Il mestiere del giornalista nel progetto di alternanza scuola-lavoro
Pionieri del futuro, è questo il messaggio che in coro il dirigente scolastico del liceo scientifico “Albert Einstein” di Molfetta, Margherita Anna Bufi e il direttore della rivista mensile “Quindici” e giornalista economico del quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno” Felice de Sanctis hanno diretto agli alunni delle classi terze in occasione di un incontro svoltosi nell’auditorium della stessa scuola all’interno dell’ambito del progetto di alternanza scuola-lavoro, partito qualche giorno dopo e che si svilupperà nel corso di tre anni, avendo come tutor esterno lo stesso giornalista e tutor interno il prof. Giovanni Pappagallo. Una novità, quella prevista dalla riforma renziana della scuola che inserisce i licei all’interno di un contesto già ben collaudato per le scuole ad indirizzo professionale e tecnico. Progetto quello dell’alternanza scuola-lavoro che quindi tocca per la prima volta un liceo, con tutte le difficoltà che ne concernono. Proprio questo è il significato del messaggio che volevano far passare i già citati protagonisti dell’incontro, un qualcosa di nuovo che grazie all’aiuto degli stessi alunni potrà migliorare per fornire una esperienza e un servizio sempre migliore. Perno fondamentale dell’incontro è stato proprio l’intervento del direttore Felice de Sanctis, affermato giornalista professionista molfettese che di buon grado ha accettato di raccontare la sua esperienza agli studenti: dall’età di 16 anni come direttore del giornale del liceo negli anni del ’68 e cronista sportivo del quotidiano “Il Messaggero” di Roma, fino al lavoro come redattore economico della “Gazzetta del Mezzogiorno”. Il direttore ha preferito raccontare semplicemente la professione del giornalista a 360 gradi: difficoltà, pericoli, coraggio, una buona dose di sfacciataggine che però afferma: “Contribuiscono a renderlo il lavoro più bello del mondo”. “Quello che gli altri non dicono”, con questa frase che Felice de Sanctis ha voluto lasciare i ragazzi del terzo anno del Liceo classico e scientifico di Molfetta, dopo aver raccontato la sua esperienza sul campo, anche con servizi da inviato in Italia e all’estero. Dopo aver raccontato alcuni dei suoi viaggi di lavoro, insieme ad aneddoti bizzarri della sua carriera, ha saputo trasmettere un messaggio importante a noi giovani, ovvero quello di essere curiosi e di aver la forza di approfondire sempre ciò che si conosce, con determinazione e senza fermarsi davanti alle apparenze. A parte l’interesse, la curiosità e il desiderio di approfondire alcune tematiche strettamente collegate a questo tipo di settore lavorativo, quello che si è potuto recepire attraverso il discorso del direttore, è la necessità di acquisire anche determinate competenze, attraverso lo studio, la lettura di qualsiasi genere di testo (dai romanzi, libri, articoli e riviste di vario tipo), l’aggiornamento continuo oltre, naturalmente, ad una predisposizione personale e ricercata verso la scrittura. Il vero giornalista non si limita solamente a raccontare un avvenimento in modo accurato e obbiettivo, ma spesso si rende portavoce di un pensiero “nascosto”, non palesemente visibile a tutti, e per questo pur rischiando di essere querelato, sente il dovere, che l’etica professionale gli impone, di denunciare e di dar voce a fatti ed eventi senza esitazione alcuna. Questa esperienza ha aperto una finestra “virtuale” sul mondo del lavoro, in particolare sul giornalismo e sull’editoria, offrendo uno spunto importante per i ragazzi, trasmettendo loro quella passione e determinazione che bisogna avere per affrontare qualsiasi esperienza di vita a cui si tiene.
Autore: Roberto Squeo - Dalila De Ceglie