A leggere, sentire, osservare quello che le diverse parti in causa comunicano sulla vicenda del nuovo Porto commerciale di Molfetta, si stenta a farsi un’idea più o meno corretta della situazione e dei suoi sviluppi futuri. Questo non va bene! L’opera, da qualcuno definita, forse un po’ troppo enfaticamente, come una delle più grandiose o, con un lapsus inconscio, paragonabile addirittura al “MOSE” di Venezia (con tutto lo scandalo a contorno!?), ha certamente del grandioso e peculiare. È appunto il suo costo (in relazione alla realtà della nostra Città) e le modalità con cui la si sta realizzando. Ormai siamo tutti a conoscenza delle vicende, non solo procedurali, non solo giudiziarie, ma anche finanziarie che sin dal 2008, anno di inizio delle attività di costruzione della Struttura, l’hanno caratterizzata. Vogliamo riferirci all’affaire Foresteria della Capitaneria di Porto (ci si è accorti che ostruiva la vista del Santuario della M. dei Martiri, quando era già stato edificato il secondo piano fuori terra!). Alla scoperta, a posteriori, malgrado previ, estesi lavori di prospezione sottomarina portati avanti nello specchio d’acqua interessato dall’Opera, di una quantità di ordigni bellici di ordini di grandezza superiore a quelli ipotizzati da rimuovere, potenzialmente pericolosi per mezzi e uomini che dovevano eseguire i lavori. Alle riserve finanziarie pretese dall’A.T.I. ed in un caso già ottenute: i famosi 8,5 milioni di euro di penali liquidati, per ritardo nell’esecuzione dei lavori, appunto ritardati dalla scoperta! (improvvisa! Ma guarda tu) del grandissimo, abnorme numero di bombe in mare. La passata Amministrazione di centrodestra ha poco o punto fatto pubblica opera di informazione su tutte queste problematiche. Forse pensando, a torto, che al Cittadino poco interessasse che i lavori potessero essere rallentati, dunque “costare”, ovviamente di più! L’interesse precipuo, a giudicare dagli sviluppi successivi, è sempre stato quello di… andare avanti, ad ogni costo. Quando poi la Magistratura ha voluto verificare (su segnalazione di un’Impresa esclusa dall’appalto) se tutte le procedure adottate fossero conformi ai canoni di un’opera pubblica – finanziata quindi con il denaro dei Contribuenti – grandiosa e certamente utile alla Comunità, ecco che si scatenata la disinformazione. All’indomani del sequestro della struttura (nell’ottobre del 2013) abbiamo cominciato a sentire voci sussurranti “complotti”… orditi allo scopo di bloccare l’opera. Si sono diffuse voci sull’esistenza di lobbies di personaggi anti-Porto commerciale… insediatesi in Comune. L’ultimo, più recente atto di questa campagna di disinformazione l’abbiamo vissuto con l’annuncio e lo svolgimento di una (falsa?) conferenza stampa, indetta da un gruppo di Imprenditori locali, i quali vorrebbero, con ciò, ribadire la necessità, l’impellenza di completare i lavori, affinché la Comunità possa giovarsene e migliorare i propri parametri economici e sociali. Un intento lodevolissimo! Quello teso al miglioramento delle condizioni socio-economiche della nostra Città, stretta come è, e come lo sono, tutte le altre Città italiane, dalla crisi che ormai da troppi anni attanaglia le Economie più gracili. I LAVORI DI REALIZZAZIONE DEL PORTO DEVONO RIPRENDERE! Questo il tema che ha dominato, da quel che ci dice la cronaca (relata refero) della “conferenza stampa”. Nessun cenno alle ragioni per le quali i lavori sono stati bloccati, non dall’opposizione (all’Opera); non da coloro – ce ne sono, eccome – che avrebbero preferito l’investimento di risorse tanto ingenti, in altri settori più preminenti; non dall’attuale Amministrazione che ha ereditato la fatidica patata bollente. ILAVORI SONO STATI BLOCCATI E IL CANTIERE POSTO SOTTO SEQUESTRO, PER ACCERTATE IRREGOLARITA’ A DIVERSI LIVELLI E PER IL CHIARIMENTO DELLE QUALI, E’ IN CORSO UN’INCHIESTA CHE HA GIA’ MESSO SOTTO ACCUSA MOLTE PERSONE. Cerchiamo adesso di fare un passo indietro e descrivere il contesto del Porto, quello attuale. La Struttura, pur con le sue carenze strutturali e tecnologiche, ha sempre avuto una discreta attività mercantile, oltre a quella peschereccia. Le sue banchine hanno ospitato navi medio-piccole (talvolta, hanno approdato anche navi di