibili, di acqua potabile, scorte di viveri… Senza contare il ritorno dei benefici del turismo commerciale, offrendo ai passeggeri stranieri e italiani dei momenti lieti da trascorrere presso il centro commerciale o Miragica, gustare i vari prodotti agroalimentari locali o carne genuina - se si dà la possibilità agli ultimi due lattai allevatori di bestiame molfettesi di incrementare l'allevamento degli animali, la produzione deli latte per prodotti caseifici… Un potenziale circolo virtuoso che richiede uno sforzo comune a tutte le istituzioni per mettere da parte rancori e colpe di politici e tecnici e trovare urgentemente i fondi necessari per poter proseguire i lavori di completamento. Per la bonifica degli ordigni bellici sottomarini può intervenire al più presto la Marina Militare con i suoi dragamine moderni. E, da ultimo, le nazioni responsabili di questo nostro disastro ambientale devono essere chiamate in causa, per risarcire il danno.


Egregio "articolista" di "Q", lei mi stupisce e, più che un articolista mi pare un "disarticolista". Mi spiego e vengo al nocciolo della disarticolazione. Lei scrive: "E' impressionante il silenzio che si “sente” lì dove, fino a qualche tempo fa, i rumori della piena attività la facevano da padrone." Ecco dov'è la disarticolazione. Su "CULTURA", un gruppo di poeti, incontrandosi al Ghigno così hanno magnificato: "Il silenzio diventa poesia"! Che bello! Quel Porto così denigrato, maltrattato, ora avvolto nel silenzio più armonico è diventato POESIA, altro che cattedrale nel deserto. I poeti di tutto il mondo si precipiteranno qui a Molfetta per ascoltare il "SILENZIO POETICO" quel silenzio che solo i poeti percepiscono, avvertono. Come vede, non tutti i mali vengono per nuocere. Saranno scritte fiumi di parole, si faranno congressi, incontri e scambi di idee con uomini di cultura, poeti, artisti in tutti i campi per cercare di dare la giusta valutazione e collocazione a un Porto che, nel suo "SILENZIO" si è trasformato in una "POESIA". Erro, sbaglio se personalmente avanzo un'idea? Perchè non chiamarlo "IL PORTO DEI POETI? MOLFETTA, LA CITTA' DEL PORTO DEI POETI." Per finire: "Adesso però, la fanno da padrone i gabbiani, con le loro strida, persino alcuni uccelli di grande taglia sembra stiano nidificando. Lo spettacolo mette davvero malinconia!" Mi dispiace dirlo e non me ne voglia: lei di Poesia capisce niente, per cui la prego di non disarticolare in avvenire altre composizioni poetiche, "Q" non dovrebbe permetterle. Un saluto.


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