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Il Giornale di bordo del motoveliero S. Francesco B poi Puglia - IV parte
15 marzo 2012

Il 3 settembre 1946 al largo di Margherita di Savoia il motoveliero caricò 185 t di sale con destinazione Venezia. Qui lo scaricò e si diresse a Pola dove caricò 180 t di cemento destinato a Venezia. La mattina del 1 ottobre terminò di caricare 180 t di carbon coke da Marghera che scaricò ad Ancona. Fece poi altri viaggi caricando silice da Pola e carbone dall’isola d’Arsia per le industrie di Marghera. Il 21 novembre fu alla fonda nel porto di Molfetta in attesa di un posto libero nel cantiere di Vito Pignatelli per una generale e radicale revisione dello scafo. I lavori si protrassero fino al 21 agosto 1948; varato, ne assunse il comando padron Giovanni Salvemini fu Sabino. Iniziò per il motoveliero una notevole e vivace attività di noli per quasi tutta l’Italia: Anzio, Baia, Lipari, Crotone, Catania, Siracusa, Marzameni, Porto Empedocle, Palermo, S.Antioco in Sardegna a caricare carbone per la Marina Militare e portarlo a Brindisi, Trapani, Crotone, Ancona, Venezia Trieste. Non tralasciò di fare noli a Malta e a Tripoli in diversi viaggi. Essendo una navigazione di piccolo cabotaggio per l’orientamento si navigava sempre a vista della costa dove i punti di riferimento erano il profilo costiero di giorno e le stelle e i fari di notte. Se si salpava da un porto pugliese verso la Sicilia i punti di riferimento erano: Otranto, Capo S.Maria di Leuca, si attraversava al largo il golfo di Taranto in direzione di Crotone, Capo Colonna, Capo Rizzuto, Punta Stilo, Capo Spartivento, Capo dell’Armi, qui se si era diretti alle isole Lipari o a Palermo si attraversava lo stretto di Messina, poi si doppiava Capo Milazzo, Capo d’Orlando e Capo Zafferano e di qui a Palermo o a Lipari; la stessa rotta poi per il ritorno. Se poi si era diretti a Porto Empedocle da Capo dell’Armi si faceva rotta per Catania, Siracusa, Capo Passero e sempre in vista della costa Licata e Porto Empedocle. I momenti cruciali della navigazione erano quando si attraversava al largo il golfo di Taranto con frequenti venti da SE o SW accompagnati da forti burrasche che mettevano a dura prova il motoveliero, e l’attraversamento dello stretto di Messina. Frequenti erano i noli verso le due sponde dell’Alto Adriatico, in particolar modo le coste jugoslave. Dalla lettura del Giornale di bordo si ha l’impressione che padron Giovanni qui era di casa e conosceva a memoria la costa jugoslava costellata da molte isole più o meno grandi e ci voleva molta perizia a navigare tra un’isola e l’altra, in particolar modo in alcune zone di mare ancora minate durante l’ultimo conflitto mondiale. Se si salpava dai porti pugliesi, si preferiva far rotta per la testa del Gargano e raggiungere le isole Tremiti. Di qui, a seconda della destinazione, si doppiava l’isola di Pelagosa, si bordeggiavano l’isola di Lissa poi l’Isola Grossa, si doppiavano le Punte Bianche, poi le isole di Premuda, di Lussino, si raggiungeva Capo Promontore e, di qui, a Pola, Venezia, Trieste oppure a Fiume. Se si raggiungeva Spalato poi per i canali dalmati si caricava in diversi porti: Zara, Sebenico, Gravosa Arbie, Arsia, Curzola, ecc. Se il tempo tendeva al bello con venti settentrionali si seguiva la rotta Venezia, Ancona, Ortona, Vieste, si poggiava a Manfredonia e poi a seconda della destinazione i vari porti pugliesi. Terminiamo il Giornale di bordo, con l’ultimo viaggio segnalato da Durazzo a Trieste. Il 20 aprile 1951 in prima mattina, proveniente da Patrasso, attraccò nel porto di Durazzo, qui caricò della merce e il 21 seguente di buon mattino salpò per Trieste. Lascio al Giornale concludere con un risvolto tragicomico. Alle ore 6 si parte cielo coperto vento leggero da SW, si calma in rotta, alle ore 22 al traverso Ragusa si costeggia la Dalmazia si segua la rotta. 22 aprile, si costeggia vento fresco da NW freddo immenso si naviga sulla rotta cielo coperto, alle ore 11 al traverso punta della Planca, dato il cielo coperto e vento da NW si navigano i canali dalmati tutto funziona bene verso le ore 12 si mette vento forte da NE si costeggia alle ore 20 al traverso Zara il vento si rallenta si prosegue. 23 aprile, alle ore 1 si mette vento forte si poggia si da fondo alla rada di Zara. Alle ore 7 si riparte vento leggero da NW alle ore 19 di traverso Promontore si costeggia. 24 aprile, alle ore 6,30 si arriva senz’altra novità. Lo scrivente si riserva che non avendo assistito al peso della merce gli Albanesi col fucile mitragliatore obbligavano firmare le polizze da loro scritte senza poter fare le mie riserve. Non assumo nessuna responsabilità del mancare del carico esistente a bordo. Il cap. padrone a comando G. Salvemini. Il motoveliero S. Francesco B. poi Puglia continuerà a solcare i mari e terminerà la navigazione nel 1963 a seguito di un tragico naufragio sulle coste slave. Al termine di questa esposizione è opportuno fare una considerazione finale: i velieri molfettesi dalla metà del XVIII sec. iniziarono la loro epopea commerciale trasportando olio, mandorle e altri generi alimentari verso i porti dell’Alto Adriatico, ciò ha contribuito nel tempo a diversificare l’economia locale. Col progresso dei mezzi di trasporto e con domande di mercato diversificate, questa attività è andata man mano adattandosi accettando anche noli di carichi di ogni genere. L’attività commerciale della marineria molfettese è terminata negli anni Sessanta del secolo scorso. Sono grato all’avv. Sabino Salvemini e ai suoi figli avv.ti Giovanni e Vito per aver messo a mia disposizione il Giornale di bordo e permesso la sua divulgazione. *4 Fine. Le precedenti puntate sono apparse nel mese di novembre 2011; gennaio e febbraio.

Autore: Corrado Pappagallo
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