Il festival degli sprechi visibili ed invisibili
La scarsità delle risorse è il problema che attanaglia le varie amministrazioni locali. Le più avvedute raschiano il barile per trovare quegli sprechi da eliminare e avere così qualche euro da spendere. Anche la nostra governance di centrodestra fa parte di questo coro della lagnanza. Lo ha rimarcato più volte quando in Consiglio comunale sono approdati i provvedimenti relativi ai conti comunali. Rispetto agli amministratori delle altre città, i nostri però, oltre alle doglianze sulla scarsità delle risorse, hanno sempre rimarcato che a Molfetta in questi anni i soldi sono arrivati e si stanno spendendo, grazie ai buoni uffici romani del senatore Antonio Azzollini, che, in qualità di presidente della Commissione Bilancio del Senato, ha individuato le strade giuste per far calare da Roma finanziamenti cospicui. Tutto vero e tutto giusto. Mentre però gli amministratori della altre città “raschiano il barile”, i nostri nel “barile” le mani non le mettono. Quella frase ripetuta spesso: “tanto c’è il senatore che porta i soldi da Roma”, rischia di divenire un alibi per non far nulla per eliminare gli sprechi. Lo “spreco” è difficile da individuare perché è una percezione soggettiva. In senso stretto lo spreco è una spesa che non produce nessun beneficio economico, sociale e culturale per la collettività e che quindi, il più delle volte, si traduce in un benefit, prebenda o regalia, per qualcuno. Inoltre lo spreco si realizza non solo sul fronte delle uscite, ma anche in quello delle entrate, cioè quando il Comune non incassa il dovuto, oppure quando una struttura pubblica produttiva, non produce il suo naturale ritorno economico. Anche in questo caso c’è un il danno per la collettività, cui corrisponde un indebito benefit, prebenda o regalia, per una ristretta cerchia. Sul versante degli sprechi per mancati introiti, l’elenco delle cose visibili è ben nutrito: piscina comunale chiusa da quasi un anno, due box del Mercato Ortofrutticolo non assegnati, una plancia della Gestor inutilizzabile per la presenza di un rivenditore di frutta e verdura. Tra le cose invisibili ci sono le costanti voci su concessionari degli impianti sportivi comunali poco solleciti e puntuali nei pagamenti. Mentre tra le strutture produttive non utilizzabili spiccano quelle storiche: 2° Lotto del Mercato Ortofrutticolo destinato alla selezione, confezionamento e frigoconservazione della produzione orticola locale e i pontili galleggianti lungo banchina Sa Domenico. Opere costate qualche milione di euro dei cittadini contribuenti per il capriccio di qualche assessore. Non siamo in grado di quantificare l’entità di questi mancati introiti e sicuramente per ogni caso ci dovrebbe essere una spiegazione plausibile. Chissà se qualche amministratore prima o poi sentirà il dovere di esternarle. Abbiamo cercato di sentire qualche amministratore, e, come al solito, ci siamo sentiti come una pedina del gioco dell’oca.
Autore: Francesco Del Rosso