notevole tonnellaggio e quindi con pescaggio superiore al fondale di Banchina foranea, ma alleggerite nel carico - allibate) che hanno movimentato merci varie, sia per l’Imprenditoria locale, sia per quella dell’hinterland più vicino. Statistiche casalinghe, grossolane, da noi elaborate negli anni (non possibile, per diniego da parte di Enti preposti nel rilascio di informazioni più dettagliate, conoscere dati più certi, ufficiali), mostrano che il traffico mercantile che, fino al 2012 poteva essere considerato “adeguato” all’Infrastruttura attuale, ha subito una drastica caduta in termine di presenze e quindi di tonnellate movimentate. Le cause presumibili? Non avendo dati più puntuali, possono essere l’aggravarsi della CRISI. Un’altra causa potrebbe essere – non abbiamo dati a supporto, quindi si tratta di mera speculazione – la mancata adesione del Porto di Molfetta all’Autorità portuale del Levante: ente che ha consorziato le portualità di Bari, Monopoli e Barletta (saltando Molfetta, per scelta, a suo tempo, dell’Amministrazione) per sinergizzarne le attività. Per queste realtà portuali, in contro-tendenza rispetto al Porto di Molfetta in questi anni, l’attività ha visto un concreto incremento in tonnellaggio movimentato. Allora si pone la domanda, alla quale nessuno vuole e/o può rispondere, neanche gli addetti ai lavori. In previsione del futuro completamento del Porto commerciale di Molfetta, perché non si è voluta cogliere l’opportunità di inserirla in un contesto di Consorzio, come quello dell’A.P.L.? Perché, la costituita “Società C.a.r.l. MOLFETTA NEW PORT”, non ha colto l’opportunità di sfruttare una sorta di via preferenziale allo sviluppo del traffico nel futuro nuovo Porto, con benefiche ricadute anche sull’attività dell’attuale porto, aderendo al Consorzio? Ci è sembrata e ci sembra una opzione a dir poco, non oculata e miope. Abbiamo continuato con le registrazioni del traffico mercantile e scopriamo – sarà un caso? – che, il traffico mercantile che già nei primi mesi del 2014 sembrava ricalcare l’andamento negativo dell’anno precedente (nel 2013 – vedi tabella - sono approdate circa 2,2 bastimenti/mese – un po’ pochini!), recentemente ed in curiosa coincidenza con l’avvenuta adesione del Porto di Molfetta all’A.P.L. (l’Amministrazione ne ha dato notizia recentemente, come discontinuità con la politica autarchica della Giunta precedente), il traffico sembra essersi rivitalizzato: vedremo! E’ strano, ma questo ed altri quesiti da profani qual ci reputiamo (in queste faccende) sono stati oggetto, qualche tempo fa, di un’amabile e civile interlocuzione in rete con uno degli Imprenditori partecipanti alla “conferenza stampa”. Ci è sembrato una buona cosa che il parere, con conoscenza di causa, di un addetto ai lavori, potesse arricchirci con informazioni altrimenti non disponibili. Sfortunatamente il dialogo, correttissimo peraltro, è stato interrotto non da parte nostra. Peccato, anche alla luce del fatto che gli Imprenditori che postulano il completamento del Porto, quale trampolino per il rilancio alla grande delle fortune della nostra Comunità, pensino a torto – solo loro? – che sia necessario che l’opera sia completata. Tutti i Cittadini che pagano le tasse e vedono Molfetta come centro di civiltà e, perché no, benessere diffuso, vogliono che i loro denari siano utilizzati per il meglio e non spesi solo per soddisfare brame non meglio precisate e/o creare l’ennesima cattedrale nel deserto! In conclusione, prima di richiedere giustamente, ma dimenticando le vere cause dello stallo nella costruzione della Struttura, la ripresa dei lavori ed il loro completamento, ripetiamo, è da tutti, indistintamente, auspicato, lasciamo che l’inchiesta della Magistratura faccia il suo corso, accerti eventuali responsabilità per eventuali illeciti e punisca esemplarmente chi merita. Non serve a nulla fomentare odi e risentimenti, con atti di palese disinformazione, fine a se stessa. I danni di queste azioni scellerate, si sono già potuti constatare, quando il Sindaco ha subito minacce. Evitiamo che la diffusione di notizie non vere faccia sì che possano essere di… stimolo per altre azioni illecite e sgangherate, da parte di Cittadini esasperati!
Autore: Tommaso Gaudio