Il giudice ordina: rimuovete l'antenna
Vittoria dei residenti di via Martiri di via Fani
Strano a dirsi, ma in tempi di deregulation e decreto Gasparri, i cittadini di via Martiri di via Fani hanno avuto la meglio su Alcatel-Wind.
I giudici della sezione distaccata di Molfetta del Tribunale di Trani hanno dichiarato, infatti, l'illegittimità dell'installazione del ripetitore per telefonia mobile installato sul lastrico solare della palazzina al numero 5/E.
Su quel tetto, senza l'autorizzazione dei residenti, nessuna installazione è a norma di legge.
E' durissimo lo stop al ripetitore venuto dai giudici: è la fine dell'intricatissima vicenda dell'antenna di via Martiri di via Fani, delle trattative protrattesi per mesi per il trasferimento in altra sede del ripetitore, della battaglia da oltre un anno ingaggiata dai residenti. Secondo i giudici, la ditta Alcatel-Wind non aveva alcun diritto di utilizzare il lastrico solare by-passando i residenti. E questo, al di là della mera questione della proprietà del tetto, da sempre rivendicata dai costruttori del palazzo (l'impresa edile Pansini & Gadaleta) che avevano concluso il contratto di locazione del tetto con i gestori di telefonia mobile.
Per questa ragione, l'antenna va subito rimossa.
La fine di un incubo
Tutto ha inizio il 28 agosto 2001 quando i tecnici dell'Alcatel-Wind danno avvio ai lavori di installazione del ripetitore. I residenti oppongono subito resistenza: di quell'antenna non sanno nulla, nessun consenso è stato loro richiesto. Si rifiutano di dare ai gestori le chiavi di accesso al lastrico. Ma nulla ferma l'antenna: viene montata una gru, si ignorano le proteste di piazza, le infuocate assemblee che i residenti per giorni tengono alla presenza del sindaco e dei dirigenti dell'ufficio tecnico comunale, colpevoli di aver rilasciato la concessione edilizia favorevole all'installazione di quel ripetitore, secondo i residenti.
A settembre, il passo indietro del Comune, che vieta all'Alcatel di attivare l'antenna. Ma, qualche mese dopo, una sentenza del Tar dà ragione all'Alcatel Wind e di nuovo i residenti s'infiammano. Avviano un'azione legale per stabilire la proprietà del solaio e un ricorso al Tar (a cui aderiscono 49 cittadini) per l'annullamento della concessione comunale sulla quale ritengono che sussistano pesanti irregolarità.
Poi, dopo quasi un anno, con l'entrata in vigore del decreto Gasparri, salta un protocollo d'intesa che stava portando ad una soluzione alternativa, ma ormai è troppo tardi e l'antenna viene definitivamente bloccata dai giudici che sanciscono l'illegittimità dell'installazione.
Decreto Gasparri: via libera ad antenna selvaggia
L'illegittimità del ripetitore in via Martiri di via Fani è un risultato molto importante ed è grande davvero la soddisfazione dei residenti e di quanti hanno seguito la vicenda. Ma con l'entrata in vigore del così detto decreto Gasparri, (D.lgsl. n.198 del 4 settembre 2002), c'è molto poco da esultare.
“Agevolare la liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni, consentendo a tutti gli operatori di installare proprie infrastrutture celermente, creando così un mercato effettivamente concorrenziale”. La principale finalità del decreto non ha bisogno di commenti.
E non solo. “Le infrastrutture […] sono compatibili con qualsiasi destinazione urbanistica e sono realizzabili in ogni parte del territorio comunale, anche in deroga agli strumenti urbanistici e ad ogni altra disposizione di legge o di regolamento”.
E per concludere. Il decreto stabilisce che per tutte le installazioni di “impianti, con tecnologia UMTS o altre, con potenza in singola antenna uguale o inferiore ai 20 Watt, […]è sufficiente la denuncia di inizio attività”: non occorre alcun tipo di valutazione di impatto ambientale, nessun tipo di autorizzazione, nessun tipo di concessione, solo una banalissima dichiarazione di inizio attività.
Una legge, quella approvata a settembre, che ha dato i primi frutti già immediatamente dopo la sua entrata in vigore. Anche a Molfetta.
Con prepotenza i gestori mandarono a monte ogni tentativo di concertazione con il comune e i cittadini: “Possiamo dichiarare superata la fase relativa al protocollo d'intesa, non più necessario”. E poi, con toni di minaccia : “La nostra assistita (Alcatel Italia, ndr)…provvederà ad attivare immediatamente il sito di via Martiri di via Fani n. 5/E, anche, ove occorra, mediante l'intervento della forza pubblica, nonché a realizzare i lavori relativi al sito di via Scarlatti”.
Adesso il caso via Martiri di via Fani sembra essere stato definitivamente chiuso, ma almeno altri due focolai restano accesi: l'antenna Umts sul lastrico solare del mercato ittico e il ripetitore Alcatel-Wind di via Scarlatti.
In tutti e due i siti, i residenti hanno dimostrato di non voler accogliere affatto l'ipotesi di un'installazione di questo tipo.
Massimiliano Piscitelli
SCHEDA
Il ripetitore di via Scarlatti: una soluzione scaltra
Per il sito di via Scarlatti ci sono importanti novità. Infatti alla luce dell'entrata in vigore del decreto “installatutto”, i gestori hanno dichiarato di aver rivisto il piano di copertura per la città e di aver deciso di abbassare la potenza del ripetitore al di poco sotto il limite di 20 Watt.
Scaltra ma probabilmente decisiva, la mossa dei gestori, che fino ad allora non avevano ottenuto alcun tipo di autorizzazione. Così non occorrerà altro se non una dichiarazione di inizio lavori.
E purtroppo è definitivamente svanita la possibilità di ricorrere alla Corte Costituzionale per il conflitto di attribuzione dei poteri in materia amministrativa, innescato dal decreto. A seguito di un ordine del giorno proposto dal consigliere comunale Antonello Zaza del Prc, e approvato con voto unanime da tutto il consiglio, si sarebbe dovuto verificare, infatti, la fattibilità di un tale provvedimento da parte del Comune di Molfetta. Verifica dall'esito negativo che ha però prodotto un'esortazione al governo regionale, titolato a presentare un ricorso di questo tipo.
Peccato che, nonostante lo stesso consiglio regionale abbia avuto la stessa intuizione e abbia approvato lo stesso ordine del giorno del consiglio comunale di Molfetta, l'ufficio legale dell'amministrazione regionale abbia depositato il ricorso a termini ormai scaduti.
Mass. Pis.