Il “Molfetta calcio” c'è, per un'altra possibile bella avventura
CALCIO. AL VIA IL CAMPIONATO DI ECCELLENZA GRUPPO GIOVANE. OBIETTIVO: LA PERMANENZA. ESORDIO CON DUE PAREGGI
Il “Molfetta calcio” si è presentato ai nastri di partenza del massimo campionato regionale l'Eccellenza. Un dato positivo dopo gli avvenimenti di questa estate. Ci eravamo lasciati a luglio nel timore che la città potesse scomparire dallo scenario regionale. Il presidente Giuseppe De Nicolò era intenzionato a mollare tutto. La mancanza di acquirenti molfettesi prima e sfumato poi la vendita del titolo sportivo al Mola per mancanza di requisiti della società barese, metteva il patron molfettese di fronte all'amletico “iscrivo o non iscrivo”. Alla fi ne De Nicolò non se l'è sentita di far morire la una sua creatura e si è rituffato in una nuova avventura, chiamando in aiuto come vice presidente Nino Spezzacatena, imprenditore, titolare dell'azienda ConfSud, già presidente della “Molfetta Sportiva” e della “Molfetta calcio”. Il budget, però, è inferiore allo scorso anno con ambizioni limitate alla salvezza. I limiti d'ingaggio sono stati il via libera alle partenze di Loporchio, Salamina, Campanella, Tridente, Carlucci e Uva, in pratica la struttura portante della passata stagione. Iscritta la squadra nell'ultimo giorno utile, in fretta e furia è stata allestita una nuova squadra, più all'insegna dell'improvvisazione che della programmazione. Sono rimasti a Molfetta: Aloisio, D'Alessandro, D'Aloia, Del Vescovo, Di Bari, Lobascio e Paparella. Sono arrivate ben 7 facce nuove: Musacco (p.), Mezzina (d.), Sigrisi (d.), Capuano (d.), Luciani (c.), Fanfulla (a.) e (Stramaglia). Novità anche nel gruppo degli under. Ai molfettesi Cataldo, Magrone, Rinaldi e Sciancalepore, si sono aggiunti Liegi (d.), Pizzolorusso (c.) e Scorcia (d.). La caratura del gruppo è tutta da verifi care, sia sul piano tecnico, che della personalità. Non è stato facile per il riconfermato tecnico Riccardo Di Giovanni iniziare una nuova avventura, con un organico rinnovato e meno importante, da cui estrarre una squadra competitiva e dagli attributi giusti. I primi responsi hanno confermato ciò che si prevedeva: quest'anno sarà tutta un'altra storia. Il tempo di qualche settimana e capiremo tasso di sofferenza dovremo patire. La Coppa Italia è stata un disastro. Due sberle contro il Fortis Trani al “Poli” (1-2), e Bisceglie (3- 0), sia per i risultati che per le verifi che tecniche e di condizione in vista delle gare di campionato. In campionato qualcosa di buono si è visto. Nella prima giornata, il Molfetta tornava da Locorotondo con il primo punto (0-0), accolto come un'iniezione di fi ducia, anche per la buona prestazione, soprattutto sul piano fi sico, e qualche intuizione tecnica. Insomma, c'era la sensazione di una squadra in evoluzione. Dopo la parentesi del derby di Coppa, nell'esordio al “Poli” contro il Copertino, il Molfetta doveva dimostrare un ulteriore fattore di crescita che sarebbe arrivato con la vittoria. I biancorossi, anche se con un gioco altalenante e poco incisivo, sul piano della volontà e della determinazione ce la mettevano tutta. Creavano diverse occasioni, ma sulla loro strada trovavano un portiere avversario in giornata di grazia. Alla fi ne l'1-1 è stato beffardo: vantaggio, diagonale di Paparella alla “Paparella”, a 5' dal termine, beccare il pareggio dopo 2', il miracolo fi nale del portiere ospite che intercettava una palla all'incrocio dei pali. Nelle prime due gare, contro avversari di media levatura e in ritardo di condizione, il Molfetta con un pizzico di buona sorte poteva ottenere qualcosa di più e nessuno avrebbe gridato allo scandalo. Classica sfortuna o ci motivazioni tecniche? Le indicazioni sul piano tecnico e tattico ci lasciano perplessi. Giocare con due punte, Lobascio e Paparella, con alle spalle D'Aloia, crea qualche problema. D'Aloia gioca in un raggio d'azione inferiore rispetto a qualche anno fa. In pratica, un attacco con tre seconde punte, dove ognuno sembra che giochi per conto proprio. Di rifl esso il centrocampo a tre e con due under, oltre ad essere prevedibile nell'impostazione, in inferiorità numerica lascia troppo spazio alle iniziative degli avversari. Il tutto si scarica sulla difesa che appare più vulnerabile di quanto sia. Infatti, in Coppa Italia, contro avversari attrezzati in avanti, il Molfetta ha beccato 2 reti dal Trani e 3 dal Bisceglie. Un avvio in salita è prevedibile quando si deve modellare una nuova squadra: cercare le intese, elaborare tattiche e schemi, in base alle caratteristiche dei giocatori. Il timore è che le lacune emerse non dipendano dai suddetti fattori, ma da una inconsistenza strutturale, soprattutto se non emergono punti di riferimento. Ci attendiamo che qualche giocatore maturi per assumere un ruolo guida: Di Bari, D'Aloia e il capitano Paparella ci sembrano i più indicati. Per quanto riguarda i nuovi Musacco, Capuano e Lucani, si sono già integrati, in ritardo invece Fanfulla e soprattutto Stramaglia. L'ex biscegliese, unica prima punta della rosa, potrà diventare una pedina fondamentale nell'evoluzione tecnica della squadra. Alla vigilia Di Giovanni si è mostrato fi ducioso: “Sono convinto che il Molfetta si potrà inserire tra le squadre di seconda fascia. Per ora pensiamo a racimolare i punti salvezza e siamo concentrati esclusivamente su questo traguardo”. Le prime valutazioni signifi cative arriveranno presto: il calendario ha riservato al Molfetta un avvio in salita: Nelle prossime 5 gare, i biancorossi giocheranno a Noci, poi l'atteso derby al “Poli” contro il Bisceglie (23 settembre), seguiranno due trasferte proibitive contro Francavilla e Casarano, intervallate dalla gara casalinga contro il Leonessa Altamura (7 ottobre).
Autore: Francesco Del Rosso