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Il gioco di Santa Oca, mille volti di essere donna
15 marzo 2020

Intimo e toccante l’incontro alla libreria “Il Ghigno” di Molfetta, che ha avuto come protagonista il libro “Il gioco di Santa Oca” (Edizioni “La nave di Teseo”) di Laura Pariani, finalista al Premio Campiello. Il libro non a caso, è stato pubblicato poco prima dell’8 marzo, giornata internazionale dei diritti della donna della quale si ricordano le conquiste sociali, economiche e politiche. Si racconta di molte donne che, nonostante la discriminazione del sesso durante il periodo in cui è ambientato il libro (ovvero durante la guerra dei 30 anni), scrivono e scrivono, raccontando le loro vicende, non arrendendosi mai, spesso anche travestendosi da maschi e impugnando armi per ingrossare le file dell’esercito, con un immenso coraggio che le caratterizza. Le donne raccontano storie dei loro viaggi in Europa, delle loro avventure, dei loro amori e della loro maternità. Queste donne non si sono rassegnate alla loro condizione, hanno lottato per i loro diritti. A presentare il libro è stato il dirigente scolastico dell’ITET “Salvemini” Sabino Lafasciano il quale ha definito la scrittura di Laura Pariani ricca di allusioni dotte e, prima del suo intervento, ha gentilmente permesso all’autrice di leggere e raccontare una delle pagine più significative del suo libro. Una scrittura anche profondamente religiosa, come si evince dal racconto dell’autrice, tratto dal suo libro, nel quale viene descritto uno degli infiniti miracoli di Gesù. È stato trattato anche il fondamentale tema della giustizia, che non considera più le urla dei poveri e le trascura. Il titolo del libro riprende anche il semplice e conosciuto gioco dell’oca, che ha sicuramente in comune con la trama diversi aspetti della vita, come la sua imprevedibilità, quella sua casualità che nasconde però in sé un profondo significato di bellezza e varietà alle nostre esistenze. Viene donata particolare importanza alla vita contadina, colma di tradizioni e consuetudini che nel libro vengono messi in evidenza insieme al loro processo di evoluzione legato ai popoli e alle generazioni. Le diverse vicende trattate vengono quindi sempre raccontate tenendo conto del pensiero popolare. Nel libro è fortemente presente la “psicologia orizzontale”, un’adesione linguistica che colpisce molto dal punto di vista mentale e che a volte consiste anche nel dare la parola ai personaggi stessi. L’autrice ha mostrato il suo attaccamento a una delle brughiere più belle del Nord Italia, a pochi metri a sud del sedime aeroportuale di Malpensa, evidenziando l’importanza della natura selvaggia e magica nel libro, natura che però in Italia, è stata quasi completamente inghiottita dall’industrializzazione. L’elenco dei numerosi temi sui quali Laura Pariani ha voluto soffermare la sua attenzione si conclude con un particolare riferimento all’elemento che occupa il primo posto nella classifica degli elementi caratterizzanti di un popolo: il dialetto, considerato dalla scrittrice una vera e propria lingua con la quale ella è cresciuta, anche se non poteva essere utilizzata nella scrittura, per questo motivo considerata di “serie B”, una lingua piena di pregiudizi che dovrebbero essere abbattuti, per permettere al dialetto di essere celebrato come sinonimo di storia e tradizione. © Riproduzione riservata

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