PROLOGO Uno psicanalista per anni impiegato in ospedali, varie cliniche psichiatriche e nel suo studio privato, continuando a studiare sino a laurearsi anche in Medicina, specializzandosi in Psichiatria, arrivò ad un bivio ‘etico’. Quel quadro blu, di fronte alla sua scrivania, non dipingeva solo il mare, ma anche la sua direzione nella vita. Una decisione che dipese anche dal suo continuo dialogo con Mahatma Gandhi che coltivava continuamente con letture consapevoli, nutrienti ma soprattutto dirette a qualcosa che sapeva di dover fare. Un po’, se vogliamo, come Ernesto Guevara più noto come el Che. Anche el Che era un medico ma più noto come rivoluzionario. Una coincidenza? Questo solo per anticipare un po’ la storia del nostro dottore che però aveva in mente metodi opposti al Che, senza mai concepire alcun genere di violenza o di guerriglia. Resta di fatto che ancora non si sa se si tratti di pura coincidenza, o no, la linea ideale che unì i due medici nelle loro esistenze e azioni, seppure un matematico antico teorizzava che quando le probabilità sono infinite le coincidenze sono ‘soluzioni’. Così il medico lasciò tutto e si trasferì in un paesino nel meridione del mondo, dove per meridione non s’intende il sud ma dovunque ci sia ancora una lacuna di libertà, di giustizia e oltre. La scelta fu più che difficile, per quanto accennato, ma quando il nostro amico nel viaggio vide una casetta bianca a picco sul mare, regalò il suo preziosissimo quadro alla prima persona che passò, dicendo solo ‘Ecco ti dono il punto di partenza e d’arrivo!’ Il passante lo guardò sbigottito ma poi l’incanto della bellezza del quadro lo immobilizzò quasi. Sistematosi nella nuova dimora diede inizio a quel progetto che chissà da quanto gli cantava dentro e... aspettava! MOTORE, CIAK, AZIONE! Lo psicanalista, non si cita il suo nome per sua richiesta e dopo si chiarirà il perché, si integrò alla perfezione con la nuova gente del piccolo paese. Gente che era solita chiamarlo ‘Maestro’ per quell’aria sempre un po’ riflessiva e quella lunga barba bianca che era diventata ormai un emblema e allo stesso tempo un interrogativo popolare. C’era addirittura chi lo scambiava per un monarchico in esilio, un anarchico in fuga, un mafioso in vacanza o un vecchio massone impazzito! Iniziò quindi il suo progetto e per anni fece continue e specifiche ricerche sulle aree del cervello umano, isolandosi nel nuovo studio segreto, a volte anche a lui. L’unico fedele compagno era il mare. Bastava uno sguardo dalla finestra a fargli respirare vita con sorrisi volti al cielo. Meditava poi, meditava sempre ininterrottamente sull’origine, e a volte sulla sorte, di una specie, quella umana, ancora sconosciuta per il 90 % delle sue funzioni e potenzialità cerebrali. Non aveva però dubbi su quelle più primarie, già note ma era riuscito ormai ad avvicinarsi alle zone precise del sistema nervoso cranico che facevano da collegamento tra le sfere spirituali, ovvero dell’Anima, e quelle dell’Etica verso lo spazio dedicato allo stato della coscienza. Nessuno mai prima avrebbe potuto nemmeno immaginare quel che nel suo silenzio quel ‘piccolo’ dottore in totale solitudine stava scoprendo! Riuscì col tempo a realizzare un metodo, una sorta di autoipnosi, solo per ignoranza di chi cerca di raccontare, in cui i diversi campi cerebrali riuscivano ad entrare in contatto fra di loro avendo uno scambio, un dialogo che, terminata l’«autoseduta», riusciva a inserirsi nella memoria dell’uomo con conseguenze simili ad una bomba atomica che sparga amore e non radiazioni! Un miracolo? No! Fortuna? No! Un caso? No! Solo tanto lavoro e tanta passione! Quasi un mistero svelato attraverso studi che non coinvolgevano solo la psicologia e la psichiatria ma anche altre dottrine meno classiche e quindi meno considerate. Infatti il dottore si era dedicato moltissimo anche allo studio di antiche civiltà, dei loro riti, di tribù riuscite a sopravvivere sino ai giorni nostri e a infiniti manuali di antropologia da cui sviscerò l’essenza spirituale, e non solo, dell’uomo. Una elaborazione completa, sotto ogni aspetto, di questa specie! UN GIORNO... Fu un giorno, un giorno qualsiasi, di quelli più belli perché inaspettato come quando per strada incontri la donna della tua vita, che finalmente accadde quello che lui aveva previsto. Era un uomo, apparentemente solo, davanti allo specchio come se dovesse farsi