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Il grande pianista Ciccolini in concerto con l'Orchestra Sinfonica della Provincia
27 gennaio 2006

BARI - Prosegue con un ospite d'eccezione, il grande pianista napoletano Aldo Ciccolini, la stagione 2006 dell'Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari. Il maestro Ciccolini, tra i più grandi talenti musicali italiani, si esibirà insieme con l'Orchestra e sotto la direzione del Maestro Gregorio Goffredo mercoledì 1 febbraio alle ore 19.30 nell'Auditorium del Comando Legione Allievi della Guardia di Finanza, Viale Europa - Bari (i biglietti in vendita al prezzo unico di 2 euro al Box Office della Feltrinelli Libri e Musica, via Melo 119 - info: 080 524.04.64). Alla serata sarà presente anche il Presidente della Provincia di Bari, Vincenzo Divella. Il concerto si aprirà con la Suite per orchestra op. 71° tratta da "Lo Schiaccianoci" di Petr Ilic TCHAIKOWSKY (1840 - 1893). L'Autore adattò in forma di suite nel 1892 le musiche commissionategli l'anno precedente per il balletto coreografato da Marius Petipa. Divisa in otto sezioni, la suite ripercorre i momenti più popolari del balletto, ispirato com'è noto al racconto "Lo Schiaccianoci e il re dei topi" di Hoffmann. La suite è divisa in otto episodi: l'introduzione ha il compito di creare un'atmosfera musicale fiabesca; nella Marcia, il tema viene eseguito da clarinetto, corno e due trombe, mentre nel Trio la melodia è affidata ai legni e agli archi; la Danza della Fata impiega la celesta, uno strumento sino ad allora raramente inserito nelle orchestre sinfoniche; la Danza russa, detta anche Trepak, esprime un incontenibile senso di vivacità; la Danza araba si basa su una melodia esotica eseguita dal clarinetto nel registro grave; la Danza cinese viene eseguita da flauto e ottavino; la Danza degli zufoli ricrea l'atmosfera di una orchestrina di strumenti giocattolo; infine, il popolarissimo Valzer dei fiori viene introdotto da corni e clarinetti prima che la melodia principale sia eseguita dai violini. La seconda parte della serata proseguirà con il Concerto in la minore op. 54 per pianoforte e orchestra di Robert SCHUMANN (1810 – 1856) che vedrà l'eccezionale esibizione come solista del maestro Aldo Ciccolini. Dopo il debutto della sua Prima sinfonia, nel 1841, Schumann compose per sua moglie Clara una Fantasia in la minore per pianoforte e orchestra; questo breve pezzo sarebbe successivamente diventato il primo movimento del Concerto in la minore, terminato nel 1845 e dedicato al pianista e compositore Ferdinand Hiller. E tuttavia fu sempre Clara Schumann ad assicurare in veste di solista il successo a questa composizione, sin dalla sua prima esecuzione, tenutasi al Gewandhaus di Lipzia il 1° gennaio del 1846. Composizione dalla notevole profondità interiore e dalla vena melodica spontanea e fluente, il Concerto in la minore è certo tra le opere maggiormente rappresentative del genio di Schumann, che si accinse alla sua composizione dopo aver svolto uno studio approfondito delle opere di Johan Sebastian Bach grazie al quale sostenne di aver fortificato il proprio stile. È inutile tuttavia cercare di trovare delle tracce bachiane in quest'opera, nella quale, peraltro, è singolare notare come non si avverta alcun genere di frattura malgrado, come s'è già detto, il movimento iniziale fosse stato concepito autonomamente e in un momento diverso. Permeato da una tensione drammatica dal sapore beethoveniano e arricchito da una scrittura virtuosistica tipica dell'epoca, quest'opera, per usare le stesse parole di Schumann, “è qualcosa a metà strada tra il Concerto, la Sinfonia e la Grande sonata”, una sorta di poema musicale che vede lo strumento solista sempre in primo piano, impegnato in un dialogo con l'orchestra, cui non viene mai affidato un ruolo per così dire invadente. Il primo movimento, scritto in forma ciclica, si apre con un vigoroso accordo del pianoforte che, dopo aver esposto un passaggio discendente di tre battute, lascia all'oboe il compito di esporre il tema principale, che ci appare da subito come la tipica melodia schumaniana. Si tratta di un tema che domina l'intero movimento e che viene prima ripreso dal pianoforte, quindi sviluppato e variato dal solista e dall'orchestra.. Seguono altri due temi secondari, che completano questo movimento, caratterizzato e drammatizzato da contrasti di tempi, tonalità e ritmi. Una lunga cadenza del pianoforte conduce alla coda, nella quale viene ripreso il tema iniziale. Il secondo movimento, nella tonalità di fa maggiore, è concepito in forma di “lied” in tre parti e utilizza una melodia in staccato che viene esposta dal pianoforte e dagli archi. Il momento più intenso è rappresentato da una ispirata melodia dei violoncelli, accompagnata dagli arpeggi del pianoforte. Sul termine del movimento, i legni riprendono il tema principale dell'Allegro affettuoso e preparano il passaggio al movimento conclusivo, che giunge senza soluzione di continuità. Scritto nella forma sonata sul tempo di ¾, il Finale è introdotto da un vigoroso passaggio del pianoforte seguito dal soggetto principale, un tema sincopato degli archi. Successivamente, il tema del pianoforte torna in forma di passaggio fugato che conduce a dei nuovi motivi lirici e ispirati. Il Concerto si conclude con la ricapitolazione dei due temi principali.
Autore: Domenico Sarrocco
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