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Il mondo perverso delle chat Pericoli e problemi dei social network
15 marzo 2015

Separato. E tu? Sposata da tanti, troppi anni, un figlio ed un marito che ancora mi ama. Ed allora perché chatti? Per curiosità, per noia. Iniziano così, con frasi di una banalità disarmante, relazioni virtuali, relazioni che spesso possono rivelarsi pericolose. Complici i social network, tranquilli uomini e donne, capifamiglia si trasformano in navigatori di una rete sotterranea e parallela grazie alla quale possono “incontrare “ nuovi amici. La maggior parte delle volte si tratta di persone sole in cerca di compagnia con la remota speranza di trovare l’anima gemella, ma sempre più spesso ci si imbatte in gente senza scrupoli alla ricerca di storie di sesso. Sembrano lontani gli anni Novanta quando le chat facevano incontrare virtualmente gente di sesso diverso. Persino i siti di incontri per single sono in crisi. I social network hanno sbaragliato la concorrenza, assicurandosi il primato delle relazioni virtuali. Sarà capitato a tutti di “postare” una foto, per vedere sulla propria bacheca tanti “like”. Fin qui tutto normale ma spesso ai like seguono i “poke” letteralmente colpetto sulla spalla, cioè il messaggio inviato più per stuzzicare un amico che non per utilità vera e propria, per chiedere la disponibilità a comunicare. Ma anche il poke si rivela una richiesta superata. Gli utenti ormai inviano messaggi bypassandolo. La maggior parte dei messaggi rimane senza risposta, perché ai veri utenti dei social interessa condividere emozioni, notizie, informazioni, ma, talvolta capita, che “la sventurata risponda”. La conversazione inizia con frasi di rito: Di dove sei? Che lavoro fai? Sei impegnata?.. per poi continuare “sei bellissima”, “mi piaci”, “mi attrai”. La vittima, ipotizziamo una donna, ma potrebbe trattarsi di un attempato signore, si sente lusingata da complimenti ed attenzioni che non riceve da tempo e risponde ai messaggi dapprima con circospezione, lesinando informazioni poi, col passare dei giorni, permettendo al nuovo amico di indirizzarle messaggi hot e lasciandosi andare a risposte all’altezza del messaggio ricevuto. È fatta! Sempre alla stessa ora, probabilmente perché entrambi liberi da impegni, i due amici si incontrano in chat, dando vita ad una conversazione che si ripete ogni giorno, con le stesse modalità, le stesse frasi. Capita anche che uno dei due decida di interrompere e l’altro accetti senza problemi per rincominciare questo gioco con un’altra persona. Non dimentichiamo che molti utenti facebook sono registrati con diversi profili falsi, i fake, grazie ai quali rimangono invisibili, non mostrano la vera identità. I fake si riconoscono in quanto le foto postate ritraggono uomini o donne bellissimi, i fake hanno pochi amici, la bacheca non riporta alcuno stato. Ma se è vero che nella maggior parte dei casi si tratta di soggetti innocui, è altrettanto vero che soggetti senza scrupoli attirino ingenui utenti in trappole. Si chiama sextortion, letteralmente estorsione per sessuale virtuale, e miete numerose vittime. L’ignaro utente, connesso tramite Skype, viene convinto a spogliarsi o a compiere atti sessuali, come prova d’amore dal suo contatto che promette un incontro a breve, incontro che non si verificherà, tutt’altro. La vittima comincia ad essere vessata, a ricevere richieste di denaro affinché le immagini non vengano divulgate tra i contatti della vittima medesima e quindi, genitori, amici, coniugi, figli; inizia a pensare a gesti estremi pur di sottrarsi alla minaccia. Le denunce, in aumento, scattano quando l’onere del pagamento diventa insostenibile. Professionisti, anziani, uomini e donne soli, ma anche minorenni cadono nella trappola di persone senza scrupolo a cui è difficile risalire poiché i pagamenti frutto dell’estorsione avvengono grazie al circuito Western Union. Non ci sono giustificazioni a questo reato a sfondo sessuale, non ci sono scuse, ma occorre ricordare di usare prudenza anche verso coloro a cui concediamo l’amicizia, essere più discreti e non pubblicare sui social tutto ciò che viene in mente in modo da essere inattaccabili perché, anche a rischio di sconfinare nella retorica e di generalizzare, l’amicizia esiste, non è rara, e si incontra al di fuori dei social network.

Autore: Beatrice Trogu
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