la barba che lui curava solo con sapienza tagliando un po’ dei peli ‘ribelli’ e pettinando la folta ‘chioma’ come fosse un gatto bianco. Era arrivato il punto in cui sarebbe arrivato a vederci più chiaro su chi era in realtà in maniera pragmatica-sperimentale. La sua mappatura delle aree del cervello gli fecero chiamare il progetto: ‘Il Duale nell’uomo, lo Psicanalista-interno e la coscienza’. Così, come segue, si racconta ch’ebbero luogo i fatti nel bagno, lui di fronte a sé. L’automatismo indotto da una sorta di auto-ipnosi ebbe luogo e si ruppe il silenzio: Dottore-’Portami dove ancora non fui mai! Alter ego psicanalista interno-(Ma sei pronto?) D-A cosa? A.e.p.i.-(Ad accettar quel che vedrai?) D-Si, certo! A.e.p.i.-(Ecco, ora sei fuori di te e puoi vedere veramente chi sei!) D-Osservo, da qui, molte cose di me che non mi piacciono. Eppure non lo sapevo! A.e.p.i.-(E’ ovvio, é cambiato il punto di osservazione, inoltre sei riuscito a essere sincero! Molti mentono anche sotto ipnosi sai!) D-Ed io che mi credevo perfetto e volevo migliorare anzi cambiare il mondo! -A.e.p.i.(Lo puoi fare ancora!) D- Come, buon Dio? A.e.p.i-(Iniziando a cambiare prima te stesso e poi a non giudicare sempre tutto e tutti in maniera negativa, quasi distruttiva!) D-Ci riuscirò? -A.e.p.i.(Bè, sei già a buon punto se sei riuscito ad immaginarmi e parlarne con me! In realtà dialogavi con te... D-Grazie sei stato davvero utile, gentile e molto intelligente A.e.p.i.-(Ma che fai? Quelle cose le stai dicendo a te! Ti lodi da solo? Allora non cambierai mai! D-Guarda che scherzavo! Sapevo che mi avresti risposto così! A.e.p.i.-(Anche io!) Si chiuse così il primo profondo dialogo dello psicanalista che per lo sforzo mentale s’abbandonò ad un lungo sonno senza sogni però! Aveva trovato il suo, finalmente. E POI... Era fatta! Ora bisognava solo ‘brevettare’ e far accettare il ‘Metodo’ dalla comunità scientifica internazionale e adottare la cura innovativa su miliardi di persone e sperare di cambiare... quasi tutto! Un bambino però, incuriosito dallo strano uomo, si arrampicava sovente su un albero che permetteva l’intera visuale della toilette tramite il finestrone che il dottore lasciava aperto per respirare l’aria salmastra. Di corsa, dopo aver assistito a quella scena, corse dalla madre a raccontarle tutto! Quel che accadde poi, per dirlo alla De André anzi ‘cantarla’ come Faber narra in ‘Bocca di rosa’, é una logica conseguenza di teorie affermate nell’Antropologia culturale: ‘Ma le comari d’un paesino - Non brillano certo in iniziativa - Le contromisure fino a quel punto - Si limitavano all’invettiva - Ma una vecchietta mai stata moglie - Rivolgendosi alle cornute - Le apostrofò con parole argute - “Il furto d’amore sarà punito” - Disse “dall’ordine costituito”. E così avvenne! Non per ‘Bocca di Rosa’ questa volta ma per la notizia di questa scoperta rivoluzionaria che arrivò non solo all’intero settore della ‘sanità’ internazionale’, che aveva solo in previsione enormi perdite economiche se il metodo si fosse diffuso nei vari Paesi del pianeta. Furono i ‘Banchieri del potere’ a dedurre, quasi in lacrime, che un uomo più consapevole di sé, più libero quindi meno schiavo di stesso e di tutte le inutili sovrastrutture che loro gli avevano creato per far profitto, avrebbe scritto la parola fine agli affari delle loro imprese economiche, ovvero truffe mondiali, nate e vissute grazie all’ignoranza generale. Bisognava quindi intervenire e subito! Fare qualcosa per far tacere lo psicanalista pur se si doveva usare brutale violenza. Era a rischio l’equilibrio del loro mondo! Un mondo basato sulla falsità, sulla violenza, sull’avidità con roccaforti putrescenti ideologiche, religiose, umane, politiche, economiche ormai in stato avanzato di decomposizione. Solo pochi ne sentivano il puzzo! Eppure si doveva difendere questo campo minato di bruttezza millenaria per conservare quello scettro che a molti riesce a dare un’identità, mai umana! CONCLUSIONI SENZA FINALE Il nostro dottore non ebbe nemmeno il tempo di fare tre respiri al risveglio che gli bussarono alla porta tre uomini di nero vestiti, quasi in uniforme. Lui fece un sobbalzo dicendo: ‘Ma il fascismo non era stato sconfitto?’ Si sentii rispondere: ‘Nei cuori di chi ha potere quel finale non è mai esistito! Il nero rappresenta la nostra forza oscurantista su ogni altro colore. L’essenziale è infatti che non ci sia luce per gli altri, per vedere! Come lei ha tentato di fare credendosi capace di illuminare la gente! Se lo volevano, lo avrebbero fatto da soli, o no? Mio caro Einstein!’, e la voce metallica si arrestò pian piano sghignazzando. ‘Ma non hanno più i mezzi gli uomini...’ rispose con un filo di voce, disperato e tacendo ad ogni altra domanda rivoltagli. Ora era silenzio per lui! Questa nuova ‘Massoneria’ agì d’astuzia e con abile strategia. Motivo per cui aveva la supremazia nel mondo e quindi attuò un piano ben congegnato per far internare il medico in una struttura psichiatrica. Infatti fu sottoposto a visite e accertamenti da professionisti ben remunerati che lo costrinsero a lunghi soggiorni obbligati in più ‘bunker’ anche neurologici per ‘curare’ la sua patologia ossessivo-compulsiva, si diceva. Lui però, incurante, continuò la sua missione in ogni nuova clinica dove veniva ricoverato e faceva molti proseliti a cui insegnava il suo ‘metodo’ per migliorare se stessi. Chiunque lo sentiva, ovviamente lo prendeva in parola! Questo fino a quando, avendo diminuito del 70% i problemi mentali dei pazienti dove ogni volta dimorava, fu finalmente dimesso perché rappresentava un grave e dannoso problema ‘sanitario’. La sua diagnosi definitiva recitava: ‘Soggetto non guaribile e resistente ad ogni tipo di cura psicologica-psichiatrica. Asserisce che in lui c’è già uno psicanalista che lo tiene in cura dalla nascita’. Dire la verità è spesso un problema e si corre poi il pericolo di esser preso per matto! Ma lui ne fu felice e continuò, in incognito, ad ‘aiutare’ i malati di mente a ‘liberarsi’. Se n’era innamorato per la loro bellezza, sincerità e apertura mentale. Vedeva in loro quello che prospettava per l’uomo! Visse dunque in armonia in giro per il mondo come un viaggiatore senza tempo e abbandonò così il sogno di guarire l’umanità che si convinse poi ‘di avere la capacità di vedere ma non d’agire. Statue con occhi!’. Questo l’ultimo pensiero che mi riferì un mio paziente, anche io svolgo il lavoro di psichiatra e non dico altro, paziente che aggiunse solo ‘La vita e la storia del dottore non avrà mai inizio né fine perché è riuscito ad entrare, come luce, nella vita di migliaia di noi!’ Noi... e Noi? Sì, noi umani che abbiam rincorso il passato, per conoscenza delle origini della specie, che traballiamo nel presente... e addirittura ci permettiamo il lusso di pensare al futuro? Anche qui non c’è, per ora, la parola fine alla nostra storia. Ma tante sono le variabili che ognuno deve scegliere per comporre l’equazione della sua vita, poi unita insieme ad altre equazioni per comporre il sistema globale umano! Spero un quadro differente da quello che si vede da qui, dalla finestra dell’ospedale, dove non c’è il mare ma un fiume di gente che va su e giù il più delle volte senza un perché. Il dottore, anche se troppo avanti nei tempi per noi, parlava di coscienza in primis. Alla coscienza io, sì io che l’ho conosciuto e per questo non posso tradire la sua identità, aggiungo solo la parola cultura. Nessuno si preoccupi: pochi libri, nessuna scuola e università e nessun esame finale! Quella cultura che dal significato originario vuol dire ‘coltivare’ e che, come l’agricoltore cura le sue piante per avere buoni frutti, ognuno di noi dovrebbe fare con se stesso, con tutti gli strumenti a sua disposizione ma soprattutto con coscienza e partecipazione perché tanti ego non compongono un popolo unito pronto a costruire realtà di bellezza, non solo materiale, nel presente né avere visioni future. Questo, è ovvio, per non essere retorici ma pragmatici è l’unica via contro quell’ignoranza imperante, ove per ignoranza si intende ignorare, voltarsi dall’altra parte! Tutto ciò nella speranza che non ci sia nessun postero morale che chissà quando, mediti come scritto dal Manzoni nell’ode a Napoleone ‘Il cinque Maggio’: ‘Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza...’ Allo stesso modo come il poeta si è posto dubbi sulla valenza di vera umanità dell’imperatore francese, lo stesso potrebbe accadere a Noi. A tutti noi, ‘letti’ come una civiltà non in grado di rispettare la vita, condividerla e proiettarla nel futuro. Sempre distanti da tutti quegli ideali per cui però abbiamo vissuto! Un paradosso? No! Un falso paradosso anche se Pirandello non dovesse approvare mai ciò, lui principe e poi re dei paradossi letterari e quindi umani!