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Il critico Carlo Vanoni ha presentato, alla libreria “Il Ghigno” di Molfetta, il suo ultimo libro “A piedi nudi nell’arte”
03 agosto 2019

MOLFETTA - Carlo Vanoni è critico d’arte, curatore di mostre, autore e attore teatrale. Adora l’arte contemporanea e prova a raccontarla attraverso spettacoli, cicli di incontri e conferenze.

 Alla libreria il Ghigno di Molfetta, dopo l’introduzione della prof.ssa Isa de Marco, il critico presenta il suo ultimo lavoro dal titolo “A piedi nudi nell’arte”. Carlo Vanoni guida il pubblico in una passeggiata alla scoperta dei capolavori dell’arte antica e moderna.

Su un grande schermo e di fronte ad un pubblico interessato, scorrono l’una dopo l’altra immagini di capolavori artistici, che il critico commenta.

Le prime immagini riguardano capolavori dell’arte antica ed il critico definisce Tiziano Vecellio come l’artista più grande di tutti. 

Con lui la pittura abbandona l’uniforme imposta dal committente e scende al livello della vita, innalzando la vita stessa ad un livello più alto, quello della pittura. 

Tiziano non è divino come lo sono Leonardo e Michelangelo, la cui arte è sempre oltre la vita stessa. 

Tiziano è un uomo e per lui è impossibile uscire dalla vita e trasformarla in altro. Tiziano dipinge l’uomo sulla terra.

Il critico chiede al pubblico quale opera rappresenti l’amore. 

Riceve tante risposte da “Il Bacio” di Gustav Klimt a quello di Francesco Hayez per arrivare al “Sogno d’amore” di Marc Chagall che ritrae due amanti che volano nel cielo. Carlo Vanoni dichiara, anche lui, quella che considera l’opera più rappresentativa del sentimento amoroso.

L’amore per il critico è in “Perfect lovers”, nei due orologi di Félix Gonzàles-Torres. Le lancette dei due orologi sono sincronizzate, ferme sulla stessa ora. 

Gli orologi identici rappresentano due persone, una delle quali è morta. Felix dà forma non alla solitudine di chi è rimasto ma all’assenza di chi se n’è andato, il suo compagno Ross.

Secondo Carlo Vanoni quest’opera innovativa, considerata una delle più influenti del ventesimo secolo, crea una grande frattura nella storia dell’arte. 

Si tratta di un comune modello di orinatoio che Marcel Duchamp acquistò a New York e che giunto nel proprio studio capovolse. 

Inizialmente il lavoro non venne mostrato, in segno di protesta. Il messaggio dell’artista è evidente e desta scandalo: “L’arte è un qualcosa su cui puoi pisciare”. 

Marcel Duchamp asserì, duramente, di voler “de-deificare” l’artista.

Questo quadro di Van Gogh, spiega Carlo Vanoni, è di un periodo artistico precedente a quello in cui, nelle opere del pittore, si assistette ad una esplosione di colori che rese riconoscibile la sua produzione artistica.

Nel quadro viene ritratta della povera gente, illuminata dalla luce fioca di una lampada. 

Sono i mangiatori di patate che hanno lavorato duramente nel corso della giornata e hanno ancora le mani sporche di terra. 

Carlo Vanoni spiega che non si tratta di un quadro autocelebrativo, esso ritrae la vita vera della gente che lavora duramente.

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